Social Media Soccer
·25. Februar 2025
Arriva a Roma “Palloni Bucati” la nuova opera di Drugi

Social Media Soccer
·25. Februar 2025
A distanza di poche settimane dal bellissimo, e virale, disegno che raffigura i “Super Capitani” Francesco Totti e Alessandro Del Piero in salsa Marvel, il popolare esponente della Poster Art, Lorenzo in arte Drugi, torna a colpire.
E lo fa, in modo secco, diretto senza fronzoli, come è suo stile, attraverso un’opera destinata a far discutere e a sollevare ampio dibattito sul tema. Il tema è quello del rapporto tra calcio e business.
Del calcio compreso tra vena popolare e risvolti commerciali. Un calcio che, secondo Drugi, rischia di esplodere senza il giusto equilibrio tra passione e ragione. Al netto della consapevolezza che la Football Industry rappresenta un settore dell’economia italiana che occupa oltre 130.000 addetti. Per non tacere dell’indotto.
Un rischio esplosione che, secondo l'opera di Drugi, da sempre avvezzo a raccontare e a prendere spunto dal calcio, che non può fare altro che far commuovere chi, come i bambini raffigurati, questo sport lo ama in modo viscerale.
Il disegno, che appunto raffigura due bambini in pianto a dirotto davanti al pallone che esplode, al “pallone bucato”, è comparso sui muri dell’Eur nel tardo pomeriggio di lunedì 24 febbraio.
Un disegno, come sempre quando si tratta di Drugi, realizzato con carta e colla biologica ha fatto subito colpo.
“Il disegno – ha spiegato Drugi alla Redazione di Social Media Soccer - rappresenta un po’ una disillusione contro cui anche i più romantici finiscono per sbattere”.
“Io – sottolinea l’artista - conservo un’idea profondamente poetica del calcio, che è per me un sentimento in movimento. Solo che tutto è cambiato rispetto a quando ero bambino e rispetto al calcio che mi raccontavano mio padre e, ancora prima, mio nonno”.
“Quel fascino legato al gioco in sé – continua Lorenzo in arte Drugi - al senso di comunità che ne derivava, si è perso quasi del tutto, se non nel sentimento ancora “vecchio stampo” di certe tifoserie che provano a tramandare la passione vera e incorruttibile del calcio. Quello di oggi è un gioco figlio dei tempi, dove qualsiasi cosa è in vendita, persino la bellezza”.
“Quando scopri che il gioco che amavi più di ogni altra cosa – confessa amaramente - si è trasformato in uno dei più grandi business planetari, la reazione è un po’ come quella che avevi da bambino quando qualcuno ti bucava l’unico pallone che avevi a disposizione”.
“È quello che è successo col calcio – conclude Drugi - qualcuno ha bucato l’unico prototipo che avevamo a disposizione per meri interessi economici. È il famoso “ci avete rotto il calcio” che ogni tanto si legge sugli striscioni delle curve. Non c’è più poesia, non c’è più romanticismo. Vince il denaro, sempre e comunque”.
Lorenzo, in arte Drugi ha iniziato a fare poster art un po’ per gioco e un po’ perché, come spiega lui stesso alla nostra redazione “Ho trovato nel disegno il modo in cui esprimere delle sensazioni che altrimenti non avrebbe saputo dire a parole”.
“Sono uno che non ama parlare molto – spiega ancora a Social Media Soccer - il mondo mi appare sempre per immagini e quelle immagini cerco di riprodurle dandogli una mia lettura personale, che è a metà tra il gioco e la necessità di dire qualcosa”.
“Non mi prendo troppo sul serio, mi piaceva l’idea di appiccicare pezzi di carta sui muri, perché certi sentimenti a volte avresti voglia di urlarli e lasciarli per le strade delle città".
"Era logico e naturale che una parte dei miei disegni andasse a pescare nella bellezza del calcio. Sono da sempre tifoso della Roma, (che dalla Street Art ha tratto l'ispirazione per il kit away 2024-2025) un sentimento che non si esprime a parole e a cui allora vorrei provare a dare un nome attraverso le immagini".
"Ma credo che il calcio in generale conservi ancora tanta poesia, tanto potenziale romantico inespresso che niente più di un’immagine riesce a trasmettere”.