PianetaSerieB
·1. Februar 2025
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·1. Februar 2025
Fabio Caserta, tecnico del Catanzaro, ha commentato in sala stampa il match del Ceravolo contro il Cesena.
“A Cesena non eravamo ancora una squadra, ma un gruppo di ragazzi che si stavano ancora conoscendo e cambiare non era facile. Lavoro molto sulle palle inattive, ci lavoriamo molto su perché possono fare la differenza in positivo e in negativo sull’andamento della partita. Il possesso palla fine a sé stesso conta poco, deve essere propedeutico a trovare spazi aggirando l’avversario. Lo stiamo facendo molto bene, sono fiero di allenare questi ragazzi. Sono felice della prestazione, ma ora inizia il difficile perché le aspettative di tifosi e ambiente si alzano. Quando abbassiamo l’intensità vengono fuori i nostri limiti, è successo anche oggi e infatti mi sono arrabbiato. Se prendiamo goal, deve essere sempre merito degli avversari e mai per un nostro calo di attenzione. Le difficoltà iniziali me le aspettavo, era difficile chi ha fatto così bene prima di me. Io ho sempre visto la crescita della squadra, anche quando arrivavano solo pareggi. Guardare la classifica ora non serve a nulla, dobbiamo essere realisti e cercare di avere continuità di prestazioni e risultati. Ho sempre ruotato l’undici per far sentire importanti tutti, solo così si riesce a tenere tutti sul pezzo perché i ragazzi lavorano bene in settimana e faccio spesso fatica a fare le scelte. Guardate La Mantia. Antonini non ha giocato perché non era al meglio, ma anche perché mi serviva qualcuno che coprisse meglio la profondità. La maggiore soddisfazione per un tecnico è quando i meno impiegati rendono al meglio. Pontisso ha avuto un affaticamento muscolare. Squadra che si diverte? Solo se arrivano i risultati, per il resto i miei ragazzi hanno qualità e sanno giocare a calcio. Se domini la partita ti diverti, se corri dietro agli altri meno anche se ci sono i momenti della partita in cui devi farlo. Buso ha avuro un virus intestinale. Petriccione? Ho visto un ragazzo diverso rispetto a quello che avevo a disposizione a Benevento, maggiormente maturo e consapevole. Per noi è l’ago della bilancia in fase di possesso, ma anche nella lettura in quella di non possesso. Quando sono arrivato volevo portare avanti il 4-2-3-1, ma non era il momento e non c’erano le basi per portarlo avanti. Ho cambiato per il bene e l’interesse della squadra, soprattutto il centrocampo fa la differenza in una squadra e ho capito che sia in mezzo che sugli esterni la soluzione dovesse essere il 3-5-2. La squadra è cambiata da Bari: a prescindere dai risultati, da lì in poi abbiamo sempre fatto grandissime prestazioni su qualsiasi campo”.