Daffara racconta: «La qualificazione ai playoff non è stata una sorpresa, ecco la mia parata più bella della stagione. Vi racconto cosa vuol dire allenarsi in Prima squadra» | OneFootball

Daffara racconta: «La qualificazione ai playoff non è stata una sorpresa, ecco la mia parata più bella della stagione. Vi racconto cosa vuol dire allenarsi in Prima squadra» | OneFootball

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·26. April 2025

Daffara racconta: «La qualificazione ai playoff non è stata una sorpresa, ecco la mia parata più bella della stagione. Vi racconto cosa vuol dire allenarsi in Prima squadra»

Artikelbild:Daffara racconta: «La qualificazione ai playoff non è stata una sorpresa, ecco la mia parata più bella della stagione. Vi racconto cosa vuol dire allenarsi in Prima squadra»

Daffara, portiere della Juventus Next Gen, ha parlato così della stagione in bianconero alla vigilia del match di Serie C col Messina

Alla vigilia di Messina Juventus Next Gen, partita che chiuderà la regular season di Serie C, Giovanni Daffara ha parlato così ai canali ufficiali bianconeri.

PLAYOFF«La qualificazione ai play-off non è stata una sorpresa per noi, perchè ce la siamo guadagnata con il duro lavoro sul campo, ma sicuramente è stato un risultato incredibile tenendo in considerazione la posizione in classifica che occupavamo a novembre. Questa qualificazione alla fase finale l’abbiamo vissuta benissimo all’interno dello spogliatoio perché ci siamo resi davvero conto di quello che abbiamo fatto. Con l’arrivo di Mister Brambilla il nostro primo obiettivo, ovviamente, era la salvezza, ma poi con il passare delle partite ci siamo resi conto che la zona play-off poteva essere alla portata e, di conseguenza, ora ci troviamo in questa posizione in classifica e siamo davvero fieri del nostro percorso. Sicuramente li affronteremo con grande serenità perchè siamo consapevoli della nostra forza e del fatto che possiamo giocarcela contro qualsiasi avversaria, come ci ha sempre detto il Mister e come penso si sia visto sul campo in questi mesi. Anche nella passata stagione abbiamo affrontato i play-off con questo spirito e il risultato è stato sorprendente perchè siamo arrivati a un passo dalla semifinale venendo eliminati con due pareggi, dunque senza una sconfitta. La speranza è che anche quest’anno ci si possa togliere tante soddisfazioni, sapendo di non avere nulla da perdere».


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CRESCITA INDIVIDUALE E DI GRUPPO«Personalmente, ma penso di poter parlare anche a nome dei miei compagni, questa stagione mi e ci ha fatto crescere tanto a livello di esperienza e sotto l’aspetto mentale. Probabilmente a nessuno di noi era già capitato di trovarsi in una situazione di classifica complicata dopo quasi un girone di campionato per poi ritrovarsi in zona play-off al termine del girone di ritorno. L’aspetto principale – per noi giovani soprattutto – era quello di crescere dal punto di vista dell’esperienza e sicuramente il nostro percorso stagionale ci è servito tanto in questo senso. Un altro aspetto per me fondamentale è la costanza e non è scontato averla, soprattutto quando sei a inizio carriera. La chiave è non scendere mai sotto un certo standard, è importante saper gestire determinati match in modo da portare a casa una prestazione almeno sufficiente. È uno step di crescita fondamentale che ti può portare a giocare a più alti livelli».

L’ULTIMA GARA DELLA REGULAR SEASON«La partita contro il Messina è importante, pur avendo già conquistato i play-off. Sicuramente per loro sarà una gara fondamentale perchè si giocheranno la possibilità di affrontare i play-out e, di conseguenza, la permanenza in Serie C. Sarà una sfida complicata, come lo sono tutte quelle di questo campionato. La classifica non deve ingannare: giocheremo contro l’ultima della classe, ma sarà un match combattuto, per di più in trasferta, su un campo difficile».

LE TRE PARATE PIÙ BELLE PER DAFFARA! – «Penso che la parata contro la Cavese, quella a fine partita in cui mi tuffo sulla mia destra, sia la più bella della stagione per il momento nel quale è arrivata e soprattutto per la difficoltà del gesto tecnico in sè. Poi sicuramente c’è quella contro il Benevento, sempre in casa, al novantesimo e quella in trasferta contro il Catania, con l’aiuto della traversa. Per me questi sono i tre interventi più belli e difficili di questo campionato, ma in generale sono soddisfatto di quanto fatto tra i pali. Ora l’obiettivo è continuare così in vista dell’ultima partita e dei play-off».

GLI ALLENAMENTI IN PRIMA SQUADRA E I PORTIERI AI QUALI ISPIRARSI«I calciatori in Prima Squadra ti fanno sentire come uno di loro e per me già questo è un aspetto importante. Il loro aiuto è prezioso, soprattutto per l’aspetto caratteriale. Allenandoti con loro capisci quanto – oltre alla cura di ogni minimo dettaglio – sia importante l’aspetto emotivo, quanto sia fondamentale saper affrontare con la giusta serenità i momenti più complicati. Per quanto riguarda, invece, l’idea di ispirarmi a qualche portiere penso che il bello sia prendere un po’ di caratteristiche e qualità da diversi portieri. Se dovessi fare un nome, però, direi Buffon su tutti, soprattutto per il suo status di portiere, non per un aspetto in particolare. Quando c’era lui in porta sapevi che difficilmente saresti riuscito a segnare. Quest’ultima è una percezione che, a livello generale, ha lo spettatore, ma anche il portiere stesso. Ci sono quelle partite in cui ti senti particolarmente in forma e hai la sensazione che difficilmente gli avversari riusciranno a segnarti. Capita ogni tanto, chiaramente, non sempre, e lo stesso discorso vale per gli allenamenti. Tornando ai portieri che reputo tra i migliori, un altro che apprezzo davvero tanto è sicuramente Alisson che sta giocando ad altissimi livelli ormai da molti anni».

UN PUNTO DI FORZA E UN ASPETTO SU CUI MIGLIORARE«A livello tecnico, mi sento di dire che personalmente mi sento migliorato tanto nel fondamentale della parata, del gesto tecnico in sè. Mi sento più forte tra i pali. Un aspetto sul quale, invece, potrei ancora crescere tanto è la comprensione del gioco. Ci sono dei momenti della partita in cui è giusto giocare un pallone corto e altri in cui sarebbe più corretto affidarsi al lancio lungo. Non è tanto un tema di sbagliare o meno la giocata in sè, ma proprio di fare la scelta giusta. È importante capire questa differenza perchè è uno step fondamentale oltre a essere un aiuto in più per i compagni».

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