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·4. März 2025

Gli aumenti di capitale per la Juve tra le cause della sottovalutazione del titolo Exor

Artikelbild:Gli aumenti di capitale per la Juve tra le cause della sottovalutazione del titolo Exor

«Nonostante il track record positivo del Net Asset Value (3,6x dal 2016 inclusi dividendi), negli ultimi anni lo sconto sul NAV (la differenza percentuale tra il valore patrimoniale netto per azione e il suo prezzo di mercato corrente per azione, ndr) si è costantemente ampliato, raggiungendo l’attuale 50%». Lo spiegano gli analisti di Equita in relazione al titolo di Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann che controlla anche la Juventus.

«Il recente ABB (accelerated bookbuilding, ndr) sul 3,4% di Ferrari e il contestuale annuncio di un nuovo buy-back da 1 miliardo sono mosse che riteniamo ragionevoli per ridurre lo sconto, ma hanno avuto un effetto limitato», proseguono ancora gli analisti. È sempre difficile identificare le ragioni dello sconto sul NAV, ma secondo Equita sarebbero le seguenti:


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  • incertezza macroeconomica (aggravata dal timore di dazi US) che colpisce gli asset più ciclici (Stellantis)
  • bassa rotazione del portafoglio negli ultimi due anni (tranne acquisto di Philips e recente ABB di Ferrari)
  • rischio reinvestimento per il quale non ci sono indizi a parte sapere dell’interesse per i settori tech, healthcare e lusso
  • visibilità limitata degli asset non quotati cresciuti al 18% del NAV (dall’8% nel 2021)
  • “cash-burn” della Juventus, che nel periodo 2019-2024 ha costretto Exor a iniettare proquota 580 milioni di euro.
  • basso rating ESG: lo scorso ottobre MSCI ha declassato EXOR da BBB a BB, menzionando anche la struttura dei diritti di voto non allineata con gli interessi delle minoranze
  • rischio di collocamento da parte della parent company Giovanni Agnelli BV (che detiene l’81% dei diritti di voto), qualora alcuni dei 60 membri della famiglia volessero uscire.

In riferimento alla Juventus, quando si parla di “cash burn” (o burn rate) ci si riferisce a un dato che indica la velocità (espressa in valore monetario/mese) con la quale un’azienda perde il suo capitale. Il burn rate è uno strumento che serve agli investitori che hanno interesse a valutare la “velocità” con cui l’azienda “consuma” il proprio capitale. Una volta esaurito l’investimento iniziale, infatti, all’azienda si porrà la scelta fra: ricapitalizzarsi, diventare profittevole o chiudere.

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