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·14. Februar 2025

Quando ti tocca ringraziare Celik

Artikelbild:Quando ti tocca ringraziare Celik

Corriere dello Sport (I. Zazzaroni) – Di partite così ne avevamo già viste una mezza dozzina. Quando? Nelle prime due stagioni europee di Mourinho. Roma che trova il vantaggio, poi l’uscita per infortunio del più forte della compagnia (su Dybala un’esecuzione sommaria) e il pari casuale dell’avversario, nato da un lungo lancio del portiere (che aveva appena evitato il 2-0), da una copertura mancata e da una deviazione a tutta sfiga di Baldanzi. E dopo l’1 a 1, l’inferiorità numerica per una seconda ammonizione evitabilissima.

Il pari è un risultato da salutare con soddisfazione, ma anche la prestazione complessiva è da apprezzare: N’Dicka, Mancini e Angeliño per un’ora, Pisilli, ElSha e Pellegrini, che non avrei sostituito per farlo sentire di nuovo importante, sono stati centrati. Anche Baldanzi non mi è dispiaciuto affatto: tecnica e accelerazioni sono il suo specifico. Impresentabile l’arbitro: perennemente fuori registro.


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Ma il gol di Celik, quello, non sono riuscito a digerirlo. Ma come? Proprio Zeki Celik, ventotto anni a febbraio, il difensore il cui impiego ho sempre criticato, talvolta in modo scomposto? Il Celik delle 94 presenze nella Roma quasi tutte insufficienti, ha segnato la rete che permette alla Roma di guardare con speranza al passaggio agli ottavi di Euroleague? Il calcio è una bugia, nell’occasione una bugia più che perdonabile.

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