Calcio Femminile Italiano
·23. Mai 2025
Renée Slegers e il suo viaggio da giocatrice dell’Arsenal alla finale di Women’s Champions League da allenatrice

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·23. Mai 2025
L’ultima volta che l’Arsenal ha raggiunto la finale della UEFA Women’s Champions League (ancora chiamata UEFA Women’s Cup) era il 2007. In quel periodo, Renée Slegers era una giovane centrocampista diciottenne e aveva appena trascorso un anno nell’academy del club. Facciamo un salto ai giorni nostri: l’allenatrice olandese si prepara a guidare l’Arsenal in un’altra grande sfida, questa volta a Lisbona, contro il Barcelona, appena quattro mesi dopo essere stata nominata allenatrice a titolo definitivo. In un’intervista rilasciata a UEFA, Renée Slegers ha ripercorso il suo viaggio, segnato da momenti turbolenti ma anche da grandi successi, e ha analizzato l’impegnativa sfida che le attende contro le campionesse in carica del Barcelona.
Sono arrivata qui a 17 anni, in un paese nuovo, con una cultura diversa e parlando un’altra lingua. È stato un cambiamento enorme, che credo mi abbia plasmata come persona. I ricordi più belli risalgono al periodo in cui sono stata allenata da Emma Hayes e Kelly Smith. Ho imparato moltissimo da loro: mi hanno trasmesso una visione completamente diversa del calcio e della cultura calcistica inglese. Non ho partecipato ai festeggiamenti per quella finale, ma dev’essere stato un momento straordinario per le giocatrici e, naturalmente, per lo staff. Kelly lavora ancora con noi e ci ha raccontato i suoi ricordi: è molto stimolante averla al nostro fianco. Rappresenta un collegamento incredibile tra ciò che stiamo costruendo oggi e la storia del club.
Il suo stile e le influenze
Sono sempre stata una giocatrice calma e composta, anche se ho un carattere piuttosto schietto. Credo che questo sia il modo migliore per presentarmi, perché contribuisce a creare un ambiente sereno, in cui tutte possono sentirsi tranquille. Ed è proprio questo il ruolo che voglio assumere all’interno della squadra. La cosa più importante è coinvolgere le giocatrici e costruire un legame con loro: è questo che in questo momento ci rende forti.
Sarina Wiegman è stata una grande fonte d’ispirazione per me, perché penso che abbia dovuto lottare duramente per conquistarsi un posto da allenatrice, in un periodo in cui non era affatto scontato. Ha combattuto per arrivarci, ma è sempre rimasta fedele a sé stessa, autentica nel suo modo di essere e nel suo stile di leadership. Questo mi ha colpita profondamente, perché quando ero una giovane calciatrice, l’idea di leadership che mi veniva trasmessa era più autoritaria e diretta; non mi vedevo proprio in quel ruolo. Ma oggi, anche nella società in generale, c’è una comprensione diversa della leadership: si riconosce che si può lavorare insieme per tirare fuori il meglio da ogni persona.
Non è stato affatto facile. Abbiamo dovuto rialzarci da molte situazioni complicate, da momenti di difficoltà e battute d’arresto. La perseveranza della squadra, il fatto che abbiamo continuato a crederci, è stato fondamentale. La rimonta contro il Real Madrid, così come quella in trasferta contro il Lyon, dimostrano di cosa siamo capaci come squadra: sono prestazioni di altissimo livello, e ne sono davvero orgogliosa. Ma adesso si guarda avanti, dobbiamo continuare a crescere e migliorare, perché anche le nostre avversarie lo faranno.
Rispettiamo molto il Barcelona come squadra. Sono giocatrici molto intelligenti e tecnicamente incredibili. Cercheremo di preparare ogni situazione di gara in allenamento. Sarà davvero un momento speciale e non sarà facile mantenere la giusta concentrazione e carica. Guardiamo quello che il Barcelona ha fatto finora, sia in campionato che in Champions, e sappiamo che è un percorso costruito nel tempo. Noi non scendiamo mai in campo senza credere di poter vincere, altrimenti non avrebbe senso giocare.
So quanto significhi per il club, non riguarda solo me. Sono arrivata da poco e sono solo una piccola parte del percorso che la squadra ha fatto per arrivare fin qui. Dietro ci sono tante persone, con strutture, risorse, qualità e una tifoseria straordinaria. Anche le giocatrici lavorano duramente, e credo che ogni giovane sogni di arrivare a questo livello, di giocare finali così importanti. Siamo davvero orgogliose di essere qui.