Inter News 24
·22 March 2025
Cagni: «Inter? Costruita nel tempo da Inzaghi e Marotta. Ecco la vera rivale Scudetto e vi spiego il motivo dietro il ko dell’Italia» – ESCLUSIVA

Inter News 24
·22 March 2025
Un vero e proprio tour de force attende l’Inter di Simone Inzaghi. Insieme ai suoi calciatori il tecnico nerazzurro si prepara a vivere settimane da protagonista, con ben quattro competizioni da affrontare all’orizzonte: Campionato, Coppa Italia, Champions League e Mondiale per Club. Non prima però, del match di ritorno di Nations League con (tanti) nazionali interisti impegnati domani sera con la maglia azzurra a Dortmund contro la Germania.
Di questo e di molto altro ancora abbiamo avuto il privilegio di discutere insieme a Luigi Cagni. Giocatore prima, allenatore poi di ragguardevole esperienza nel panorama calcistico italiano si è confrontato con noi quest’oggi sulle tematiche menzionate. L’intervista esclusiva a InterNews24:
Buongiorno Luigi Cagni, iniziamo parlando della Serie A. C’è un qualcosa che sta attirando particolarmente la sua attenzione nel nostro campionato?
«Si, mi ha stupito tutto. È la prima volta che accade che ci siamo così pochi punti a dividere le squadre nella fase della Champions, dello Scudetto e, anche, nella zona retrocessione. Sono tante le squadre e non ci sono certezze».
Ha menzionato la Champions. Quanto sarà difficile per Inzaghi gestire il doppio impegno in Italia e in Europa?
«È il quarto anno che Simone Inzaghi è all’Inter. Hanno costruito una squadra di 25 giocatori, tutti all’altezza. Quindi sono abituati a fare più competizioni. Visto l’ultima partita con l’Atalanta direi che in questo momento ha un margine di leggero vantaggio, la squadra di Inzaghi, a livello di organico. Quindi potrà permettersi di avere altre partite. Certo, bisognerà vedere poi il Napoli…»
Quindi lei non considera l’Atalanta tra le papabili vincitrici?
«Dopo la sconfitta con l’Inter direi di non considerarla più. Il divario di punti è aumentato, quello di Bergamo era uno scontro diretto…queste cose poi al termine del campionato contano molto»
Quindi le rotazioni sono (e saranno) la chiave per l’Inter? Se pensiamo che c’era chi parlava di un Frattesi scontento qualche mese fa…
«Quello che viene detto fuori spesso non corrisponde alla realtà interna. Chi ha un’esperienza di gestione di squadra come ce l’ho avuta io in trent’anni lo sa. All’Inter c’è un direttore di un’esperienza enorme come Marotta ed un allenatore che si è conquistato un posto tra i migliori d’Europa come Inzaghi. Sono due forze che permettono a questa squadra di essere in una condizione per poter affrontare qualsiasi tipo di partita. Ed essere all’altezza di tutte».
Cosa potrà fare la differenza ora? Il collettivo o il contributo di qualche leader come Lautaro?
«Sai…hanno costruito qualcosa di molto importante sotto tutti i profili. Devi avere una società forte, l’allenatore bravo ed un gruppo di calciatori di personalità. Tutte queste doti le hanno costruite nel tempo e gli permettono di ottenere tali risultati. Io l’anno scorso avevo detto che a Simone Inzaghi mancava solo lo Scudetto. Ora ha completato la sua crescita con uno Scudetto vinto. Ma come dicevo, sono cose che si consolidano nel tempo, grazie anche a delle persone che siano adatte e abbiano le qualità per poter fare delle cose importanti. Questo è quello che sta accadendo all’Inter».
Chi sta invece riscontrando più di qualche difficoltà sono due storiche rivali dell’Inter: Juventus e Milan. Come se lo spiega mister Cagni?
«No, non mi sorprende. In tutti e due i casi – soprattutto il Milan – hanno fatto quello che non va fatto. Quando prendi un allenatore nuovo, la società…i dirigenti. L’inizio è stato problematico, lo scollegamento tra società e squadra e allenatore. Sono tutte cose che non funzionano. D’altro lato il Napoli e l’Inter sono un esempio sotto questo aspetto – senza parlare dell’Atalanta che è una storia di nove anni con un allenatore – però Napoli ed Inter fanno ben capire capire come questo sia il sistema che funziona. E aggiungerei ancora una cosa sulla Juventus…»
Ci dica…
«Leggevo in questi giorni che Giuntoli ha cominciato a parlare con i calciatori, con Motta…ha cercato di capire la situazione, cosa sta succedendo e così via. Ma…a nove partite dalla fine lo fa? Ma questo va fatto all’ inizio del campionato! Soprattutto se hai un allenatore nuovo. Non bisogna demandare solo a lui, è un errore. La società Juventus deve capire bene quella che è la situazione e comprendere – nel momento in cui le cose non funzionano – qual è il problema».
Veniamo all’Italia. A Milano è arrivato una sconfitta che complica il discorso qualificazione, malgrado gli azzurri non abbiano giocato poi così male…
«Se io chiedo a qualsiasi personalità calcistica qual è stato il problema primario della gara con la Germania…molti parleranno di tattica, del possesso, delle nostre occasioni sprecate e via dicendo. In pochi dicono che noi abbiamo preso due gol su colpo di testa in area. Ripeto, abbiamo preso due gol su colpo di testa in area! Stessa situazione insomma, con l’uomo avversario solo al momento del cross. Quindi, forse deduciamo, che noi non insegniamo più la tecnica individuale dei ruoli.
E non parlo solo della Nazionale, ma del calcio italiano. Continuano tutti a parlare di tattica, quando ormai non si allena più la tecnica individuale dei ruoli. Specialmente dei difensori. Allora, Spalletti ha cambiato sistema di gioco facendo marcare – in alcune occasioni – a uomo. Bene, ma se cambi sistema ma non insegni al singolo come si marca…e allora fai un errore. Non basta dire ‘marchiamo a uomo’, va insegnato! E ormai questo non viene più insegnato. Noi pensiamo che le partite vengano vinte con la sola tattica, senza partire dalle basi dell’insegnamento. Ma un conto è la teoria, un altro la pratica. E nessuno dice niente su questo…che facciamo noi Italiani. Bisognerebbe ripartire dalle basi dell’insegnamento»
Si ringrazia Luigi Cagni per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.