Calcio e Finanza
·6 May 2025
Ceferin: «Gli stadi in Italia sono una vergogna: è tempo di fare qualcosa»

Calcio e Finanza
·6 May 2025
«Penso che le infrastrutture calcistiche italiane siano una vergogna. Siete uno dei Paesi calcistici più grandi, avete vinto molti Mondiali, Europei, Champions League. E allo stesso tempo, tra i grandi Paesi, avete di gran lunga le peggiori infrastrutture». Lo ha detto il presidente della UEFA Aleksander Ceferin, intervistato da Sport Mediaset.
«A essere onesto, sono un po’ stanco di queste discussioni italiane sulle infrastrutture, perché tutto ciò che vediamo sono solo parole. Spero che l’Italia faccia qualcosa. I club hanno bisogno di aiuto da parte del governo, dei comuni, e anche da investitori privati. È tempo di agire, perché la situazione è pessima», ha proseguito.
«Non sono ancora preoccupato. Penso che ora anche il governo abbia capito che deve fare qualcosa. Ho molta fiducia in Gabriele Gravina, che è il mio primo vicepresidente. Farà tutto il possibile per colmare il gap. Sono sicuro che l’Italia ospiterà l’Europeo del 2032».
«La nuova Champions? Sono più che soddisfatto. Il nostro nuovo formato ha avuto un grande successo. Penso che chi ama e capisce il calcio capisca che questa stagione è stata fantastica. Abbiamo avuto partite davvero incredibili. L’ultima giornata della fase a gironi è stata incredibile. Alcune grandi squadre hanno rischiato seriamente di essere eliminate. Per esempio, il Paris Saint-Germain, che ora è in semifinale: se avessero perso una o due partite, sarebbero stati eliminati. Quindi, stagione fantastica. Penso che anche quelli che criticano sempre tutto ora abbiano capito. Se poi vogliono ammetterlo, è un altro discorso. L’Inter è l’unica squadra italiana ad aver superato la fase a gironi e a essere arrivata in semifinale.»
«L’Inter ha avuto – e sta avendo – una grande stagione. È una squadra esperta, ha un ottimo allenatore, tatticamente gioca bene. Non voglio sbilanciarmi prima della partita di stasera, ma ho le prove che avevo previsto che l’Inter sarebbe andata molto lontano.»
«Cosa penso del Mondiale per Club? È difficile dirlo, perché il torneo non è ancora iniziato. Da un lato ci sono i giocatori che si lamentano del troppo carico di partite. Dall’altro, ci sono i club – soprattutto quelli grandi – che vogliono giocare di più. Non so se un torneo che finirà cinque settimane dopo la stagione non avrà conseguenze sulla salute dei giocatori».
«Il calendario è pieno. Talmente pieno che non possiamo aggiungere più partite. Sono d’accordo. Ma la situazione è paradossale. Da un lato, i club vogliono essere sostenibili e hanno bisogno di più partite per avere ricavi. Dall’altro, i giocatori giocano troppo e si infortunano. Ma se i club fossero abbastanza forti finanziariamente per pagare tutto, non avrebbero bisogno di così tante partite. È un circolo vizioso».
«Cosa ne penso del VAR? Anch’io mi lamento spesso delle decisioni del VAR. Ho detto tante volte che il VAR è utile. Ma sul fallo di mano, nessuno sa davvero cosa sia e cosa non sia. Sul fuorigioco è giusto annullare un gol per tre centimetri di fuorigioco – come successo all’Inter. Le regole sono quelle e dobbiamo rispettarle. Ma penso che si possa lavorare di più sul VAR. Per quanto riguarda una comunicazione pubblica, per ora non se ne parla».
«Superlega? Sapevamo già che i tifosi – e i calciatori – sono i veri protagonisti del calcio. Non noi amministratori o gli arbitri. I più importanti sono i tifosi e i giocatori. I tifosi hanno dimostrato che amano il calcio e vogliono che resti aperto e accessibile a tutti. Amo i tifosi italiani, perché per loro il calcio è tutto. Almeno da quello che vedo, sono meno coinvolti in politica o politiche sportive. Però, devo dire che non li ho visti protestare molto contro la Superlega. Sono stati soprattutto i tifosi inglesi a farsi sentire. Ma rispettiamo i tifosi: abbiamo un memorandum d’intesa con le organizzazioni dei tifosi e cerchiamo di coinvolgerli il più possibile».
«È difficile giudicarsi da soli. Ma penso che la cosa più importante fatta – non solo da me, ma da tutta la squadra UEFA – sia stata mantenere il calcio aperto a tutti. Condividiamo il 97% dei fondi con le parti interessate: così teniamo vivo il sogno, i club e le federazioni nazionali. Il calcio è unico al mondo. Non è solo uno spettacolo, è vita, è per tutti. Finché sarò qui, non permetterò che diventi un gioco chiuso e d’élite».
«Club non europei nelle competizioni UEFA? Non credo. Non ne abbiamo nemmeno discusso. È una competizione europea. Il calcio è nato in Europa e resterà una competizione per club europei. Anche se, va detto, tutti i club europei sono in realtà club mondiali, perché hanno giocatori da tutto il mondo».
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