Fiorentina, Gonzalo Rodriguez: «Il segreto era nello spogliatoio, ma il merito era suo» | OneFootball

Fiorentina, Gonzalo Rodriguez: «Il segreto era nello spogliatoio, ma il merito era suo» | OneFootball

Icon: Calcionews24

Calcionews24

·11 October 2024

Fiorentina, Gonzalo Rodriguez: «Il segreto era nello spogliatoio, ma il merito era suo»

Article image:Fiorentina, Gonzalo Rodriguez: «Il segreto era nello spogliatoio, ma il merito era suo»

L’ex capitano dei viola ha svelta alcuni retroscena sulla squadra all’epoca allenata da Vincenzo Montella

Gonzalo Rodriguez, ex difensore della Fiorentina, è intervenuto a Radio FirenzeViola parlando di alcuni temi legati alla Viola attuale e quella dei suoi tempi.

RIGORI – «Le partite importanti rimangono nella memoria, e quella fu una partita perfetta. In quella partita ho dovuto calciare due volte il rigore perché Babacar era entrato in area prima del tiro. Non è stato facile, perché non è semplice tirare due rigori di seguito, soprattutto con Ljajić nella Roma che conosceva come tiravo, e ho dovuto cambiare strategia all’ultimo»


OneFootball Videos


SEGRETO – «Il segreto era nello spogliatoio. C’era una qualità incredibile nei giocatori, ma al di là di questo, c’era un grande gruppo, e si vedeva in campo. In quei mesi avevamo una fiducia tale che pensavamo che nessuno potesse batterci»

MERITO MONTELLA – «Sì, perché Montella è arrivato nello stesso momento in cui siamo arrivati tutti noi. Mi ha dato la fiducia di giocare quasi sempre e di tirare i rigori. Dovevo ripagare la fiducia che Montella e il suo staff mi avevano dato in campo»

SEI GOL – «Ho avuto fortuna in campionato, avevo fatto gol da calcio d’angolo. Per esempio, Borja Valero mi faceva arrivare il pallone nei due metri che conoscevo alla perfezione, e anche Pasqual aveva un piede perfetto. In difesa, ai lati, avevo Basanta e Savic, e con loro in copertura potevo permettermi di avanzare più spesso»

Che Fiorentina sarebbe stata se avesse avuto a disposizione per più tempo Rossi e Salah?“Io sono innamorato di Giuseppe, lo conosco da tanto tempo. Ha avuto molta sfortuna, era un giocatore incredibile, per noi era fondamentale; è meglio dimenticare cosa gli è successo. Su Salah, non pensavo fosse così forte. La prima volta che si allenò con noi, facemmo tutti i lavori in spazi ravvicinati, ma poi, quando lavorammo a tutto campo, capii che con la palla al piede e in velocità aveva le caratteristiche da fenomeno.”

View publisher imprint