Garbato, ma non troppo – Mai fare funerali al Cittadella. La realtà calcistica più bella d’Italia risorge sempre dalle sue ceneri | OneFootball

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·12 February 2025

Garbato, ma non troppo – Mai fare funerali al Cittadella. La realtà calcistica più bella d’Italia risorge sempre dalle sue ceneri

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Qualsiasi fosse l’esito, anche il più positivo immaginabile, la stagione del Cittadella resterà la più difficile dal ritorno del club in Serie B. Mai si era vista la squadra granata all’ultimo posto, mai si era visto il dg Stefano Marchetti esonerare un allenatore che per giunta è un suo figlio calcistico quale Edoardo Gorini. C’erano tutti i presupposti per l’incubo e di funerali ne sono stati celebrati tanti, palesemente troppi.

Lo spauracchio della Serie C, il terrore di non poter più competere col budget più basso della categoria e la sensazione di aver smarrito un’identità di gioco e di carattere che si era cementata negli anni hanno inquinato la narrazione costruita attorno al club e rischiato di minarla. Come spesso accade nel calcio, invece, i fatti hanno dimostrato che servivano soltanto pazienza e fiducia.


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Con Alessandro Dal Canto il Citta ha cambiato pelle e certamente ciò è accaduto come reazione alla minaccia della retrocessione. Per sopravvivere bisogna mutare e Marchetti ha dimostrato con questa scelta quanto poco ideologica e molto pratica sia stata negli anni la scelta di non cambiare mai guida tecnica a stagione in corso. Dinanzi all’esigenza di qualcosa di diverso per risolvere un problema troppo grande ha saputo agire in modo netto.

Ora i veneti sono una delle squadre più difensive del panorama italiano, pur facendo i conti con un’emergenza di calciatori di ruolo nel reparto arretrato che è impressionante. Col 3-5-1-1 il tecnico ha saputo dare quella robustezza e serenità necessarie per risalire la china. I sacrifici sono stati cospicui, basti pensare all’addio di Claudio Cassano trasferitosi in MLS ai Chicago Fire dopo una sfilza di panchine. Ma i risultati dicono che dall’ultimo posto si è passati al centro classifica, con 3 punti di distacco dai playoff e 3 dai playout. Ossigeno puro.

Se sulla proposta si assiste a una necessaria retromarcia, sul piano degli investimenti la mossa conservativa è l’unica che dà una prospettiva. Tronchin, D’Alessio e Casolari stanno trovando sempre più spazio, fiducia e continuità e stanno dimostrando di valere la categoria potendo in futuro divenire anche uomini mercato che permetteranno al club di monetizzare. Anche chi di spazio ne ha avuto meno in caso di salvezza avrà l’opportunità di valutare con calma il proprio futuro e magari rilanciarsi con un nuovo progetto tecnico.

Il Cittadella si conferma la realtà più bella del calcio italiano, capace di attraversare una crisi profondissima senza scomporsi. Sarebbe stato facilissimo non esonerare Gorini e pianificare la prossima C, sarebbe stato ancor più semplice sollevare dall’incarico Dal Canto a seguito della disfatta con lo Spezia. La società ragiona in modo razionale, Marchetti opera da fuoriclasse. A 13 giornate dalla fine, quella granata sembra una stagione normale e invece di normale non ha avuto proprio nulla. La fenice risorge dalle sue ceneri, cambia se stessa affinché nulla cambi. Col successo di Pisa tutto è tornato al proprio posto, ora bisogna solo perseverare.

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