Calcionews24
·22 May 2025
Hummels torna sull’errore di Bilbao: «Non mi sono mai sentito così male nella mia vita: ecco cosa mi aveva ronzato in testa!»

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·22 May 2025
La ZDF, emittente pubblica tedesca, ha realizzato un documentario che racconta l’ultimo anno di carriera di Mats Hummels. Al centro del progetto c’è il lungo confronto tra il difensore della Roma e Tommi Schmitt, sceneggiatore e volto noto della televisione tedesca, che ha seguito da vicino Hummels per diversi mesi. Attraverso interviste, momenti condivisi e riflessioni intime, il film ripercorre le tappe più significative della sua carriera, con un’attenzione particolare all’esperienza vissuta nella capitale italiana e in particolare all’errore del difensore contro l’Athletic Bilbao. Di seguito le parole del difensore.
L’ERRORE DI BILBAO – «È stato davvero doloroso. Non tanto per l’eliminazione in sé, ma per aver tolto a me stesso, alla squadra e ai tifosi la possibilità di lottare per un altro titolo internazionale. E questo brucia, ovviamente. Il pensiero che potesse essere la mia ultima partita europea mi ha accompagnato per tutta la giornata. Anche prima del fischio d’inizio sentivo qualcosa che non andava. E in campo, in quei dieci minuti – purtroppo solo dieci – a Bilbao, credo di non essermi mai sentito così male nella mia vita. Le gambe erano pesanti, la mente annebbiata. Niente lucidità».
IL MOMENTO DELL’ERRORE – «Ricordo perfettamente quel momento. Ricevo palla e il primo istinto è lanciarla lunga. Ma subito mi dico: “No, non ho la sensibilità giusta adesso per farlo”. Allora penso di giocarla semplice, mantenere il possesso. Stavamo già correndo tanto. Guardo a destra, vedo Mancini, ma anche l’attaccante del Bilbao. E nella mia testa mi dico: “Troppo rischioso, lascia stare”. Ma il pallone era già partito. Come, non lo so nemmeno io».
IL PESO PSICOLOGICO – «Quello che mi pesa di più è non essere riuscito a cambiare mentalmente schema, a uscire da quel loop di pensieri che mi tormentava: “Forse oggi è davvero l’ultima”. Avrei preferito perdere un duello in velocità contro un ventiduenne che va a 36 all’ora – o anche a 33, ormai basta comunque per farti saltare – ma non così. Non in quel modo».