I club di Premier a rischio riciclaggio: lo studio dell'Università di Manchester | OneFootball

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·24 January 2025

I club di Premier a rischio riciclaggio: lo studio dell'Università di Manchester

Article image:I club di Premier a rischio riciclaggio: lo studio dell'Università di Manchester

Dall’Università di Manchester arriva una ricerca, pubblicato sulla rivista Sport in Society, in cui si sottolinea come i club della Premier League – per come sono attualmente strutturati – potrebbero consentire il riciclaggio di denaro e altri crimini finanziari.

Queste conclusioni, come riporta il quotidiano britannico The Guardian, derivano dal fatto che pressoché tutti i club della massima serie inglese presentano configurazioni complesse. Per esempio il Manchester United ha un totale di 13 realtà diverse nella catena di controllo del club, mentre l’Aston Villa ha società registrate in quattro diversi territori d’oltreoceano. Inoltre, i ricercatori hanno affermato di non essere stati in grado di identificare in maniera completa i proprietari della maggior parte dei club inglesi.


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«12 dei 20 club hanno almeno il 10% delle loro partecipazioni, che a causa delle disposizioni sulla segretezza, non possono essere formalmente ricondotte ai loro proprietari beneficiari – ha affermato il dottor Pete Duncan, uno degli autori della ricerca –. Per molti di questi club, inclusi i top della Premier League Liverpool, Manchester City e Tottenham, l’interezza delle partecipazioni azionarie non può essere formalmente verificata. Non stiamo suggerendo che i beneficiari ufficialmente dichiarati siano, in realtà, semplici prestanome che nascondono la reale proprietà benefica di questi club. Stiamo semplicemente sottolineando che le condizioni delle strutture di proprietà di questi club rendono possibile questa eventualità».

La ricerca ha analizzato il funzionamento dei club secondo tre criteri principali: la presenza di strutture di proprietà inutilmente complesse; entità all’interno della struttura di proprietà situate in luoghi percepiti come “fornitori di segretezza” (come paradisi fiscali offshore o lo stato del Delaware negli Stati Uniti); e l’assenza di informazioni o dati su tutti i “proprietari beneficiari” (definiti come azionisti e investitori con almeno il 10% di partecipazione in un club).

Analizzando queste tre condizioni, i ricercatori hanno scoperto che le strutture utilizzate dai club spesso «combinano molteplici condizioni abilitanti» per comportamenti «illeciti». Osservano inoltre che «l’uso combinato di più giurisdizioni di segretezza e tipi di entità opachi che alla fine portano all’oscuramento della reale proprietà benefica è preoccupante».

«Il nostro obiettivo non è determinare se finanze illecite siano effettivamente canalizzate attraverso la Premier League – si legge nella ricerca –, ma piuttosto evidenziare le condizioni esistenti che hanno il potere di consentire l’abuso dell’industria calcistica a tale scopo da parte di attori motivati».

Gli autori chiedono maggiore trasparenza e un nuovo approccio al test dei proprietari e direttori (ODT) richiesto a coloro che intendono acquisire il controllo di un club della Premier League o almeno il 25% dei suoi diritti di voto. Lo studio invita il proposto regolatore indipendente del calcio inglese a introdurre un test che includa «una due diligence rafforzata e verifiche sulla provenienza dei fondi per i proprietari attuali e potenziali», mentre «le strutture che fanno uso di molteplici condizioni abilitanti dovrebbero essere segnalate come particolarmente ad alto rischio di abuso per la gestione di finanze illecite».

Nella versione del Football Governance Bill in corso di approvazione in parlamento, un ODT rivisto dovrebbe essere affrontato da chiunque intenda acquisire più del 25% di un club del calcio inglese o esercitare una «influenza significativa o controllo» sulle sue attività. Come parte di tale test, gli individui dovrebbero dimostrare di essere «finanziariamente solidi» e di fornire la provenienza dei loro fondi.

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