Zerocinquantuno
·16 January 2025
Zerocinquantuno
·16 January 2025
Un Bologna a testa alta, come da un po’ di anni a questa parte si presenta a San Siro per giocare una partita di alto profilo tecnico, tattico e caratteriale: il tanto agognato salto di qualità è arrivato da un pezzo ma qualcuno finge di non accorgersene per continuare la tiritera della società poco ambiziosa.
Perché questo prologo? Perché sono esausto!
Diventa difficile parlare di calcio giocato quando invece si ciancia solo di mercato e del rinnovo di Sartori. C’è il campo che risponderebbe a tutte queste domande ma no, pare impossibile: troppo forte la sindrome tafazziana e quel fastidiosissimo rumore di fondo dei soliti mai contenti.
Non conta neppure aver elevato le prestazioni tanto da arrivare in Champions l’anno scorso e ribadire quest’anno una classifica più da Europa che da «aurea mediocritas» (cit. errata, tra l’altro), per non percepire quei noiosi, lamentosi e pretestuosi acufeni di sottofondo di tifosi evidentemente occasionali, visto che non ricordo così tanta passione critica per la squadra cittadina. Squadra che fino a dieci anni fa era ai margini degli interessi, non solo nazionali ma anche dei bolognesi (fatto salvo il solito zoccolo duro): giravi per strada e nessuno ti rompeva il ca..o parlando del Bologna. Oggi non c’è altro argomento: il mercato e Sartori, Sartori e il mercato!
Ma c’è il campo, per la miseria! Il campo ti dice che le partite perse in un girone si contano sulle dita di una mano, che la squadra a volte è persino spavalda, che le tifoserie avversarie fanno festa quando portano via un punto da Bologna… Niente da fare, tutto questo viene dimenticato perché a qualcuno prima non è piaciuto il mercato estivo (smentiti poi proprio dal campo), mentre adesso non è ancora arrivato il rinnovo di Sartori, che quel mercato estivo l’avrebbe fatto e quindi sbagliato: la coerenza?