Inter-News.it
·7 January 2025
Inter-News.it
·7 January 2025
Inter-Milan in Finale di Supercoppa Italiana è una beffa difficilmente digeribile per la squadra di Inzaghi, ribaltata dal 2-0 e battuta 2-3 nella ripresa in pieno recupero dall’ex Sergio Conceicao. Nella rubrica “Day After” di Inter-News.it analizziamo la situazione post-match in tre punti ben dettagliati. Di seguito l’episodio dopo la Finalissima di Supercoppa Italiana 2024
RIAD – Brutto risveglio per l’Inter di Simone Inzaghi nel giorno dell’Epifania. Anche il Milan di Sergio Conceicao, dopo quello di Paulo Fonseca a settembre in Serie A, rovina la festa nerazzurra. La Finale di Supercoppa Italiana in Arabia Saudita è a tinte rossonere. Come il primo trofeo stagionale nazionale. Analizziamo Inter-Milan (2-3) di Supercoppa Italiana in tre punti.
Simone Inzaghi si dispera in panchina durante Inter-Milan di Serie A (Photo by Tommaso Fimiano/nter-News.it ©)
1. APPROCCIO INSPIEGABILE – Inzaghi affronta il “nuovo” Milan senza particolari emergenze tecnico-tattiche. L’assenza di Marcus Thuram in attacco è già nota e l’affaticato Joaquin Correa non può essere il sostituto. La scelta per il ruolo di partner del capitano Lautaro Martinez ricade su Mehdi Taremi, preferito a Marko Arnautovic, e alla fine ripaga pure. L’argentino segna l’1-0 al 46′ del primo tempo, l’iraniano il 2-0 al 47′ del secondo. Tutto bello. Tutto perfetto… o quasi. L’Inter approccia malissimo alla partita. Malissimo. Il Milan, invece, pressa altissimo e prova a fare del suo meglio per ottenere qualche vantaggio. E lo ottiene, annullando il gioco dell’Inter e rendendosi pericoloso. L’uscita di Hakan Calhanoglu al 35′ per infortunio, letta da Inzaghi proponendo Kristjan Asllani in regia, complica ulteriormente le cose. Poco filtro davanti alla difesa, costruzione del gioco ancora più macchinosa. Non è raro vederlo ma nel primo tempo di Inter-Milan, causa troppi errori, è il non-gioco a caratterizzare la prestazione nerazzurra. Il vantaggio allo scadere del recupero è immeritato ma figlio di una delle poche azioni da Inter. E va bene così. Una cosa è certa: l’Inter di Inzaghi non ha mai approcciato così male una partita importante prima della Finale di Supercoppa Italiana 2024 contro il Milan a Riad. Inspiegabile.
Hakan Calhanoglu e Marcus Thuram in Inter-Lecce di Serie A (Photo by Tommaso Fimiano/Inter-News.it ©)
2. LETTURA SUPERFICIALE – Riducendo Inter-Milan al tabellino, Sergio Conceicao lascia a Inzaghi appena tre minuti. Il minuto di recupero nel primo tempo e i primi due di gioco nella ripresa. Il tempo di cambiare il tabellino da 0-0 a 2-0. Per il resto c’è solo una squadra in campo. Affamata. Carica. Sognatrice. La conferma sul fatto che l’Inter abbia mollato dopo il secondo gol arriva direttamente da Lautaro Martinez. Tralasciando gli errori arbitrali oggettivi (il 2-1 non sarebbe mai esistito, ndr), ciò che manca a Riad è la mano di Inzaghi. O meglio, la sua strategia per gestire l’incredibile doppio vantaggio con un tempo ancora a disposizione. Sergio Conceicao cambia, a tratti improvvisa e sperimenta – ma non può fare diversamente, essendo appena arrivato sulla panchina del Milan – ottenendo una reazione. Inzaghi no. Cambi telefonati e prevedibili. Ruolo per ruolo. Anche tardivi. Lo spartito pensato per la partita non cambia dopo l’1-0 né il 2-0 ma i segnali negativi arrivano subito. Il 2-0 è solo da difendere, il 2-1 è più di un allarme. E il 2-2 sa già di condanna in attesa del colpo finale. Il 2-3 in pieno recupero evita solo il potenziale dramma calcistico della lotteria dei rigori ma il danno è già andato in scena: l’Inter fa un enorme passo indietro per arroganza mista a superficialità. Una finale simile non si può preparare e gestire come una partita normale con l’idea che prima o poi lo spartito funzionerà.
Sergio Conceicao in Inter-Porto di Champions League (Photo by Tommaso Fimiano/Inter-News.it ©)
3. RIPARTIRE DA ZERO – L’Inter torna a casa senza trofeo, senza soldi e senza umore. Sembra uno scherzo, senza dubbio brutto, invece è la realtà dei fatti. La quarta Supercoppa Italiana di fila per la squadra allenata da Inzaghi sfuma clamorosamente in rimonta. E già questo basterebbe perdere amara la trasferta saudita. Inolte, i milioni incassati per la “gita” a Riad sono meno rispetto alle previsioni, visto che la finalista perdente deve “accontentarsi” di poco più di 6.5 milioni di euro contro i 9.5 (che potrebbero diventare addirittura 11, ndr). Perdere un Derby di Milano, il secondo di fila nonché della stagione, non è mai motivo di sorrisi. Quando si tratta di una partita che assegna un titolo non può che essere peggio. Molto peggio. L’Inter torna a Milano a pezzi. Incerottata. Beffata. Amareggiata. Lo scenario peggiore possibile ma l’unico che può servire per mettere nuovamente ordine. Dal 2-3 saudita di Inter-Milan bisogna ripartire immediatamente correggendo tutti gli errori fatti nella gestione di questo evento quasi “extra calendario” ma in realtà già noto: compattare il gruppo verso gli altri obiettivi stagionali (sicuramente più importanti) e dare a tutti i calciatori la stessa possibiità di essere utile alla grande causa nerazzurra. (Il ciclo del)L’Inter di Inzaghi non può morire calcisticamente a Riad.