Pagine Romaniste
·1 June 2025
La vittoria di Luis Enrique e i rimpianti della Roma

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·1 June 2025
Pagine Romaniste (A. Leopardi) – La vittoria del PSG di ieri è, per più motivi, storica. La prima dei parigini coincide con la peggior sconfitta di una squadra italiana, l’Inter, mai realmente in campo nella serata di Monaco. Artefice di questo successo è sicuramente Luis Enrique, alla seconda Champions dopo quella conquistata nel 2014-2015 alla guida del Barcellona. Un allenatore visionario che, una volta venduto Mbappé, stella del calcio mondiale, oltre che francese, ha avuto il coraggio di dire, e dimostrare, che “senza di lui, la squadra è più forte”.
Detto, fatto. Il capolavoro dell’allenatore spagnolo è un genio di preparazione, coraggio e lungimiranza, in quanto trasformare Dembelé in un centravanti capace di aggredire subito il portiere avversario, è sinonimo di intelligenza calcistica fuori dal comune. Una capacità che, a Roma, non è stata vista o, quantomeno, apprezzata.
Nella stagione 2011-2012, la Roma si affida al tecnico fin lì semisconosciuto per provare a creare qualcosa di grande. Sponsorizzato da Pep Guardiola e allenatore della seconda squadra del Barcellona, fu autore di una stagione molto al di sotto delle aspettative: settimo in campionato, fuori praticamente subito dall’Europa League e sconfitta dalla Juve in Coppa Italia. Eppure oggi, a Roma, ci mangiamo le mani.
In una delle sue ultime conferenze, però, Luis Enrique si tolse qualche sassolino dalle scarpe. Parole che, ora più che mai, risultano attuali: “L’ambiente merita aiuto e la stampa dice bugie. Critico non per me ma per i successori: spero non vivano ciò che ho vissuto io”. Una domanda, quindi, a 13 anni da quella conferenza, viene spontanea: “Il problema della Roma è sempre e solo l’allenatore?”.
E dopo 13 anni, le domande ritornano a essere le stesse: riuscirà Roma a creare un ambiente sempre unito in tutto e per tutto? A Gasperini l’arduo compito di riuscire in questo.