Le sfide legali ed economiche negli investimenti sulle infrastrutture sportive: il parere degli esperti | OneFootball

Le sfide legali ed economiche negli investimenti sulle infrastrutture sportive: il parere degli esperti | OneFootball

Icon: Calcio e Finanza

Calcio e Finanza

·19 March 2025

Le sfide legali ed economiche negli investimenti sulle infrastrutture sportive: il parere degli esperti

Article image:Le sfide legali ed economiche negli investimenti sulle infrastrutture sportive: il parere degli esperti

Quali sono le principali sfide legali ed economiche, ma non solo, che caratterizzano gli investimenti e la gestione degli impianti sportivi in Italia? Un tema intorno al quale si sono confrontati diversi professionisti ed esperti del settore, intervenuti durante l’evento “Infrastrutture e Sport: una ricchezza per il Paese” organizzato da PWC con Calcio e Finanza. In particolare, l’argomento è stato approfondito nella tavola rotonda “Gestire la complessità degli investimenti in infrastrutture sportive: una visione olistica tra quadro normativo, strumenti finanziari, permitting e processo di realizzazione e gestione degli asset”, moderata dal direttore di Calcio e Finanza Luciano Mondellini e in cui sono intervenuti Riccardo Maria Togni (Partner PwC Italia), Luca Stabile (Director Arup), Armando Simbari (Founding Partner Simbari Avvocati Penalisti) ed Enrico Lubrano (Avvocato Studio Legale Lubrano e Associati).

«Oggi lo stadio non è più solo un impianto sportivo, ma un’infrastruttura integrata nell’ecosistema urbano, un motore per la rigenerazione e la crescita del territorio – ha esordito Riccardo Maria Togni, “padrone di casa” per l’occasione nell’evento andato in scena al 27° piano della Torre PwC a Milano -. Un tempo, gli stadi erano principalmente luoghi di sport, ma ora sono diventati poli di sviluppo urbano, progettati per stimolare la riqualificazione delle aree circostanti, migliorare la viabilità, i trasporti e creare nuovi spazi culturali».


OneFootball Videos


«Lo stadio deve diventare un luogo attivo tutto l’anno, contribuendo alla crescita economica e sociale, come dimostrato da esempi come il nuovo stadio del Real Madrid. Lo stadio è diventato un asset strategico, un valore per la squadra e per la comunità, rafforzando il senso di appartenenza. In Italia, il modello tende a concentrarsi su una sola struttura polifunzionale, come quello che si sta sviluppando a Milano, per garantire efficienza economica e gestionale. Tuttavia, il principale ostacolo in Italia resta la lentezza del processo autorizzativo, che rallenta lo sviluppo delle infrastrutture sportive, creando difficoltà soprattutto per i comuni di piccole e medie dimensioni».

Article image:Le sfide legali ed economiche negli investimenti sulle infrastrutture sportive: il parere degli esperti

Riccardo Maria Togni, Partner PwC Italia (foto Calcio e Finanza)

«Il sistema attuale non è sostenibile, e per questo il Ministero dello Sport sta lavorando alla creazione di centri di competenza centralizzati, per migliorare la gestione di progetti complessi. L’obiettivo è sviluppare un know-how specifico attraverso professionisti con esperienza nella gestione di più progetti, non solo di un singolo stadio. Un approccio completo e integrato, che unisca competenze giuridico-amministrative, economiche e di analisi costi-benefici, è essenziale per garantire il successo nella pianificazione e realizzazione degli impianti sportivi, con un impatto positivo sul territorio».

Luca Stabile, Director di Arup, ha portato il suo punto di vista sugli aspetti strutturali e non solo: «La nostra società, con esperienza internazionale nel settore degli stadi, applica le best practice globali per facilitare il dialogo con gli stakeholder, inclusi squadre, amministrazioni e cittadini. In progetti complessi come quello di Firenze, la partecipazione di numerosi soggetti è fondamentale, e la gestione delle difficoltà in città più piccole richiede un approccio strutturato», le sue parole durante l’evento.

«In Italia, gli stadi sono perlopiù pubblici, quindi è essenziale comunicare chiaramente le difficoltà e supportare chi affronta per la prima volta progetti di questa portata. Un impianto sportivo impatta sulla città, quindi è importante una comunicazione chiara che integri aspetti tecnici e strategici. Il progetto di ristrutturazione del Bernabéu, ad esempio, ha migliorato non solo l’estetica, ma anche la vivibilità della zona, riducendo rumore e riflessi luminosi. Gli stadi moderni devono bilanciare sicurezza, sostenibilità e funzionalità, usando la digitalizzazione per monitorare in tempo reale e migliorare la gestione dei flussi».

Article image:Le sfide legali ed economiche negli investimenti sulle infrastrutture sportive: il parere degli esperti

Luca Stabile, Director Arup (foto Calcio e Finanza)

«L’introduzione di innovazioni è possibile, come nel caso dello stadio di Firenze, dove le autorità hanno ricevuto informazioni aggiornate da stadi globali. La sfida di preservare il patrimonio artistico e gestire gli scavi archeologici è rilevante in Italia, ma le esperienze globali creano valore che va oltre il singolo progetto. Il rinnovamento degli stadi esistenti richiede tempo e può essere complesso, ma soluzioni innovative, come stadi temporanei mobili e sostenibili, possono accelerare i lavori, anche per stadi più piccoli. La rigenerazione completa degli stadi, con lavori spostati all’esterno, può ridurre le interruzioni e velocizzare il processo di ristrutturazione», ha concluso.

I rischi sulla gestione e costruzione dei nuovi impianti non mancano nemmeno da un punto di vista legale. «Fare business comporta rischi, soprattutto nella costruzione di stadi e infrastrutture, dove aumenta il numero di terze parti coinvolte, come fornitori e subappaltatori», l’opinione di Armando Simbari (Founding Partner Simbari Avvocati Penalisti). «Le società devono prestare maggiore attenzione alla loro affidabilità non solo commerciale, ma anche legale, poiché le autorità giudiziarie monitorano la conformità fiscale e previdenziale dei fornitori, imponendo responsabilità anche ai committenti. Le misure preventive sono sempre più invasive, e fenomeni come il caporalato, soprattutto nei settori ad alta manodopera, possono coinvolgere le imprese, rischiando sanzioni o commissariamenti».

«Le aziende devono dotarsi di professionisti capaci di identificare segnali di allarme nei bilanci e nelle pratiche fiscali dei fornitori, come il mancato pagamento delle imposte. L’aumento delle competenze interne è fondamentale per svolgere controlli efficaci, soprattutto perché lo Stato spesso delega alle imprese il compito di monitorare la conformità alle normative. Implementare modelli di controllo interni, come il modello 231, è cruciale per prevenire problemi legali e garantire la compliance con le leggi vigenti».

Article image:Le sfide legali ed economiche negli investimenti sulle infrastrutture sportive: il parere degli esperti

L’avvocato Armando Simbari (foto Calcio e Finanza)

Al centro degli aspetti legali legati alla costruzione e gestione degli stadi in Italia c’è il decreto legislativo 38 del 2021, su cui si è concentrato l’intervento di Enrico Lubrano (Avvocato Studio Legale Lubrano e Associati). «Il Decreto Legislativo 38 del 2021 riguarda la disciplina del settore sportivo, con un focus su realizzazione, ristrutturazione e gestione degli impianti. Sebbene il legislatore abbia trattato questi temi come un’unica questione, le fasi di costruzione e gestione sono molto diverse. In questo ambito, il diritto è servente all’economia e alla società, bilanciando gli interessi finanziari delle imprese e quelli sociali delle amministrazioni. Le infrastrutture sportive, pur non essendo considerate “strategiche” nel diritto processuale, hanno una peculiarità che le rende fondamentali per il rapporto tra economia e società, pubblico e privato».

«Il decreto, che a mio modo di vedere risponde alle esigenze del settore, mira a disciplinarlo con un corpo normativo unico, che comprende sia stadi di vertice che impianti minori. L’esigenza di solidità finanziaria è centrale, sia per i grandi impianti delle grandi società, che basano il proprio business sui diritti TV e sul valore dei giocatori, sia per quelli di base, necessari per promuovere l’attività fisica. Oggi, con il riconoscimento dell’importanza dello sport nella Costituzione, ci troviamo in una fase cruciale per il settore, con l’Euro 2032 come obiettivo imminente».

Article image:Le sfide legali ed economiche negli investimenti sulle infrastrutture sportive: il parere degli esperti

L’avvocato Enrico Lubrano (foto Calcio e Finanza)

Gli stadi e la riforma del calcio

Gli esperti si sono infine confrontati sui potenziali impatti della riforma del calcio in mano al governo Meloni.

«In Italia, il problema non è la mancanza di leggi, ma la difficoltà di applicarle efficacemente ha esordito Riccardo Maria Togni (Partner PwC Italia) – Le normative dovrebbero facilitare, ma spesso hanno ostacolato. Lo stadio ha due dimensioni: calcistica e infrastrutturale, con impatti sul territorio, che devono essere bilanciate nei progetti. Il tema della rigenerazione urbana legata agli stadi è importante, ma ancora non ci sono effetti concreti».

«Cosa manca? Una cabina di regia centrale con norme applicabili a tutti gli stadi e le infrastrutture sportive. Inoltre, il diritto allo sport e alla salute è cruciale, non solo per gli stadi, ma anche per i campetti di periferia. Il beneficio sul territorio diminuisce con la dimensione dell’opera: i piccoli impianti hanno un impatto maggiore rispetto ai grandi stadi».

Article image:Le sfide legali ed economiche negli investimenti sulle infrastrutture sportive: il parere degli esperti

(foto Calcio e Finanza)

«Tuttavia, queste opere devono essere sostenibili finanziariamente. Le società devono avere solide basi patrimoniali per garantire i costi. Il calcio italiano è in ritardo rispetto ad altri campionati, ma si potrebbe pensare a investimenti pubblici, come fondi pensione e assicurazioni, per finanziare progetti sportivi con obiettivi sociali. Un fondo dedicato alle infrastrutture sportive potrebbe essere un approccio utile. Le riflessioni del ministro sono positive, e un progetto unitario centrale potrebbe portare a risultati concreti», ha concluso.

«Partendo da esempi esteri, c’è un elemento che ha portato il successo di quei progetti e che, purtroppo, non vediamo ancora nelle nostre idee progettuali in Italia: l’integrazione della cultura nelle infrastrutture sportive, come l’inserimento delle università. Le università hanno uno spazio all’interno di queste strutture, creando un indotto che non è esterno, ma inserito nell’infrastruttura sportiva», il parere di Luca Stabile (Director Arup).

«Un altro aspetto interessante riguarda il benessere, che non è solo legato allo sport, ma anche alla salute e alla qualità della vita. Lo sport non è solo una questione di diritto, ma di miglioramento del benessere e prolungamento della vita. Portare servizi medici, assistenza preventiva e trattamento dei traumi all’interno delle infrastrutture sportive è un valore aggiunto. Questi elementi contribuiscono a creare infrastrutture migliori e a generare un indotto utile anche ai servizi della città, rispondendo ai bisogni reali della popolazione», ha concluso.

«Per quanto riguarda il tema della legislazione, il nostro legislatore, anche quello penale, non brilla per chiarezza. Le società committenti di appalto hanno responsabilità specifiche e devono evitare fenomeni illeciti lungo la catena di fornitura, ma non vengono indicate le best practice da seguire. Se si compiono determinate azioni, si è esenti da rischi? Ovviamente, il rischio zero non esiste, ma c’è la possibilità di minimizzare i rischi», il commento di Armando Simbari (Founding Partner Simbari Avvocati Penalisti).

«Credo che, al di là della crescente sensibilità delle aziende e delle società sportive su questi temi, stia aumentando la collaborazione preventiva tra autorità giudiziaria, amministrativa e le aziende, soprattutto in eventi importanti come il campionato europeo o la realizzazione di grandi infrastrutture. Le infrastrutture di eventi come il Mondiale o l’Europeo sono attraenti anche dal punto di vista mediatico e reputazionale, aumentando la necessità di lavorare in modo preventivo, con una collaborazione trasparente», ha concluso.

«L’ultima considerazione la farei da cittadino, non da avvocato. Questo è un settore che richiede competenze diversificate: tecnico-ingegneristiche, economico-finanziarie, manageriali e giuridiche. Quanto alla parte giuridica, credo che la disciplina attuale sia adeguata, ma si può passare dalla disciplina positiva alla sua effettiva realizzazione, con un giusto approccio culturale», ha aggiunto Enrico Lubrano (Avvocato Studio Legale Lubrano e Associati).

«La chiave è negli incontri di discussione come questo, che andrebbero ripetuti. L’imprenditore deve capire che si tratta di un settore speciale, con ricadute sociali, e non possono esserci solo logiche imprenditoriali. Questo settore va spinto, non frenato. L’imprenditore deve spingere fino al limite consentito dal legislatore, mentre l’amministrazione deve capire che l’interesse pubblico coincide con quello dell’imprenditore, se orientato in sinergia, in un equilibrio naturale nel nostro diritto amministrativo. Questo settore strategico è fondamentale», ha concluso.

View publisher imprint