Marotta spiega: «Proprietà straniere fondamentali. Sostenibilità, non soldi sperperati!» | OneFootball

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·1 April 2025

Marotta spiega: «Proprietà straniere fondamentali. Sostenibilità, non soldi sperperati!»

Article image:Marotta spiega: «Proprietà straniere fondamentali. Sostenibilità, non soldi sperperati!»

Giuseppe Marotta, Presidente dell’Inter, ha indicato la sua visione in merito all’ingresso di sempre più investitori stranieri nel calcio italiano. Poi un elogio al fondo Oaktree, di cui si sottolinea un approccio intelligente.

IL COMMENTOGiuseppe Marotta è intervenuto a margine del Merger&Acquisition Summit 2025 de Il Sole 24 Ore, trattando innanzitutto del tema delle sue esperienze nel mondo del calcio: «Io sono un po’ datato, in 47 anni di attività ho visto un’evoluzione calcistica e la gestione da parte di proprietà diverse (anche all’Inter, ndr.). Ho avuto la possibilità di lavorare con profili proprietari differenti, tra cui uno folcrolistico come Maurizio Zamparini al Venezia. Alla Sampdoria sono stato con ERG, alla Juventus avevamo Exor come mamma, infine all’Inter ho vissuto la prima esperienza con Suning. Poi mi sono trovato ad essere Presidente, cosa che non avrei mai immaginato, grazie alla fiducia di Oaktree nei miei riguardi».


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LA SITUAZIONE – Marotta ha poi proseguito occupandosi delle innovazioni della modernità: «Stiamo assistendo a un mondo che si è evoluto, che è cambiato radicalmente a livello regolamentare, sportivo e tecnologico. A cambiare però è stato proprio l’ambito aziendale: fortunatamente sono arrivate le proprietà straniere. Menomale Milano ha due proprietà straniere… immaginate quali difficoltà avremmo avuto senza Zhang e Oaktree, da un lato, ed Elliott e RedBird dall’altro».

IL CAMBIAMENTO – Marotta ha così concluso: «Nel 2011 tutte le proprietà della Serie A erano italiane, oggi sono per la maggior parte straniere. Venivamo dal mecenatismo, all’epoca si dava assoluta priorità all’aspetto sportivo su quello economico. Oggi, e dico per fortuna dato che viviamo in un mondo al limite dell’etica, in cui gli stipendi andrebbero ridimensionati, ci troviamo di fronte a fondi di investimento che vengono in Italia per fare della sostenibilità l’obiettivo principale, non per dispensare soldi».

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