Napoli, un altro episodio spiacevole: rubata la macchina di Politano | OneFootball

A lanciare l’esclusiva è CalcioNapoli24: dopo Neres e Juan Jesus, anche Matteo Politano è stato vittima di uno spiacevole episodio. L’ennesimo nel capoluogo campano.

E’ il terzo caso in poco più di un mese. Tutti accomunati da un fattore: il bersaglio. I giocatori del Napoli. Prima David Neres, poi Juan Jesus, infine Matteo Politano. Il primo fu minacciato e derubato soltanto mese fa, l’auto del secondo è stata trovata ieri completamente scassinata, la Smart dell’attaccante italiano è stata rubata mentre era a cena fuori. Il giocatore si trovava infatti in un ristorante a Posillipo quando, una volta uscito, non ha più trovato la sua auto. Un episodio che si aggiunge, purtroppo, ad una lunga lista di precedenti.

Napoli, non solo Politano: i precedenti

Sono tanti i calciatori coinvolti in spiacevoli casi di cronaca nel capoluogo campano. Nel 2008, ad esempio, a Marek Hamsik fu sottratto un rolex da 25 mila euro. Parallelamente, venne rubata la BMW appartenente a sua moglie. Non solo: a Zuniga fu puntata una pistola in faccia, Behrami fu minacciato di morte e alla moglie di Lavezzi venne rubato un prezioso orologio.

Persino Edinson Cavani è finito nel mirino di una banda di criminali, che gli rubarono un orologio nella sua abitazione. Si segnalano, infine, le rapine ai danni di Insigne, Milik e Allan, senza dimenticare gli episodi con protagonisti, loro malgrado, Zielinski, Kim, Kvaratskhelia e..la Panda di Spalletti.

Esiste un legame con la malavita? Le parole di Corbo

Ad esprimersi sull’accaduto è stato il giornalista di Repubblica Antonio Corbo, intervenuto a Radio Kiss Kiss Napoli per commentare quanto successo a Politano:

“Avanzo una ipotesi: quella che tutti gli episodi che hanno colpito in qualche modo i calciatori del Napoli siano in qualche modo collegati. Sono stati presi di mira tre giocatori in poco tempo. Aurelio De Laurentiis, nel corso della sua gestione del club, non ha consentito a determinati personaggi di avvicinarsi alla squadra. Potrebbe essere un avvertimento… Ma naturalmente si tratta solo di una ipotesi, di una mia teoria, saranno poi gli inquirenti a svolgere le indagini del caso”.