Pezzotti: «Vialli e Mancini erano agli opposti, Boskov non era quello che tutti credono. Le sue frasi? Alcune erano indimenticabili» | OneFootball

Pezzotti: «Vialli e Mancini erano agli opposti, Boskov non era quello che tutti credono. Le sue frasi? Alcune erano indimenticabili» | OneFootball

Icon: Sampnews24

Sampnews24

·11 February 2025

Pezzotti: «Vialli e Mancini erano agli opposti, Boskov non era quello che tutti credono. Le sue frasi? Alcune erano indimenticabili»

Article image:Pezzotti: «Vialli e Mancini erano agli opposti, Boskov non era quello che tutti credono. Le sue frasi? Alcune erano indimenticabili»

Narciso Pezzotti, vice allenatore della Sampdoria con Bersellini e Boskov, ricorda il periodo passato in blucerchiato: le parole

Nel corso di una lunga intervista concessa ai taccuini de La Gazzetta dello Sport Narciso Pezzotti, vice allenatore della Sampdoria dal 1984 al 1992 con Bersellini e Boskov, ha ricordato il periodo passato in blucerchiato, culminato nella vittoria della Serie A nel 1991. Di seguito un estratto delle sue parole:

VIALLI E MANCINI – «Vialli e Mancini? Erano agli opposti. Vialli un gentleman, un metodico che ha bisogno di punti fissi per sentirsi sicuro. È un tornante, capisce che deve cambiare ruolo per diventare grande, comincia a studiare da centravanti. Dopo l’allenamento ci fermiamo io, lui, Bonetti, il secondo portiere Bocchino, per insegnargli a ricevere palla spalle alla porta, fare la finta e girarsi dall’altro lato.»


OneFootball Videos


MANCINI ALLENATORE – «Se mi sorprende Mancini allenatore? Sì. È un timido con le esplosioni dei timidi, tutto estro e fantasia. Mantovani lo capisce e lo lascia fare. Dopo una stagione deludente, va dal presidente: “Non merito lo stipendio. Mi dia di meno la prossima stagione”. E Mantovani: “Robi, torna quando sei più lucido…”. Ora guida un gruppo, al tempo aveva dificoltà a guidare sè stesso. Era un po’ sovrappeso, ora è magro, corre. Ha fatto un grande lavoro.»

BOSKOV – «Boskov? Non era quello coreografico che tutti credono. Io arrivo alla Samp dal Torino con Bersellini, un burbero, un montanaro emiliano, persona squisita che però incute freddezza. Entra in spogliatoio e tutti si zittiscono. Quando lo sostituisce Boskov, serve un italiano con il patentino: io sono lì. Boskov è straordinario, fa finta di ascoltare Vialli e Mancini, ma decide lui. Controlla tutto, chiama a casa i giocatori.»

SAMPDORIA – «La mia Samp bellissima con tutti i piccoletti. Ma comincia a vincere quando capisce che servono praticità e fisico. Prende Briegel, Katanec, Cerezo, giochiamo meno bene, ma che squadra. Un austroungarico che ha regole e pretende che le rispettiamo. “Noi siamo la Samp”, dice quando arriva. Noi, che non abbiamo vinto niente, lo guardiamo straniti. Impone di andare con la divisa sociale perché “l’immagine conta”.»

FRASI DI BOSKOV – «Le frasi, alcune indimenticabili. “Gullit è cervo che esce di foresta” nasce perché lui in Jugoslavia faceva caccia grossa, andava con il capocaccia, la muta dei cani, il tricorno. Quando il cervo, maestoso, enorme, esce dalla foresta, il capocaccia ne annuncia il valore: oro, argento, bronzo…»

View publisher imprint