Pagine Romaniste
·6 November 2024
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Corriere dello Sport (J. Aliprandi) – L’Union Saint-Gilloise e il Bologna prima della sosta. Poi il Napoli, ilTottenhame l’Atalanta. Dire che per la Roma queste prossime settimane saranno decisive è riduttivo. La squadra si gioca tutto, così come il proprio allenatore che adesso è chiamato alla risposta per continuare a restare sulla panchina della Roma. Perché le rassicurazioni dei Friedkin valgono fino a un certo punto, anzi, fino a domenica probabilmente, poi durante la sosta tutto potrà accadere. Ecco perché la scossa dovrà arrivare già da domani, con un segnale di forza contro la squadra belga e poi una vittoria all’Olimpico sotto gli occhi – probabilmente – dei Friedkin. Per questo Juric sta lavorando giorno e notte al Fulvio Bernardini che non ha mai lasciato da quando è sbarcato nella Capitale, poco meno di 50 giorni fa, per questo adesso si aspetta una reazione dalla squadra e da quei senatori che devono essere un punto di riferimento per tutto il gruppo.
La ricerca della mentalità è il primo tassello per la risalita. “La Roma non ha una mentalità vincente. Voglio un’altra cattiveria, anche giocando meno bene”. Ecco, quella che non si è vista contro il Verona tra svarioni ed errori grossolani e clamorosi che sono costati tre punti. Come quello di Zalewski dopo tredici minuti dall’inizio della partita: “Raramente ho subito questi erorri in carriera, sono grossolani di un ragazzo che sta facendo anche bene. L’allenatore può solo accettarlo e fargli alzare il livello di concentrazione. È necessario analizzare questo aspetto, capire perché accadono questi blackout nel corso di una gara”. Plasmare la testa dei giocatori per ritrovare quella fiducia che dall’inizio della stagione è sempre mancata. Per questo motivo ieri ha concesso un giorno di riposo alla squadra nonostante la gara ravvicinata di Europa League, per questo motivo gli allenamenti sono mentalmente poco stressanti ma incentrati tanto sul lavoro col pallone, con esercizi anche divertenti e partitelle competitive. Il croato vuole rafforzare il feeling di squadra e creare un legame più solido. Dopo il gol di Magnani, una rete da annullare per la gomitata a N’Dicka, nessuno è andato a protestare con l’arbitro ma tutti si sono mestamente riposizionati in campo in attesa del fischio di ripresa della gara. Ecco, questo deve cambiare già da domani.
Testa e gambe, serve uno sforzo in più in tutti gli aspetti. Così come negli sviluppi tattici di squadra, quelle soluzioni offensive e i movimenti in campo che non stanno dando i frutti sperati. Il possesso palla visto nelle ultime partite, da 60-70 ma anche 80% non raccoglie né vittorie né quella padronanza della gara. Anzi. Come visto sia contro la Fiorentina sia contro il Verona, alla fine quel possesso sterile non è servito a evitare la sconfitta né a evitare quelle transizioni avversarie risultate poi letali. La squadra è troppo lunga, sbaglia le ripartizioni dei compiti tra i giocatori e lascia spazio a ripartenze che poi si tramutano in occasioni pericolose e gol. E inevitabilmente a una perdita di fiducia nel corso della partita. La frustrazione di inseguire all’indietro l’avversario quando il baricentro è alto non è certo da sottovalutare.
Juric deve poi ritrovare quei giocatori che devono assumersi più responsabilità, che devono guidare la squadra da veri leader. Primo tra tutti Pellegrini che anche contro il Verona è stato tra i peggiori e sta vivendo il suo periodo più delicato della carriera. Non solo lui: Mancini, N’Dicka, Cristante, Angeliño e Dybala hanno bisogno di ritrovare la migliore forma per cambiare il volto della Roma in questa stagione. Cinque punti dalla zona retrocessione, nove dalla qualificazione in Champions: Juric deve puntare inevitabilmente sui senatori per inanellare una serie di risultati positivi che darebbero maggiore respiro a lui e alla squadra.
Foto: [Paolo Bruno] via [Getty Images]