Viaggio all’interno dell’Allianz Stadium: dalle aree hospitality alle sale controllo, tutti i segreti di come funziona lo stadio nei giorni di gara | OneFootball

Viaggio all’interno dell’Allianz Stadium: dalle aree hospitality alle sale controllo, tutti i segreti di come funziona lo stadio nei giorni di gara | OneFootball

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Calcio e Finanza

·8 April 2025

Viaggio all’interno dell’Allianz Stadium: dalle aree hospitality alle sale controllo, tutti i segreti di come funziona lo stadio nei giorni di gara

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Un viaggio esclusivo nelle aree più segrete dell’Allianz Stadium, passando dalle sale hospitality (dove si possono incontrare dai tifosi più noti ai membri della famiglia Agnelli) per giungere agli angoli più nascosti, come le zone di sicurezza e controllo dove team composti da maestranze Juventus e forze dell’ordine assicurano che ogni cosa vada per il meglio per chi assiste alle partite. Il tutto per scoprire i segreti dell’impianto che dal 2011 non solo è la casa del club bianconero, ma anche una importantissima sorgente di entrate economiche.

In occasione della sfida contro il Genoa di sabato 29 marzo (vinta 1-0 dalla Juventus), Calcio e Finanza ha avuto l’enorme piacere di essere ospite della società torinese nel suo stadio e per questo vuole dire grazie al club bianconero nella sua interezza, dal presidente Gianluca Ferrero e l’amministratore delegato Maurizio Scanavino sino ai gradi più bassi della gerarchia vista l’accoglienza ricevuta da tutti noi. Nei prossimi giorni per altro sul canale You Tube di Calcio e Finanza saranno disponibili diversi interventi video di questo tour.


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Non solo, ma per approfondire il dietro le quinte della casa juventina e vedere da vicino come funziona da un punto di vista organizzativo la macchina messa in piedi dalla società nei giorni delle partite, Juventus ha messo a disposizione un cicerone d’eccezione: ovvero Francesco Gianello, il Facilities Management Director della Juventus. Gianello è entrato nel club bianconero nel dicembre 1998,come segretario del Settore Giovanile e in seguito diventando Responsabile della Segreteria Sportiva.  A partire dall’ottobre 2010, Gianello ha assunto il ruolo di Head of Stadium, e nell’ottobre 2018 è diventato Head of Stadium and Facilities, ruolo ulteriormente completato nel 2020 con la promozione a Head of Facilities Management. Un’autorità del settore, tanto che non a caso il manager torinese è stato nominato anche presidente di ESSMA (European Stadium and Safety Management Association), l’associazione che riunisce i professionisti del settore degli stadi in Europa.

Francesco Gianello (Foto: Calcio e Finanza)

DAL J|HOTEL ALLO STADIUM

Entrando nelle specifico il viaggio è iniziato al J|hotel, l’albergo adiacente alla sede del club e ai campi di allenamento della Continassa, in un’ala dedicata e inaccessibile ai tifosi, presenta stanze riservate a disposizione di calciatori e staff durante tutto l’arco della settimana. Negli altri spazi invece appassionati che vogliono immergersi anche dal giorno prima della gara nell’esperienza Juventus possono prenotare una camera per pernottare o pasteggiare al ristorante situato al piano terra, dove per altro l’hotel, diretto da Massimiliano Moncalieri,  dispone anche di una area per riunioni aziendali, dove in ogni giorno della settimana c’è una notevole attività di convegnistica.

Anche questa struttura è marchiata Juventus: i colori dominanti sono ovviamente il bianco e il nero e sono presenti simboli pivotali del club, tra i quali spicca la panchina di Piazza Vittorio Veneto sulla quale ad un gruppo di studenti del liceo Massimo d’Azeglio venne in mente di fondare la Juventus nel 1897.

Aperto ufficialmente il 24 Agosto 2019 e inaugurato il 19 Novembre del 2019, il J|hotel è un progetto realizzato insieme a Lindbergh Hotels. Si tratta del primo hotel in Italia di proprietà di una squadra di calcio. Successivamente il 3 luglio 2020 il Club ha acquisito da Lindbergh Hotels il 60% della quota di partecipazione di B&W Nest, divenendo unica proprietaria del capitale sociale della società e conseguentemente dell’hotel. L’hotel è pensato sia per chi viaggia per lavoro o per piacere, sia per chi vuole vivere a pieno un’esperienza bianconera a due passi dallo stadio.

Di lì il tour si è spostato all’Allianz Stadium. Un impianto, inaugurato nel 2011, che però non molti sanno rappresenta una sintesi tra passato e innovazione. a struttura ha infatti un legame profondo con il vecchio Stadio delle Alpi, poiché alcuni elementi della precedente infrastruttura sono stati mantenuti e riadattati. Un esempio evidente di questo approccio è l’atrio di ingresso delle aree hospitality, che esisteva già e ospita oggi anche uno store ufficiale della Juventus. “Non è uno stadio completamente nuovo, ma uno stadio che ha subito una profonda trasformazione tra il 2009 e il 2011. Il grosso della struttura è del vecchio Delle Alpi”, ha spiegato Gianello.

Già negli anni ’90, ha spiegato il manager,  il club bianconero cominciò a pensare a una nuova soluzione, poiché il Delle Alpi era costoso da mantenere e poco funzionale. Inoltre, l’impianto aveva problemi logistici, come la visibilità ridotta e il rischio di rinvio delle partite per “semplici” condizioni meteorologiche avverse, come la nebbia. Di qui nel 2003 la Juventus acquistò lo stadio con l’obiettivo di trasformarlo nella vera casa dei tifosi bianconeri, arrivando poi fino all’inaugurazione del 2011.

DA SIVORI A GIANNI E UMBERTO AGNELLI, LE AREE HOSPITALITY

Uno dei temi centrali e che occupa più persone nello stadio nei giorni di gara è quello legato all’hospitality. Sono nove in particolare le aree hospitality all’interno dello stadio, dedicati a grandi personaggi e campioni della storia bianconera e complessivamente hanno una capienza di oltre 4.000 persone nel giorno di gara.

Le lounge principali sono:

  • il Club Gianni e Umberto Agnelli;
  • il Legends Club, separato dagli altri, con la presenza di chef stellati per eventi esclusivi e con vista diretta sul campo.
  • la Tribuna 100, dal nome della lounge del vecchio Delle Alpi inaugurata nel 1997 per il centenario del club;
  • Il Club Boniperti;
  • e il Club Sivori

Diverse sono inoltre le particolarità di queste aree. A partire dal fatto che l’ingresso dell’hospitality è lo stesso che viene utilizzato dalla squadra per arrivare allo Stadium, facendo così vivere ai tifosi presenti anche l’arrivo dei giocatori all’impianto prima della gara. In più, fin dall’ingresso viene eliminata la necessità di biglietto: chi accede all’area hospitality ha un accesso rapido grazie a palmari con lettore laser e un braccialetto identificativo, il cui colore è riconosciuto dalle hostess per facilitare gli ingressi.

L’atrio, come detto, è “ereditato” dal Delle Alpi, così come gli spazi delle due aree hospitality più ampie: parliamo cioè del Club Sivori (ambiente informale con spazi stile streetfood, può ospitare fino a 1.400 persone senza posti a sedere) e del Boniperti Club (672 posti a sedere non assegnati), entrambe ricavate da quelli che erano i garage vip del vecchio stadio.

Il luogo più esclusivo è invece il Club Gianni e Umberto Agnelli, con posti a sedere già assegnati e indicati direttamente dalle hostess e dagli steward, che sanno dove ogni ospite si deve accomodare. Un’area molto utilizzata anche per eventi aziendali e non solo per le partite, con un utilizzo crescente nel tempo. Nonostante l’impatto percentuale sui ricavi dello stadio non sia preponderante, le possibilità di business extra calcistici stanno aumentando per il club bianconero, con eventi corporate anche di aziende non legate direttamente alla Juventus.

(Foto: Calcio e Finanza)

Tutto il catering è di altissimo livello visto che è gestito dalla cucina tristellata di “Da Vittorio”, il ristorante bergamasco della famiglia Cerea. E si tratta di un impegno non di poco conto: non a caso, sono cinque le cucine presenti all’interno dello Stadium, di cui due principali da 600mq, capaci di cucinare fino a 4.200 pasti. Il personale impiegato nei giorni di partita è di circa 450 persone solo per il catering, mentre il totale dello staff coinvolto raggiunge le 1.600 unità.  Nel caso, ad esempio, di partite alle 18 come quelle col Genoa, la sfida è resa ancora più complicato dall’orario: i cancelli aprono alle 15:30, quindi non viene servito né pranzo né cena, ma una “merenda robusta”. Tuttavia, all’intervallo è poi necessario servire pasti caldi in soli 15 minuti, un compito che richiede un enorme sforzo organizzativo.

Alle aree hospitality, poi, si aggiungono anche 64 Skybox, ciascuno con 10 posti e servizio di ristorazione dedicato. Qui è possibile consumare i pasti direttamente nel box, garantendo agli ospiti il massimo del comfort. E, a proposito di confronto con il Delle Alpi, il tetto della struttura dell’area ristorante degli Skybox coincide con la zona dei seggiolini più alti del vecchio impianto.

In aggiunta a questi servizi ci sono poi le varie aree bar e ristorazioni distribuite all’interno dello stadio e accessibili a ogni tifoso presente all’Allianz. Alcuni di questi punti vendita sono con partnership dedicate con aziende specifiche e con varietà di prodotti al di là del classico panino. Il tutto senza preoccuparsi troppi dei classici paninari all’esterno dello stadio. “Non potendo contrastare la presenza dei chioschi esterni proviamo ad essere concorrenti imbattibili”, ha proseguito Gianello. “La presenza dei chioschi esterni deriva da concessioni rilasciate dal Comune, intorno agli stadi è naturale e normale ci siano queste concessioni. Da dopo la pandemia abbiamo fissato l’apertura dei cancelli a 2 ore e mezza prima della partita per provare a tenere i tifosi all’interno, offrendo food and beverage con lo stesso prezzo dell’esterno ma con un livello più alto”. In questo contesto, poi, sono presenti anche aree divertimento e contest dedicati ai tifosi, nell’area opposta alla tribuna principale, che offrono svago ai tifosi prima della gara.

(Foto: Calcio e Finanza)

STEWARDING E SICUREZZA, TEMI CENTRALI

Al centro delle operazioni per quanto riguarda il giorno delle gare c’è anche l’aspetto della sicurezza. E sotto questo aspetto si parte necessariamente dagli steward. Ogni matchday prevede un incontro di coordinamento il giorno precedente, a cui partecipano tutte le aree aziendali coinvolte nella partita, dalla parte sportiva al marketing, fino alla comunicazione e al brand management. Dopo la partita si tiene una riunione con le figure apicali dello stewarding per valutare eventuali problematiche, e un report viene inviato nella notte stessa al presidente e all’amministratore delegato e in generale il top management.

Anche l’operatività degli steward in generale inizia il giorno prima della partita, con la gestione della modulistica e della logistica, compresa la distribuzione di centinaia di chiavi e l’organizzazione delle cassette con la dotazione necessaria a svolere l’attività. Il giorno della partita, con un sistema automatizzato vengono distribuite e assegnate le pettorine agli steward, con gestione che serve non solo per sapere chi è fisicamente presente allo stadio per quanto riguarda i pagamenti e i voucher ma anche in caso di richiesta, ad esempio, da parte della Procura Federale. Fondamentale – come spiegato da Margherita Ghidoni, Stewarding Operations Specialist – è anche l’utilizzo dei palmari, su cui vengono poi scaricati tutti i dati relativi al ticketing.

Per quanto riguarda gli aspetti operativi nel matchday, cinque ore e 15 minuti prima della gara si svolge un briefing tra i responsabili delle aree più sensibili, seguito da un incontro tra i responsabili con i 50-60 capi unità che, a loro volta, concludono con un ulteriore briefing con 10-12 persone chiave di ogni unità.

L’accesso allo stadio è regolato da un sistema avanzato di controllo che integra il viso, il viso sul documento d’identità e il codice a barre del biglietto. Se i dati non coincidono, l’accesso viene negato già al prefiltraggio, prima del tornello, anche per evitare code. Dopo gli attentati di Parigi del 2015, che hanno riguardato anche lo Stade de France, la Juventus inoltre ha implementato anche una tecnologia di metal detector simile a quella degli aeroporti, per cercare di neutralizzare anche minacce di questo tipo.

Allianz Stadium (Foto: Calcio e Finanza)

LA SALA DI CONTROLLO TRA SISTEMI E SICUREZZA

Entrando poi nelle aree di attività più segrete ci sono poi settori aziendali che gestiscono la sicurezza. Da un lato una sala di controllo legata all’impianto e al monitoraggio di tutte le componenti elettroniche, che permette la gestione centralizzata di allarmi e monitoraggi che avrà, nel medio termine, l’obiettivo di implementare una manutenzione predittiva per individuare in anticipo eventuali guasti e migliorare la gestione dell’impianto. Lo stadio è attivo tutta la settimana, con un sistema di gestione dei consumi ottimizzato per ridurre gli sprechi energetici, accendendo e spegnendo luci e riscaldamento in base alle necessità operative.

L’altra area di controllo è quella legata al GOS, il Gruppo Operativo Sicurezza. In particolare, il GOS si riunisce normalmente10 giorni prima di ogni match per valutare il livello di rischio, considerando non solo le tifoserie ma anche fattori esterni come eventi concomitanti e condizioni climatiche. Il GOS è presieduto da un alto dirigente della Questura di Torino e ne fanno parte la Juventus, l’Assistenza Sanitaria, i Vigili del Fuoco, la Polizia locale e le forze dell’ordine tra Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato. Il sistema di stewarding, invece, è sotto il controllo diretto del Delegato per la Gestione dell’evento (DGE) della Juventus, anche durante la partita.

Quattro giorni prima della gara si fa una seconda riunione più nel dettaglio, in cui viene presentato il piano di gestione dello stewarding e della sicurezza per la partita che viene sottoposto all’approvazione del gruppo. Ulteriori riunioni poi vengono svolti nei giorni immediatamente precedenti la gara.

Nel giorno della partita, poi, l’intera gestione dei tifosi è demandata al team di steward, sotto la supervisione dei dirigenti di cui sopra. Nella sala operativa del GOS sono presenti cinque addetti che, tramite telecamere di nuova generazione, possono sostanzialmente monitorare tutto quello che avviene dentro e nelle zone limitrofe dello stadio su richiesta dei dei funzionari di Pubblica  Sicurezza. Le telecamere consentono uno zoom molto potente, che permette di fatto anche di visualizzare i volti di chi eventualmente commette atti vietati dal regolamento dello stadio, in modo tale che la Juventus e poi le forze dell’ordine possano intervenire. Tutto il video legato al giorno della partita viene registrato e salvato, in modo tale che anche dopo la conclusione della gara si possa tornare indietro nel video in caso di necessità, andando poi a incrociare la figura di chi commette questi comportamenti con le immagini immagazzinate al momento dell’ingresso dello stadio.  “Non usiamo il riconoscimento facciale, ma noi guardando il settore sappiamo da che tornello è entrato e quindi possiamo di fatto risalire ai suoi dati – ha spiegato Gianello -. Pagavamo centinaia di migliaia di euro di sanzioni come responsabilità oggettiva, oggi le abbiamo praticamente azzerate”.

Per quanto riguarda il settore ospiti, non sono mai stati registrati gravi problemi, grazie anche alle tecnologie avanzate e al codice di gradimento applicato anche ai tifosi avversari ai quali quindi viene posto il divieto di tornare allo Stadium, con i bianconeri che sono tra i pochi club che lo applicano in questa maniera. La società, inoltre, anche in caso di danneggiamento da parte della tifoseria ospite della struttura, interviene dopo ogni gara. “Abbiamo rilevato che spendiamo molto meno rimettendo a posto dopo ogni partita che non farlo due volte all’anno. Poi c’è il tema di come vengono accolti i tifosi, per noi è importante che trovino i bagni in perfette condizioni, le porte che si chiudono e simili”, ha aggiunto Gianello.

L’ACCESSIBILITÀ PER I DISABILI

Uno dei temi al centro dell’operatività dello stadio è anche l’accessibilità. L’impianto è attrezzato per accogliere persone con disabilità e tra le ultime novità ci sono anche le postazioni per i cani guida per i tifosi ciechi: nel regolamento d’uso dello stadio c’è scritto che non possono entrare gli animali, ma l’eccezione legata ai cani guida ha portato anche alla creazione di tre box in plexiglass per ospitarli (in modo da evitare che si agitino stando nella tribuna normale). “Avevo visto immagini degli stadi inglesi con i cani guida sacrificati vicino al padrone, alle prese con la confusione e il rumore. Noi abbiamo creato tre box in plexiglass dove possono accucciarsi senza che vengano disturbati. Cerchiamo di modernizzarci anche sotto questo punto di vista”, ha spiegato Gianello. Un servizio, a breve disponibile, che si aggiunge a quello dell’audiocronaca della gara, sempre dedicata ai tifosi ciechi presenti all’interno dello stadio, e anche traduzione nella lingua dei segni italiana dei messaggi di servizio, oltre che del Club cantati prima delle partite nazionali e internazionali. “Il team ESG sta lavorando molto in questa direzione, è bello lavorare anche con la parte corporate per trovare le giuste soluzioni. È bello vedere l’entusiasmo di chi viene coinvolto a livello di fornitori, non lo fanno perché è una committenza perché possono fare qualcosa di bello”.

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