Cagliarinews24
·24 de enero de 2025
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Il Cagliari, di Davide Nicola, ha sfidato il Torino di Paolo Vanoli in trasferta. Il tecnico granata ha parlato nel post gara. Le sue parole in conferenza stampa:
MENTALITA’ – «Questa squadra è da un mese che mentalità e atteggiamento diversi: nella prima parte ci sono stati tanti cambiamenti, non era facile trovare la giusta ma l’abbiamo trovata. La gara di Firenze ci ha dato autostima, in 10 per più di un’ora recuperando contro una grande squadra. E oggi è la ciliegina sulla torta della nostra crescita. Ci sono cose da migliorare, ma ci meritiamo la vittoria perché era da tanto che la cercavamo»
DIFESA – «Da quando sono arrivato si parla solo di questo, io vorrei segnare di più. Anche con la difesa si vedevano miglioramenti: il cambio di modulo non è stato perché non funzionava la difesa a 5, ma perché per caratteristiche senza Duvan potevamo migliorare. E poi quando prendi i giocatori all’ultimo, devi capire la loro situazione e condizione come il caso di Maripan o di Adams, il calcio italiano non è facile. La squadra sta bene, lo ha dimostrato e possiamo fare di meglio. A volte servirebbe maggiore fluidità»
VLASIC – «Lo abbiamo dimostrato all’inizio, siamo stati primi. Poi, quando si perdono giocatori importanti, lo accusi. E noi lo abbiamo accusato in campo e in spogliatoio, perché Duvan era un leader. Ora abbiamo trovato una nuova strada. Vlasic? Deve riconoscere lo spazio, al di là del suo ruolo. Ma nessuno menziona la gara di Tameze: sembrava fuori dal progetto, io non ho mai messo nessuno fuori dal progetto. Come Sanabria, è un nostro giocatore e non deve mollare»
ADAMS – «Deve essere solo l’inizio, sappiamo che giocatore è. Lui sa determinare, deve esserne cosciente e sapere di essere importante per questa squadra. Anche se gioca male, deve sapere che con una giocata può risolvere la partita. Il gol nel derby lo ha sbloccato, io vorrei vederlo sempre così. Quando dico che abbiamo cambiato mentalità, è questo: questa è la mia squadra. A volte ci sono risultati e a volte no, ma da un mese la squadra si avvicina alle mie idee e al mio carattere»