Sampnews24
·19 de mayo de 2025
Greco (giornalista): «Chi ama il calcio, non può non aver sofferto per la retrocessione della Sampdoria. Le lacrime di Lombardo…»

Sampnews24
·19 de mayo de 2025
In attesa di capire come si evolverà la situazione legata al caso Brescia, in casa Sampdoria è ancora forte la delusione per la momentanea retrocessione in Serie B. Di questo ne ha parlato il giornalista Stefano Greco: ecco le sue dichiarazioni pubblicate su Facebook.
POST SOCIAL – «In qualche caso, purtroppo sempre più raramente, il calcio è ancora amore e sentimento vero. Non parlo dei tifosi, ma dei protagonisti di questa giostra, di questo mondo oramai dominato dal Dio denaro e dalle TV. Le lacrime di Attilio Lombardo, giocatore a cui tutti siamo affezionati oltre che la sua presenza nella Lazio dello scudetto per la sua strabordante simpatia e umanità, per la retrocessione della SUA Sampdoria, sono figlie di un dolore vero, profondo. Lui che ha vinto tanto con la Sampdoria più forte della storia, lui amico inseparabile di Gianluca Vialli che sognava di comprare la Samp per riportarla tra le grandi come ultimo desiderio di una vita che gli stava sfuggendo dalle mani, martedì sera era affranto, piegato in due dal dolore…Attilio Lombardo non ha nessuna responsabilità per questa prima, storica e lacerante retrocessione della Sampdoria in Lega Pro, ma martedì sera era un uomo distrutto, devastato, più del amico Ghigo Evani che aveva preso la guida della squadra dalle mani di Accardi.La nuova Sampdoria targata Mancini sognava la salvezza come base per una ripartenza in grande, invece errore dopo errore è scivolata giù, sempre più giù, fino a sprofondare a Castellammare di Stabia. Quelle lacrime di Attilio Lombardo, di quell’eterno ragazzo scanzonato che senza avere la follia di Gascoigne ha sempre preso la vita e il calcio come un magnifico gioco che gli consentiva di restare eternamente fanciullo, a me hanno fatto male. Anche perché chi ama il calcio, non può non amare la Sampdoria, quella maglia che già negli anni settanta era così diversa da tutte le altre, già moderna in un calcio antico. Chi ama il tifo, non può non aver amato quella gradinata Sud di Marassi, già colorata in un calcio che era ancora in bianco e nero. Chi ama il calcio dei sentimenti, non può non aver adorato quel signore che rispondeva al nome di Paolo Mantovani, il presidente “padre” di tutti i giocatori capace di firmare un rinnovo di contratto sul gesso di un giocatore (Toninho Cerezo) appena operato. Chi ama il calcio, non può non aver sofferto un po’ per la retrocessione della Sampdoria e non essersi commosso per il dolore, le lacrime e la disperazione di Attilio “Popeye” Lombardo...».