OneFootball
·30 de octubre de 2024
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Alla fine dei novanta minuti di San Siro, è il Milan la squadra che ha tirato di più e che ha tenuto più spesso il pallone. Ma chi sorride e vince, e pure in maniera autoritaria, è il Napoli di Antonio Conte.
Dopo il successo ottenuto di misura al Maradona contro il Lecce, Lukaku e compagni a San Siro alzano i giri del motore e protrano a casa l'ottava vittoria in campionato, la quinta consecutiva, la nona nelle ultime dieci partite. Numeri impressionanti che certificano la solidità e la forza mentale della creatura di Conte, capace di focalizzarsi sull'obiettivo e correre fino alla meta con fame e disciplina, senza subire scossoni e senza deragliare.
Le migliori qualità del Napoli capolista probabilmente sono proprio quelle che sembrano mancare al Milan di Fonseca, protagonista di un avvio di stagione incostante e fatto di alti e bassi. I rossoneri non giocano male, come hanno dimostrato anche ieri sera. Ma in campo non sembrano capaci di imporsi e di gestire, di comandare, come fa la squadra di Conte che alza la voce già al minuto 5: pressione alta, recupero palla, due passaggi in verticale, spallata tremenda di Lukaku a Pavlovic e gol dello 0-1. Il gigante belga prende posizione in area come il Napoli fa dentro San Siro.
Il Milan non sta a guardare, e decide di reagire. Okafor e Chukwueze insidiano Meret, ma il Napoli non si perde d'animo, accetta la sofferenza, si sacrifica (pensate alla partita di Politano) e sul finire di frazione trova la rete del raddoppio, grazie ad una magia di Kvaratskhelia. Il georgiano si accentra dalla sinistra (in modo non così imprevedibile) e beffa da fuori Maignan, non esente da colpe. La difesa rossonera - priva di Gabbia, con Tomori in panchina - ancora una volta non è perfetta, il Napoli ringrazia e va al riposo sullo 0-2.
In avvio di ripresa il Milan reagisce ancora: sembra un dejavù, anche se stavolta i rossoneri vanno davvero vicini al colpaccio. Soltanto il VAR toglie la gioia del gol a Morata, di poco oltre prima di insaccare di testa. Chukwueze è in palla, Fonseca butta dentro Leao (ancora una volta partito dalla panchina) e Pulisic (febbricitante) e il Milan crea le occasioni per riaprire la gara, ma Meret e l'imprecisione dell'americano negano la rete che regalerebbe ai rossoneri l'assalto finale.
"La squadra ha avuto una buona reazione, abbiamo giocato con qualità, non è facile, ci è mancata concretezza davanti", guarda il bicchiere mezzo pieno Fonseca a fine gara. Ma chi vince e sorride, alla fine, è il Napoli di Antonio Conte. "Non ci nascondiamo - ammette il tecnico a fine gara - Ma bisogna rimanere umili, ci vuole equilibrio: era impensabile a inizio stagione essere dove siamo ora". Pretattica o verità?
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