La Roma rivince con Joya, Dybala è implacabile. Il Venezia cade ancora | OneFootball

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·10 de febrero de 2025

La Roma rivince con Joya, Dybala è implacabile. Il Venezia cade ancora

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La Gazzetta dello Sport (A. Frosio) – Il dettaglio che determina dura un attimo e si consuma nello spazio di pochi centimetri, quelli che Angelino sottrae a Marcandalli sull’azione-chiave. La Roma poi riempie tutto il resto del tempo con determinazione, solidità, intensità, concentrazione. Non incantano i giallorossi, proprio no, ma strappano a Venezia la seconda vittoria consecutiva in trasferta – ancora di rigore, come due settimane fa a Udine, dove i penalty furono due – e l’ottavo risultato utile consecutivo, bottino reso consistente da cinque successi. Dybala dal dischetto firma la condanna dell’ex, Eusebio Di Francesco: il suo Venezia è squadra tutt’altro che alla deriva nella proposta, ma la sponda-salvezza adesso comincia a farsi lontana. Con la Coppa Italia ormai andata e il playoff di Europa League all’orizzonte, Ranieri si tutela tenendo almeno a vista il treno della prossima qualificazione alle coppe. Il tecnico giallorosso continua a ruotare, stavolta soprattutto a centrocampo, con la coppia composta inizialmente da Cristante e il debuttante Gourna Douath, ancora un po’ spaesato.

Sir Claudio non rinuncia però a Dybala, perché se la Roma fatica a sviluppare in avanti può almeno affidarsi alle iniziative dell’argentino: la Joya arretra, si prende il pallone, lo lucida verso l’area avversaria. E trasforma impeccabilmente il rigore da tre punti che Angelino guadagna anticipando di un soffio Marcandalli appena prima dell’ora di gioco. Con la maglia giallorossa addosso, Paulo non sbaglia mai: 17 gol su 17 dal dischetto. Oltre alla rete del 21, la vittoria è merito anche della fase difensiva, guidata dal combattivo e sempre lucido Mancini. Di Francesco ha educato i suoi a un gioco fin troppo ambizioso per chi frequenta i bassifondi. Il Venezia cerca di costruire palla a terra, sfrutta i canali verticali con combinazioni improvvise e rapide. Il mercato – tanto criticato dai tifosi in Laguna – ha elevato la qualità complessiva: ci sono subito Kike Perez in coppia con Nicolussi a centrocampo e Fila al centro dell’attacco. Il ceco aggiunge protezione palla, «lega» meglio di quanto sapesse fare Pohjanpalo, anche lui però non riesce praticamente mai a calciare in porta.


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La Roma consegna il pallone agli avversari, in situazione di parità e ancora di più dopo aver messo il muso avanti. Il Venezia ne ricava pochissimo. E anche quando nel primo tempo è la squadra di Di Francesco a dare l’impressione di poter arrivare in area con facilità, le occasioni sono quasi tutte romaniste: Candé salva subito sulla linea su Dovbyk, Radu intercetta un sinistro dell’ucraino, alla mezz’ora Nicolussi Caviglia spazza davanti alla linea su colpo di testa di Mancini, poi ancora Radu alza su un’altra capocciata pestifera di Dovbyk. La ripresa è molto diversa. Il rigore di Dybala è di fatto l’unico tiro in porta della Roma. La Joya esce dopo il gol, Ranieri fa debuttare Nelsson, sposta Celik a destra per blindarsi. E il Venezia non fa molto di più, nonostante la verve di Zerbin: solo un’incursione di Kike Perez su filtrante di Nicolussi, sventata da Svilar in uscita bassa. L’impressione è che la partita potrebbe durare fino a sera, ma tra la difesa giallorossa cementata e le soluzioni limitate il Venezia non segnerebbe mai.

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