PianetaSerieB
·19 de febrero de 2025
Lucca: “A Pisa alti e bassi: a dicembre non riuscivo più a giocare! A Palermo stessa passione che in Sudamerica”
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·19 de febrero de 2025
Lorenzo Lucca ha rilasciato una lunga intervista a Cronache di Spogliatoio, soffermandosi anche sulle importanti parentesi vissute in carriera a Palermo e Pisa. Eccone alcuni passaggi, ripresi da Ilovepalermocalcio.com:
«A Pisa il gruppo è stato uno dei migliori che ho incontrato nella mia carriera. Insieme a Birindelli, Sibilli, ma anche i più anziani come Caracciolo. Ogni settimana ci riunivamo a cena fuori, era un appuntamento fisso. Sono persone che mi hanno dato tanta serenità durante il corso della stagione, facendomi venire voglia di andare al campo e divertirmi. Abitavo sopra a questo studio di avvocati, scendevamo e ci ritrovavamo a giocare e trascorrere le serate insieme nella sala principale a carte o a giochi da tavolo. Ci incontravamo il pomeriggio tardi dopo l’allenamento e rimanevamo fino a dopo cena. È stata una stagione che mi ha aiutato molto a crescere, perché ho fatto delle cose belle ma anche i miei errori, com’è giusto che sia. Quando ero a Pisa, mi hanno fatto battute sul mio cognome data la rivalità tra le due città. Mi dicevano che avrei dovuto togliere il cognome dalla maglia (ride, ndr)! Facevamo sempre gli scherzi a Touré, una volta gli abbiamo messo il sale nel caffè e ci ha rincorso per tutto il ristorante!».
«Ho vissuto la stagione a Pisa come un anno di alti e bassi, sono sincero. Sono partito forte, ma venivo da una rottura del menisco a Palermo e i primi mesi giocavo con gli antidolorifici. Ma mi sentivo comunque bene. A dicembre, però, non riuscivo più a giocare, nonostante gli antidolorifici. Mi sono dovuto fermare un mesetto e secondo me lì non sono stato bravo a gestire la situazione. Sono contento però del percorso che ho fatto, che secondo me è stato una tappa importante. Mi accostavano ad Haaland? Per fortuna non mi piace leggere in giro».
«A Palermo mi chiamavano “LuccaToni”, era partita questa wave su Instagram. Ma non abbiamo niente in comune al momento: ha vinto tanto, ha fatto tantissimo gol. In questo momento non mi posso paragonare a lui. A Palermo sono arrivato l’ultimo giorno di mercato, ero fuori rosa al Torino. Sono partito, sono andato a Milano per firmare e sono arrivato a Palermo di notte, ho detto: ‘Ma dove sono finito?’. E invece quando arrivi al Sud è vero che piangi due volte: quando arrivi e quando parti. Quando sono andato via, ho sentito tanto la mancanza. Anche se c’era il Covid, l’affetto dei tifosi mi è rimasto impresso. Ovunque andassi in città, ero sostenuto. Il clima è top, la città è fantastica, si mangia benissimo e le persone sono ospitali. Un mio amico aveva un ristorante a Mondello, dove vivevo, e andavo sempre con la mia famiglia a mangiare lì. In città mi fermavano sempre, Palermo è come se fosse il Sudamerica dell’Italia».
«La Nazionale è un sogno: vorrei vincere i Mondiali o comunque vincere qualcosa. La concorrenza: Retegui, Scamacca e Kean giocano già in squadre importanti e sono arrivati a questi livelli prima di me. Devo pensare a me stesso, non guardare gli altri, non devo pensare agli altri perché il mio obiettivo è giocarmi il posto in Nazionale. L’Udinese per questo mi sta dando tutto».
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