Calcio e Finanza
·5 de marzo de 2025
Morte Astori, la Cassazione conferma la condanna a un anno per il professor Galanti

Calcio e Finanza
·5 de marzo de 2025
Nel giorno del settimo anniversario dalla scomparsa di Davide Astori, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso e quindi confermato la condanna per omicidio colposo a un anno di reclusione, con pena sospesa, per il professor Giorgio Galanti.
L’allora direttore di medicina sportiva dell’ospedale di Careggi, dove il calciatore si era recato per ottenere l’idoneità sportiva, e con un passato come consulente della Fiorentina è stato condannato per la responsabilità nella mancata diagnosi della patologia cardiaca che ha portato alla morte del giocatore.
Secondo l’accusa il decesso fu provocato da cardiomiopatia aritmogena ventricolare, patologia che non fu diagnosticata. Galanti è stato imputato dell’omicidio colposo di Astori per aver rilasciato due certificati di idoneità agonistica al giocatore, tralasciando, questa l’accusa, di svolgere alcuni esami in contrasto con le linee guida sanitarie. Il pg della Cassazione aveva chiesto il rigetto del ricorso della difesa di Galanti e la conferma della pena a un anno, inflitta in primo grado e confermata in appello.
Inoltre, la Cassazione ha anche confermato il risarcimento a favore dei familiari di Astori. Galanti dovrà versare una provvisionale complessiva di 1 milione e 90.000 euro, di cui 490.000 euro a favore di Francesca Fioretti e Vittoria Astori, rispettivamente compagna e figlia del calciatore, e i rimanenti 600.000 euro a beneficio dei genitori e dei fratelli dell’ex capitano viola. Sarà poi il tribunale civile di Firenze a stabilire l’intero ammontare dell’indennizzo ora che la sentenza è diventata definitiva davanti alla Suprema Corte.
«Rispettiamo la sentenza, ma non ci convince perché scardina il canone di accertamento del nesso di causa come elaborato dalla stessa Suprema corte e ormai consolidato – ha commentato l‘avvocato Fenyes, difensore di Galanti insieme al collega Tullio Padovani –. Il nesso di causa viene prima di tutto e se non è provato, tutto il resto non ha ragione di essere e neppure gli accertamenti su eventuali profili di colpa».
«Per un verso siamo soddisfatti per la vittoria, ma c’è anche il dolore nell’apprendere che Davide poteva essere vivo se solo fosse stata tenuta una condotta diversa», il commento dell’avvocato Alessio Mazzoli, che assiste Francesca Fioretti, compagna di Astori.