Pizzul, il ricordo di Zoff: «Un caro amico, un compagno di viaggio elegante e arguto; per assurdo come telecronista non ho mai avuto il piacere di viverlo» | OneFootball

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·6 de marzo de 2025

Pizzul, il ricordo di Zoff: «Un caro amico, un compagno di viaggio elegante e arguto; per assurdo come telecronista non ho mai avuto il piacere di viverlo»

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Le parole di Dino Zoff in ricordo di Bruno Pizzul, voce leggendaria del calcio italiano mancata ieri: «Lascia un vuoto enorme»

Dino Zoff ha ricordato in una intervista a La Stampa Bruno Pizzul, voce leggendaria del calcio italiano venuto a mancare ieri. Di seguito le sue parole.

RICORDO DI BRUNO PIZZUL – «È stato un professionista esemplare nel suo campo, era davvero un grandissimo intenditore di calcio. Ma soprattutto posso assicurare che si trattava di un uomo con la schiena dritta in ogni circostanza. Era una persona per bene che non aveva mai bisogno di alzare i toni o di andare sopra le righe».


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RAPPORTO DI AMICIZIA – «Un’amicizia sincera, nata da ragazzi e consolidata nel tempo. Ci siamo conosciuti giovanissimi essendo nati e cresciuti in paesi molto vicini. Tra di noi lo sport è sempre stato un discorso aperto, ma il nostro rapporto valicava i confini del calcio, ovviamente. Ed entrambi ci siamo sempre sentiti orgogliosamente friulani, l’amore per il nostro territorio ci ha accompagnato per tutta la vita».

RICORDO PARTICOLARE – «Sono tanti, non saprei sceglierne uno solo perché sono tutti all’insegna della normalità. Se ripenso a Bruno, la memoria va a tutte quelle volte che ci trovavamo insieme a tanti amici in comune per delle buone merende, sotto gli alberi. Si rideva e si scherzava, parlavamo di tutto».

COMPAGNI DI SQUADRA? – «No, insieme non dovremmo mai aver giocato. Però ci conoscevamo già bene, lui era più grande di qualche anno, probabilmente nelle sfide tra squadre di paese ci siamo incontrati da avversari. Ma lui era più avanti di me in quegli anni e le nostre strade in quella fase si sono separate in fretta».

PIZZUL CALCIATORE – «Era un ottimo difensore, roccioso, forte fisicamente. D’altronde la stazza gli permetteva di sovrastare gli avversari. Arrivò a buoni livelli, giocando anche nel Catania quando io ero ancora al paese. E quando diventai io un professionista non ho mai avuto il piacere di incontrarlo da avversario perché ormai aveva praticamente scelto un’altra strada dopo l’infortunio al ginocchio».

TELECRONACHE MEMORABILI – «In verità la cosa curiosa è proprio un’altra, vale a dire che pur essendo molto legati non ho praticamente mai avuto il piacere di godermi una delle sue telecronache per delle mie partite. Erano altri tempi, quindi mentre lui parlava io ero in campo finché giocavo, in panchina quando allenavo la Juve, la Lazio e poi la Nazionale».

RAPPORTO TRA AMICO E GIORNALISTA – «Per quanto mi riguarda è sempre stato un ottimo compagno di viaggio, con l’eleganza e la bontà che lo hanno sempre contraddistinto».

RUOLI OPPOSTI, MA CON RISPETTO – «In questi casi viene fuori ulteriormente lo spessore di una persona. Perché quando si ha a che fare con un amico e una persona che si stima davvero, poi uno si scopre con un senso di responsabilità anche maggiore rispetto al solito. E noi, da buoni friulani, abbiamo sempre cercato di dare il nostro meglio, nel totale rispetto dei ruoli».

VUOTO LASCIATO DA PIZZUL – «Enorme. Ci lascia una persona a modo, seria. Era capace di svolgere nel migliore dei modi il suo lavoro di giornalista perché davvero appassionato, con una profonda conoscenza del calcio in ogni suo aspetto. Come me amava davvero le sue radici, ci sentivamo entrambi orgogliosamente friulani. Bruno mi mancherà moltissimo».

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