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·23 de febrero de 2025

Stadio Maradona, la proposta del Comune: «Riaprire il terzo anello per far giocare il Napoli durante i lavori»

Imagen del artículo:Stadio Maradona, la proposta del Comune: «Riaprire il terzo anello per far giocare il Napoli durante i lavori»

Gli Europei del 2032, che l’Italia co-organizzerà con la Turchia, sono una opportunità troppo grande per una città come Napoli per farsela sfuggire senza aver provato a giocarsi tutte le sue carte.

Proprio per questa ragione, come riporta l’edizione odierna de Il Mattino, il sindaco Gaetano Manfredi ha proposto al presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis quella che sembra essere l’ipotesi finale per trovare un accordo che consenta di proseguire verso un progetto di ristrutturazione dello stadio Maradona così da poterlo candidare fra gli impianti italiani per ospitare alcune delle partite di EURO 2032.


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L’idea, proposta dal sindaco, è quella di rendere nuovamente fruibile il terzo anello dello stadio Maradona, utilizzandolo interamente come un passante per accogliere gli spettatori durante i lavori di ristrutturazione delle altre aree dello stadio. L’obiettivo è chiaro: il Maradona deve essere rinnovato, il Napoli deve continuare a giocarci e l’impianto deve essere pronto per gli Europei.

Un piano con l’intenzione di convincere Aurelio De Laurentiis, che finora si è mostrato restio a investire nella struttura di Fuorigrotta. Il presidente del Napoli è preoccupato soprattutto per l’impatto economico: con i lavori in corso, il club venderebbe meno biglietti e subirebbe ingenti perdite finanziarie. Partendo da questa criticità, il team incaricato dal sindaco Manfredi sta conducendo da settimane uno studio per valutare se il terzo anello possa essere effettivamente utilizzato in questo modo. I primi risultati sono incoraggianti, perché oggi esistono tecnologie avanzate per rinforzare strutture come quelle del Maradona. Il riferimento è ai problemi di stabilità che hanno portato alla chiusura del terzo anello. In passato, infatti, quando i tifosi saltavano, l’intera area circostante tremava, compresi gli edifici vicini agli spogliatoi.

I contatti fra le parti, almeno ufficialmente, sono fermi alla cena del 10 febbraio fra Manfredi e De Laurentiis con la discussione sul futuro dello stadio che non ha portato a un accordo. In quella occasione, il patron del Napoli ha ribadito il suo rifiuto a investire. Tuttavia, il sindaco ha assicurato di volerlo supportare, proponendo soluzioni per affrontare il problema principale: come evitare che i lavori compromettano gli incassi della Società e riducano l’attrattiva dello stadio. L’idea di sfruttare il terzo anello rappresenta quindi un’ultima possibilità per convincere De Laurentiis. D’altra parte, anche per il patron non sarebbe semplice costruire un nuovo stadio da zero e, allo stesso tempo, realizzare un centro sportivo, un’esigenza ancora più urgente.

Ma come detto, non si tratta di un’idea da sviluppare con relativa calma. Infatti, il tempo sta quasi per concludersi con gli incaricati della UEFA che dovranno venire in Italia per raccogliere tutto il materiale relativo agli stadi italiani candidati per EURO 2032 e i relativi progetti di ammodernamento, o come i casi di Firenze e Genoa, del piano di lavoro per la ristrutturazione. Dentro questo lotto potrebbe finire anche il Maradona.

Intanto, lo studio è in corso, ma serviranno ancora alcuni mesi per avere risposte definitive. La sostenibilità del progetto dipende da diversi fattori, tra cui l’avvicinamento degli spalti al campo e la copertura, che supporta una parte del terzo anello. Per essere selezionata come sede di EURO 2032, la UEFA richiede la presentazione del progetto completo, con garanzie bancarie, entro il 2026.

Per quanto riguarda i finanziamenti, l’onere principale ricade su De Laurentiis, come previsto dalla legge sugli stadi. Tuttavia, il patron potrebbe beneficiare di sgravi fiscali, mutui agevolati del Credito Sportivo e incentivi legati alla Zona Economica Speciale del Sud Italia. Se il presidente del Napoli mantenesse comunque dei dubbi, il Comune potrebbe cercare sponsor privati, anche attraverso il Fondo immobiliare gestito da Invimit, società pubblica del Ministero dell’Economia.

Una volta risolta la non secondaria questione delle coperture finanziarie, ecco che si procederebbe con la realizzazione del progetto. L’architetto di fiducia di De Laurentiis è Gino Zavanella, esperto nella progettazione di impianti sportivi tra cui lo Juventus Stadium e il nuovo Dall’Ara di Bologna, che è già intervenuto sulla questione: «Per realizzare o rigenerare uno stadio servono tra i 22 e i 24 mesi. Se e quando arriverà il momento di Napoli, saremo pronti. Uno stadio di calcio non può avere la pista di atletica, perché il pubblico sarebbe troppo distante dal campo».

Comune e Napoli sono d’accordo sul modello di stadio da realizzare, ma non su chi debba farsi carico dei lavori. Per Palazzo San Giacomo e il club, l’impianto non deve essere usato solo per le partite, ma diventare un punto di riferimento per il quartiere, con un museo degli azzurri, parcheggi e spazi per l’intrattenimento. Il progetto si inserisce in un contesto di ampio rinnovamento urbano, che coinvolge anche l’Ippodromo di Agnano e l’area ex Italsider di Bagnoli.

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