Yksel Osmanovski a <i>PianetaBari</i>: “Spero che un giorno mio figlio possa giocare nel Bari. Che ricordi quando facevamo punti con Inter e Milan” | OneFootball

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PianetaBari

·20 de octubre de 2024

Yksel Osmanovski a <i>PianetaBari</i>: “Spero che un giorno mio figlio possa giocare nel Bari. Che ricordi quando facevamo punti con Inter e Milan”

Imagen del artículo:Yksel Osmanovski a <i>PianetaBari</i>: “Spero che un giorno mio figlio possa giocare nel Bari. Che ricordi quando facevamo punti con Inter e Milan”

Per la sua tecnica Yksel Osmanovski era definito da tutti “il principe del ricamo”. Nonostante il cognome che rimandi a chiare origini slave, Yksel nasce e cresce calcisticamente tra i vicoli di Rosengard, in Svezia. Imponente ma non goffo, sapeva come farsi beffe degli avversari. Dopo tre stagioni e 16 gol con la maglia del Malmo, il ventunenne scandinavo sbarcò con decisione nel calcio che conta insieme a Daniel Andersson.

Ad accoglierlo il Bari di Matarrese, Regalia e Fascetti alla seconda stagione consecutiva in Serie A. Dal 1998 al 2001 lo svedese ha segnato “solo” 14 gol, ma alcuni di questi pesantissimi come quelli a Inter e Milan lasciando l’anima sul terreno di gioco del San Nicola. Dopo la Puglia la sua carriera è proseguita in Italia con il Torino, ma Osmanovski non riuscì più ad esprimersi ad alti livelli. Così prima il passaggio al Bordeaux e poi il ritorno a casa in Svezia nel 2004 al Malmo.


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Osmanovski è intervenuto ai nostri microfoni per parlare della sua esperienza in biancorosso e del suo amore per la città pugliese.

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Copyright: Grazia Neri/Getty Images – Via OneFootball

L’intervista a Yksel Osmanovski

Che ricordi hai di Bari e della sua gente? «Bari sarà sempre come una seconda casa per me, poiché arrivai in città a 21 anni e vissi lì per 3 anni. Non dimenticherò mai il mio primo periodo e la prima stagione a Bari. Come squadra, iniziammo abbastanza bene, ma io avevo difficoltà a segnare il mio primo gol».

C’è un aneddoto, una curiosità o qualcosa in particolare sui vari anni che hai trascorso a Bari? «Prima di una partita in casa allo Stadio San Nicola, i tifosi mi chiamarono e mi consegnarono un grande e bellissimo mazzo di fiori. Inizialmente non capivo perché me lo avessero dato, ma poi compresi che lo avevano fatto per apprezzare il mio calcio e la mia dedizione alla squadra. Ovviamente, questo mi dava gioia e coraggio per continuare a dare il meglio per la squadra Bari».

Sei in contatto con qualche tuo ex compagno di squadra ai tempi? Con chi eri più legato? «Alcuni giocatori di squadra con cui sono ancora in contatto oggi sono Duccio Innocenti e Dodo Giorgetti. Ci sentiamo ogni tanto e si parla di vecchi tempi. Anche con Lorenzo Catalano (figlio di Biagio Catalano) mi sento ogni tanto»

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Qual era il tuo legame con Fascetti? Quanto é stato importante per te? «Avevo un buon rapporto con Carlo Regalia, Fascetti e il presidente Matarrese. Regalia e Fascetti li ho chiamati alcuni anni fa. Abbiamo parlato di vecchi ricordi, ed è stato piacevole. Fascetti era un allenatore serio e competente, con grande integrità come persona. Mi diede fiducia e tanto tempo in campo. Regalia mi ha portato a Bari».

Ci racconti la tua doppietta a San Siro contro il Milan nella stagione 98-99? «È chiaro che ho molti bei ricordi con il Bari. Il calcio in Italia in quel periodo era il piu forte del mondo. Ricordo quando prendevamo punti contro le grandi squadre come Inter e Milan, specialmente in casa allo Stadio San Nicola. Segnai due gol a San Siro contro il Milan nella stagione 1998-99 e festeggiare con i tifosi in trasferta fu meraviglioso. L’1-1 contro il Milan in casa nel 1999-2000 fu forse uno dei gol più belli che abbia mai segnato.»

Memorabili anche le gare con l’Inter al San Nicola. «Contro l’Inter vincevamo spesso, ricordo un 1-0 in casa e un 3-2 in trasferta. L’atmosfera allo Stadio San Nicola, nei suoi momenti migliori, era magica».

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Stai seguendo il Bari? «Passiamo spesso le vacanze in Italia e la Puglia è una delle nostre preferite. Seguo ancora la squadra del Bari e ho raccontato molto a mio figlio Denni, che ha 16 anni, gioca come difensore centrale per il Malmö, e spero che un giorno possa giocare anche lui nel Bari».

Che ricordi hai di Cassano? «Eravamo entrambi abbastanza giovani, io e un Cassano ancora più giovane con cui giocavo insieme. Si vedeva che aveva delle qualità straordinarie come calciatore e insieme abbiamo disputato alcune belle partite. Fuori dal campo era piuttosto chiassoso. Ricordo che a tavola con la squadra spesso nascondeva altri tipi di formaggio che prendeva dalla cucina. Ma in fondo a un cuore buono e io andavo bene con lui».

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