Zanetti: "Ritroviamo il giusto atteggiamento al di là dell'avversario" / VIDEO | OneFootball

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·2 de noviembre de 2024

Zanetti: "Ritroviamo il giusto atteggiamento al di là dell'avversario" / VIDEO

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Verona - Le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù Paolo Zanetti, rilasciate alla vigilia di Hellas Verona-Roma, match valido per la 11a giornata di Serie A Enilive 2024/25, in programma domani, domenica 3 novembre, alle ore 20.45, allo stadio 'Bentegodi'.

Mister, in questo momento lo slogan può essere 'tutti uniti per la Serie A'? "Lo slogan è giusto, ci serve per uscire da questo momento. Nulla è compromesso, il campionato è lungo. Siamo in una posizione dignitosa figlia del lavoro che abbiamo fatto i primi mesi. Quello che abbiamo fatto ultimamente invece non è all'altezza di quello che siamo. Tutti insieme dobbiamo farlo sul campo. In questi momenti si parla tanto, ci si guarda dentro, poi alla fine della settimana c'è la partita, l'unica cosa che conta. Dobbiamo tornare a essere ciò che siamo stati: mai perfetti, ma consci delle nostre qualità e dei nostri difetti. Ora stiamo pensando troppo solamente ai difetti, dobbiamo svoltare. Mandiamo via la paura e combattiamo su ogni campo. Recuperiamo l'atteggiamento, che deve esserci al di là dell'avversario, deve essere la nostra condizione minima".


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Zanetti ha un leader in spogliatoio? "Questa squadra penso sia particolare, ha leader tecnici, ma non grandi leader caratteriali, lo devono diventare. È una situazione figlia di tante altre situazioni, di cambiamenti e tante altre cose. Esiste la squadra, questa è l'unica cosa che conta, l'Hellas. Penso che leader in questi momenti devono esserlo tutti, a maggior ragione chi è qui da più tempo, chi vuole bene al Verona, non con le parole ma con gli atteggiamenti in campo, che vanno oltre a ciò che ognuno deve fare per sé stesso. Bisogna mettersi a disposizione dei compagni. Nell'ultimo periodo abbiamo un po' perso il concetto di squadra, concentrandoci troppo sugli errori continui e sulla ricerca ogni volta di un singolo colpevole. Di errori ne faremo sempre perché siamo una squadra che deve salvarsi. Forse una grande partenza ci aveva distratti dal nostro obiettivo. Avevamo un po' il sogno di andare in una posizione di classifica diversa prima della partita contro il Monza. Si era innescata una bella magia tra noi e la gente. Se siamo arrivati invece in questa situazione la colpa è solo nostra. Nelle difficoltà si vedono gli uomini e qui bisogna tirare fuori qualcosa perché le difficoltà le avremo anche quando usciremo da questo momento. Bisogna saper stare lì dentro. Ogni settimana dobbiamo ragionare sul fatto che i punti che facciamo sono vitali, settimana per settimana. Io sono coerente. Sono onorato di essere qui e combatto ogni settimana per restare. È un onore essere al Verona e devo meritarmelo, sono figlio dei risultati e di quello che la squadra esprime sul campo. Posso esprimere la rabbia e il dispiacere che ho dentro, il dispiacere per i tifosi, per chi mi ha dato fiducia e continua a darmela. Spero che i ragazzi domani mi facciano vedere questo al di là del risultato. Voglio vedere una squadra che combatte fino alla fine come abbiamo sempre fatto. Questo atteggiamento dobbiamo recuperarlo a partire da domani, con l'aiuto della magia del Bentegodi, la migliore medicina che possiamo ricevere in questo momento".

Come si trova una soluzione a questo momento? "Quando ci si sente scarsi bisogna andare a guardare quello che si è fatto prima. Se oggi avessimo zero punti penseremmo che non siamo una squadra adeguata alla Serie A, invece dobbiamo ripartire dalle cose che sappiamo fare, dalla consapevolezza dei nostri mezzi e anche dei nostri problemi. L'atteggiamento deve essere di squadra, qui non ci sono singoli che possono risolvere la situazione da soli. In questo periodo forse non siamo stati una squadra e dobbiamo ripartire da questo: dal quotidiano, dal voler soffrire insieme conoscendo i nostri reali obiettivi. Dobbiamo sapere che la nostra missione è quella di salvarci, quello che potremo fare di più ben venga. I campionati sono lunghi, sono fatti di momenti e bisogna saperci stare dentro. Si riparte dalla risposta che vogliamo dare. Non mi nascondo, i problemi si affrontano di petto. Sono qui perché ho un'opportunità incredibile. Mi sono innamorato di questa piazza, ora forse non ne sono nemmeno degno, ma lo sono stato e voglio ritornare in quella situazione. Voglio rivedere la mia squadra sul campo. Ora il calendario è questo, la Serie A è difficile, ma ricominciamo domani facendo una grande prestazione".

Mister Juric ha dichiarato di aver avuto confronti duri con i suoi giocatori, è successo anche a lei? "Noi forse siamo in un ambiente un po' più ovattato, ma i confronti li abbiamo sempre, sia quando vinciamo sia quando perdiamo, più o meno duri, ma mai violenti. Da uomini ci guardiamo in faccia e ci diciamo le cose. Non sono uno che si nasconde, dico le cose come stanno e me ne prendo le responsabilità, ci sono sempre dei motivi se faccio qualcosa. Il mio obiettivo è quello di mettere sempre in campo la squadra tecnicamente, ma soprattutto mentalmente più pronta ad affrontare un ostacolo. Abbiamo sempre dei confronti quando vedo qualcosa che non mi piace, come penso succeda in tutti gli spogliatoi. Nel calcio queste cose succedono, ma ora siamo in 10 squadre tutte lì. Chi sarà più bravo a tirar fuori qualcosa di più arriverà in fondo. La cosa che più mi è dispiaciuta a Lecce è stato l'atteggiamento, che è stato buono solo in parte, lì nasce il confronto. Avrei voluto una reazione di rabbia, invece l'abbiamo avuta di paura, ci siamo portati dietro la paura, abbiamo sbagliato in questo. Non ho trovato la chiave giusta per dare una scossa, il nostro confronto è stato su questo. Il nostro atteggiamento deve essere diverso al di là dell'avversario".

Nel tuo progetto tecnico c'è stata troppa ambizione? "L'idea è ambiziosa perché io sono ambizioso, e penso di essere in un Club così, quando metto piede in questo stadio sogno di portare questo Club più in alto. Questo progetto ci ha portati a fare 13 gol nelle prime 10 giornate, ma ce ne ha fatti anche prendere 22, che vanno comunque analizzati per come sono arrivati. I nostri migliori giocatori oggi sono quelli offensivi, e ho l'imbarazzo della scelta. Tengstedt e Kastanos sono andati in gol, così come Sarr e Lambourde. Suslov può daci una mano, Lazovic ha fatto quattro assist, questa squadra è costruita per andare a fare gol, non per chiudersi e ripartire in contropiede. Se avessi la sensazione di portarmi il pericolo in porta e di poterlo reggere forse lo farei anche, e sarebbe più semplice giocare solo in contropiede. In questo momento però abbiamo dato la sensazione di non avere grande solidità. Dobbiamo diventare più solidi a prescindere, al di là della nostra aggressività davanti. Abbiamo perso un po' di sicurezza e stiamo diventando un po' ibridi, dobbiamo sistemare la fase difensiva. Se giochiamo fuori dalle nostre caratteristiche rischiamo di non segnare più, ma di continuare comunque a prendere gol. Ci siamo adattati agli avversari, lo abbiamo fatto a Bergamo e abbiamo preso comunque sei gol. Bisogna ripartire dall'atteggiamento, dall'aggressività, dalla voglia di vincere i duelli. Ad oggi siamo scadenti nei duelli difensivi. Il lavoro difensivo di squadra non è stato corretto e ho provato a cambiare, ma tornassi indietro non lo rifarei. Cerco comunque oggi di trovare una soluzione per la squadra. Io credo nei leader in campo: ai giovani certe cose sono concesse, ai più esperti meno, bisogna assumersi le proprie responsabilità. Dentro una squadra ci sono dei giocatori su cui i giovani si devono poter aggrappare: ho visto poco di questo in questo periodo e lo voglio di più. Poi si può anche perdere, ma ho visto delle cose sotto il nostro limite. Siamo in Serie A, serve che i giocatori forti facciano i forti, che il mister tenga la barra dritta, che anche il Club lo faccia, tutti con l'atteggiamento giusto. C'è ancora un campionato di fronte: prima torniamo a essere al nostro livello, prima ci giochiamo le nostre carte".

Cosa si aspetta per la partita di domani quindi? "Abbiamo avuto poco tempo rispetto alla settimana tipo, ma abbiamo parlato tanto, ci siamo confrontati. Se devo mettere una fiche la metto sul fatto che faremo una grande partita. Se non sarà così ci riconfronteremo, ma è arrivato il momento di tirare fuori tutto per il Verona, per l'Hellas. I ragazzi non devono giocare per me, devono farlo per loro, per il Club, per la gente. Bisogna dare il 100%, dobbiamo dare questa impressione a tutti".

Che Roma si aspetta di trovare? "Non lo so. La Roma è una grandissima squadra e ha un ottimo allenatore, questo è quello che so. Noi abbiamo i nostri problemi, loro i loro. Domani c'è una partita da giocare e noi dobbiamo fare il nostro massimo. Oggi non possiamo permetterci di pensare a quanto è forte la Roma, ma dobbiamo pensare a quanto possiamo veramente dare. Ripartiamo da noi stessi".

Viste le assenze si tornerà a una difesa a 3 o potrebbe riproporre Faraoni? "Faraoni stanotte non è stato bene. Diamo continuità, ci mancano giocatori importanti ma se non ragioniamo di squadra ogni settimana battiamo sullo stesso tasto. Dobbiamo andare ad attingere a tutto, pensiamo da squadra. Tutti devono mettere il loro mattoncino, non è un problema chi manca. Concentriamoci su chi c'è perché chi c'è deve dare il massimo, ogni partita qui è un'opportunità".

Con la Roma giocherà ancora Perilli? "Sono stato molto chiaro. Ho dato un turno di riposo in 38 partite, in una partita infrasettimanale, a un portiere. Gli ho dato modo di recuperare energie psicofisiche. Montipò per noi è determinante, ma mi serve il vero Montipò. Ho una stima infinita per lui. Penso che in questa prima parte abbia sottoperformato, una panchina a volte più servire a rigenerarsi. Ha reagito di rabbia come volevo, si è allenato a 300 all'ora e domani giocherà. Un leader deve fare il leader: Montipò lo è e ci serve. Ho bisogno che anche il portiere faccia il suo. Abbiamo un grande portiere e ne ho bisogno, dentro la testa, il cuore e l'anima. L'ho visto da avversario: a volte ha giocato come ho visto a volte no, non l'ho visto sempre avvelenato come lo voglio. Mi serve al 100%. Questo messaggio l'ho dato a lui come alla squadra. Abbiamo anche un secondo portiere che è un ottimo secondo, che ha fatto il suo e si allena sempre al massimo, sta lì per avere una chance. Tutti devono sapere che al di là del blasone e ciò che hanno fatto, devono essere al massimo mentalmente. Pretendo questo dai leader: da Magnani, Montipò, Dawidowicz, Duda, Lazovic, Serdar. Dobbiamo ritrovare il motore di questo gruppo. A volte l'allenatore deve fare delle scelte forti, impopolari, ho voluto scatenargli dentro qualcosa che ho visto e sono contento. Sono convinto che per lui domani ricomincerà un campionato. Montipò domani torna in porta, allo stesso tempo faccio i complimenti a Perilli che si è fatto trovare pronto".

A Lecce avremmo potuto vedere Sarr in campo? "L'ho fatto scaldare, ma si è fatto male e non è entrato. Ha una contrattura al polpaccio che lo attanaglia. Aveva tutta la partita con l'Atalanta, andando anche sopra ai crampi per sette-otto minuti, si sta portando dietro quel dolore. È un giocatore sul quale conto, ha buone qualità e lo ha dimostrato. Ci darà tanto, vediamo come arriva a domani. Tengstedt è un altro dei leader tecnici che deve spingere, aumentare il ritmo. Il motore dell'Hellas sono giocatori come lui. Non ci sono problemi tra noi, ci parliamo negli occhi e ci confrontiamo. Anche da Magnani voglio di più, perché è un giocatore fortissimo che ha tutto. Ho bisogno che sia sempre al top, il Verona ne ha bisogno. Abbiamo giocatori esperti che hanno già passato momenti peggiori di questo e ce l'hanno fatta: vuol dire che dentro hanno qualcosa di importante, non si possono portare a termine delle imprese senza avere qualcosa dentro. Senza uomini è impossibile. Con gli uomini salveremo il Verona. Si riparte insieme e si prepara una grande partita domani".

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