Fabio Capello: “Mi aspetto un’Inter più aggressiva e una Roma attendista. Frattesi può cambiare la partita” | OneFootball

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·27 avril 2025

Fabio Capello: “Mi aspetto un’Inter più aggressiva e una Roma attendista. Frattesi può cambiare la partita”

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La Gazzetta dello Sport (F. Capello) – A San Siro un confronto chiave nella corsa scudetto dei nerazzurri, primi con il Napoli. Fabio Capello esamina i “punti caldi” del match: dagli attacchi fino ai cambi dalla panchina. Ecco i vari punti:

Che show Calha e Paredes: sono al top della maturità. Lautaro-Soulé tango da gol.


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“Palla a Calhanoglu e Paredes, sono loro la P grande bellezza di questa sfida: si specchieranno da lontano e potranno indirizzare l’andamento di Inter-Roma tra lanci, cambi di gioco e tiri dalla distanza. Da loro passerà il meglio della partita e dalle loro giocate potranno sbocciare le occasioni da gol. Sia il turco che l’argentino arrivano a questo faccia a faccia nel pieno della maturità, ed entrambi devono molto ai loro allenatori: Calha è diventato uno dei migliori registi al mondo grazie all’intuizione di Inzaghi che lo ha spostato davanti alla difesa, Paredes sembrava il fantasma di se stesso, poi Ranieri lo ha sfiorato con la sua bacchetta magica e lo ha riportato ai livelli altissimi dei tempi d’oro. Attorno alle loro idee ruoterà la battaglia di centrocampo, dove sarà fondamentale il contributo degli altri compagni di reparto: la Roma punta sui muscoli di Koné e l’esperienza di Cristante, l’Inter sulla qualità di Barella e Frattesi, alla grande occasione da titolare contro il club che avrebbe voluto ingaggiarlo a gennaio. Più avanti, il derby argentino tra Lautaro e Soulé infiammerà il pomeriggio di Svilar e Sommer: sarà un bel vedere, io voto per la concretezza dell’interista. Difficile vederlo girare a vuoto in partite come questa.”

Dimarco imprendibile, Carlos Augusto lo aiuterà. Ma occhio ad Angelino.

“Fossi in Ranieri o Inzaghi, mi preoccuperei prima di tutto di un aspetto, e cioè di limitare i rifornimenti per Dimarco e Angelino. Perché una cosa è sicura: quando i due esterni mancini di Inter e Roma ricevono palla sulla trequarti e partono verso il fondo, qualcosa succede sempre. L’interista è tra i migliori in circolazione nel suo ruolo: fabbrica assist a ripetizione, crea pericoli anche quando si mette in proprio andando al tiro ed è garanzia di impegno assoluto perché non si risparmia mai. Senza Bastoni e Mkhitaryan, squalificati, i suoi interlocutori oggi cambieranno ma non vedo problemi all’orizzonte: Carlos Augusto è tra i più brillanti nella rosa di Inzaghi e lo aiuterà a leggere il dinamismo di Saelemaekers, Barella resta un professore anche quando agisce da mezzala sinistra. Angelino, che con Ranieri è diventato un efficacissimo uomo a tutta fascia, è l’interruttore ideale per un centravanti d’area come Dovbyk: Darmian ha tutta l’esperienza per affrontare il faccia a faccia con lo spagnolo, ma serviranno parecchie energie. E Darmian arriva da due prove impegnative tra gli strappi del Bologna e quelli di Leao e compagnia nel derby di Coppa Italia…”

Le palle inattive un fattore Inter, quanti specialisti. La Roma ci soffre sempre.

“In partite equilibrate come mi aspetto possa essere quella di oggi pomeriggio a San Siro, le palle inattive possono fare la differenza. E sulla carta, da questo punto di vista, l’Inter parte in vantaggio perché Lautaro e compagni sono specializzati nello sfruttare i calci da fermo. Inzaghi può permettersi infatti il lusso di mandare a calciare gente come Calhanoglu e Dimarco, abilissimi a pennellare i palloni giusti nell’area avversaria per i compagni: Pavard, che contro il Bayern ha festeggiato il primo gol in nerazzurro su assist di Calhanoglu da corner, è solo l’ultimo di tanti interisti ad aver raccolto l’invito di uno dei due specialisti sugli sviluppi di un piazzato. Dall’altra parte, invece, le palle inattive sono il tallone d’Achille della Roma: 16 delle 49 reti subite in stagione sono maturate così, perciò Ranieri dovrà esigere la massima attenzione dai suoi per non cadere da fermo anche contro i nerazzurri. Occhio, però, perché l’Inter i calci piazzati negli ultimi tempi non li sfrutta soltanto, ma li patisce pure, basti vedere il raddoppio di Jovic nel derby di Coppa o il pareggio di Dier nel ritorno dei quarti contro il Bayern. E la Roma ha gli uomini per farle male, da Mancini a Cristante.”

Dumfries può incidere ma come sta? Taremi non aggiunge.

“Lo spaccapartite dalla panchina per eccellenza, Inzaghi stavolta ce l’ha… in campo dal primo minuto. Perché Davide Frattesi è l’uomo che più di tutti può cambiare il volto di una partita ma oggi partirà dall’inizio. E allora, fari puntati su Dumfries e Zielinski: l’olandese ha grande fisicità e capacità di inserimento e può spostare gli equilibri del match, il polacco assicura un ricambio di qualità tecnica in mediana. L’incognita, tuttavia, è la forma fisica: entrambi si sono appena messi alle spalle due infortuni importanti ed è da capire in che condizioni si ripresenteranno. A proposito di condizione, poi, guardando alle alternative in attacco, verrebbe da dire che sta molto meglio la Roma: Shomurodov ha segnato gol pesanti tra Juventus e Verona ed è l’uomo in più dei giallorossi, se Ranieri deciderà di puntare su Dovbyk dall’inizio avrà un signor jolly da calare in corsa. Diversamente, Inzaghi non ha scelta: vista la pochezza di Correa e Taremi, la coppia Lautaro-Arnautovic non è la migliore ma di fatto l’unica soluzione possibile.”

Giallorossi più leggeri. Nerazzurri per la scossa: guai a pensare al Barça.

Due sistemi di gioco speculari chiamano una domanda: chi andrà a pressare alto e chi invece aspetterà col blocco basso? Io mi aspetto un’Inter aggressiva, che proverà a sfondare subito sfruttando la qualità del centrocampo e le incursioni di Frattesi e Barella, e una Roma più attendista, anche perché sfidare i nerazzurri significherebbe esporsi a un rischio che Ranieri non correrà: l’Inter nelle uscite veloci con la palla sa essere letale. Mai come stavolta conterà l’approccio: la Roma insegue l’Europa ma ha meno da perdere dell’Inter, che si trova in un limbo delicatissimo. Da una parte i due ko con Bologna e Milan, che hanno consumato tantissime energie mentali, dall’altra il doppio impegno campionato-Champions nel giro di tre giorni. Sono sicuro che Inzaghi abbia cercato in tutti i modi di alzare un muro nella testa dei suoi tra oggi e mercoledì: ora deve contare solo la Roma, anche perché, a mio avviso, lo scudetto resta l’obiettivo più alla portata. In A, con 5 gare da giocare, un errore si può recuperare; in Champions tutto sarà in salita.”

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