Germania Italia: 3 cose che non hai notato della sfida di Nations League | OneFootball

Germania Italia: 3 cose che non hai notato della sfida di Nations League | OneFootball

Icon: Calcionews24

Calcionews24

·23 mars 2025

Germania Italia: 3 cose che non hai notato della sfida di Nations League

Image de l'article :Germania Italia: 3 cose che non hai notato della sfida di Nations League

Tre curiosità sulla sfida Germania Italia, partita valida per il ritorno dei quarti di finale di Nations League.

Di cose importanti Germania-Italia ne ha avute un bel po’ e su tutte la schizofrenia dell’andamento: 3-0 nel primo tempo, 3-3 nella ripresa, con tanto di finale a sperare che gli azzurri riuscissero nell’incredibile impresa di un clamoroso – per certi versi impensabile – prolungamento nei supplementari. Ecco tre cose minori, ma che qualcosa hanno detto.

  1. La serenità. Lo avreste detto, dopo un primo tempo dove l’Italia è stata alquanto maltrattata, nel risultato e nel gioco, che nella ripresa gli azzurri riuscissero a trovare persino serenità? Chiamatela fiducia nel gioco (non scontata); oppure consapevolezza nella stanchezza mentale degli avversari, impigriti o troppo sicuri dal vantaggio precedente; o, ancora, galvanizzati nel vedere che al loro primo errore – su un retropassaggio di Sané mal gestito da Kimmich – l’Italia era riuscita finalmente ad approfittarne col classico gol della bandiera. Fate un cocktail di tutte queste cose e osservate gli effetti del cambio di Tonali (inesistente dopo il bellissimo match di tre giorni fa) con Raspadori, che entra e serve subito la palla del 3-2. E i tedeschi a guardarsi smarriti, incapaci di credere che gli italiani siano così freddi e chirurgici dopo l’intervallo.
  2. La speranza. Che domani non si riduca tutto il dibattito su questo incontro divertente e folle all’episodio del rigore dato e poi tolto. Poteva essere il 3-3 a 12 minuti dal novantesimo vero, ma poi il Var è andato a scovarne uno nel recupero che a occhio nudo nessuno aveva notato. Non si traduca il significato della partita al contatto Schlotterbeck-Di Lorenzo e non lo si renda materia da tramandare ai posteri per inventare chissà quale storia. Spalletti ha evitato di commentarlo a caldo e non per signorilità, ma perché straconvinto che il calcio si spieghi diversamente. Anche se quando parla lui non è che si capisca tutto, meglio il suo linguaggio che le sterili polemiche, soprattutto quelle infinite.
  3. Prendere e dare. Il laziale entra nei minuti finali e si mette in mostra per sue cose. Bravo a prendere posizione e farsi fare fallo dal limite. Poi, su una palla molto contesa, prendo io che prendi tu, va a interrompere il tutto con durezza su Kimmich, tra frustrazione e rabbia, due sentimenti non proprio comuni per uno che il campo lo vede da pochi secondi.
À propos de Publisher