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·19 mars 2025

Lazio, Fabiani: «Senza Champions niente ridimensionamento. Ci si rinforza con le idee»

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La pesante sconfitta subita a Bologna in uno scontro diretto per la qualificazione alla prossima Champions League ha aperto un momento di crisi in casa Lazio, che però vuole essere subito scacciato dal Direttore Sportivo biancoceleste, Angelo Fabiani.

«Siamo a un crocevia delicato – ha detto Fabiani in un’intervista rilasciata a Il Messaggero –, ma ancora in lotta su due fronti, a differenza di altre squadre che sono uscite dalle Coppe. Stiamo soffrendo di più a giocare ogni 72 ore. Così succede che incontri un Bologna in grande salute ed ecco il patatrac. Questo non giustifica il passivo pesante, anzi ci deve servire da insegnamento».


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La Lazio si trova attualmente ai quarti di Europa League, dove affronterà i norvegesi del Bodo Glimt, e a soli due punti dal quarto posto occupato proprio dal Bologna, anche se il vantaggio sul terzetto Roma-Fiorentina-Milan si è ridotto sensibilmente. «Non mi sono mai esaltato nei momenti positivi – ha continuato Fabiani –, non mi abbatto in quelli negativi. Anche altri club più blasonati stanno trovando difficoltà. Ripeto, dispiace per i tifosi, ma l’ultima batosta ci deve dare degli spunti. C’erano state delle avvisaglie prima del ko, anche con il Viktoria Plzen».

Il sonoro 5-0 di Bologna ha iniziato a creare i primi malumori sulla posizione del tecnico Marco Baroni. Ma non all’interno della società: «A oggi non lo è assolutamente, ma io sono come il progettista di una macchina. Aspetto la fine della corsa per vedere se c’è un pezzo che non va. Il discorso riguarda tutti, non solo il tecnico. Le somme del lavoro verranno tirate a giugno. Ora stiamo facendo un campionato più che soddisfacente, abbiamo raggiunto il traguardo storico dei quarti di Europa League, ma non ci accontentiamo».

Ancora sulla partita di Bologna e il cammino in campionato: «Bisogna capire dove arrivano i meriti della squadra di Italiano e i nostri demeriti. Tanti gol incassati? Gli errori dietro sono evidenti, ma siamo anche la terza forza della Serie A per gol realizzati. C’è una compensazione, anche se più di una rete poteva e doveva essere evitata. Con Baroni non c’è mai un confronto, ma un dialogo quotidiano. Il mister analizzerà in prima persona cosa non è andato e faremo insieme un riflessione profonda per chiudere al meglio il finale di stagione in Europa League e in campionato. Subito dopo la sosta avremo cinque finali di fuoco con Torino, Atalanta e Roma e Bodo. Dovremo dare tutto».

Sul mercato estivo: «A giugno vedremo quali pezzi della macchina sono stati funzionali e quali no. In inverno non abbiamo voluto togliere nessun ingranaggio proprio perché tutto stava girando alla grande. Abbiamo rifiutato offerte super per far felice il tecnico e lasciargli un organico competitivo al massimo. Sui nuovi acquisti e il loro scarso minutaggio? Decide l’allenatore, che ha messo il veto sulle uscite e indicato alla società le caratteristiche sulle entrate. Cosa dovevano fare di più Fabiani e Lotito? La Lazio dominava in Europa e in campionato, abbiamo inserito tre giovani importanti in linea con il nostro progetto. Bisogna dare modo a questi ragazzi di mostrare le qualità e il talento. Se non giocano, è difficile che possano farlo».

La gestione del gruppo: «La società non è intervenuta in alcun modo, chi dice in giro il contrario è in malafede. Non ho mai avuto tecnici-pupazzo, le idee e le competenze vanno rispettate sempre. È vero che sono il responsabile dell’area tecnica, ma un allenatore deve essere autonomo sul modulo e nelle scelte che ritiene più opportune senza l’interferenza di nessuno. I fatti diranno se poi queste mosse sono state giuste o sbagliate. La società osserva, i conti sono provvisori adesso».

Sul nuovo infortunio di Castellanos dopo il rientro, così come successo con Vecino: «É normale che un allenatore cerchi di recuperare il prima possibile un attaccante che è sempre stato al centro del suo progetto. Ha pagato cara questa scelta, ma sono situazioni che si verificano ovunque, mica solo alla Lazio. Abbiamo avuto 6-7 giocatori fuori, gli impegni ravvicinati purtroppo sollecitano troppo gambe e muscoli. Lo ha detto anche Ancelotti».

A Bologna un altro prezzo pregiato della rosa come Tavares ha risentito di un problema muscolare, ma è stato convocato lo stesso dal Portogallo: «Innanzitutto, ci tengo a precisare che Nuno non si è mai tirato fuori dalla partita. Aveva un problema, il resto sono chiacchiere da bar. Come il fatto che si sia rifiutato di fare la risonanza magnetica qui».

Ancora sul mercato: «Non dorme mai. Vedremo se servirà qualche pezzo di ricambio per migliorare il motore del prossimo anno. Come primo anno stiamo facendo un percorso egregio, ma non basta, o meglio, io non mi accontento mai. Dobbiamo migliorare nella testa. Voglio inculcare una mentalità vincente, quella che ci ha portato a battere il Milan al 98′ a San Siro. Quello dev’essere lo spirito costante. Abbiamo raggiunto i quarti di Europa League e sono contento ma, per esempio, non nascondo che le prestazioni con il Viktoria non mi hanno affatto convinto. E per andare avanti servirà molto di più. Lo dico senza dare colpe a nessuno, proprio per acquisire una mentalità che va oltre il risultato. Oggi siamo ancora discontinui, serve un salto definitivo».

E un salto in avanti potrebbe essere proprio quella qualificazione in Champions: «Certamente porterebbe un cambio di visibilità, cambia tantissimo, sarebbe una bugia dire il contrario. Ma se non dovessimo centrarla, non ci sarebbe alcun ridimensionamento. Ho dimostrato che si può rinforzare una rosa con le idee, senza buttare soldi. Quando abbiamo preso Guendouzi, Rovella, Tavares, Dia, Isaksen e Castellanos, chi pensava che avevamo acquistato calciatori di questo livello? Solo noi, perché ci abbiamo creduto».

Capitolo cessioni: «Si aprirà un nuovo spaccato di mercato. A gennaio c’è la riparazione, a fine stagione la sostituzione di ciò che non è andato. Poi nessuno è indispensabile. Dico sempre: se arrivano offerte mostruose, mi vendo pure io». Infine il discorso rinnovi: «Abbiamo chiuso l’adeguamento del contratto di Mandas perché era giusto e lo avevamo promesso. Marusic ha già un altro anno automatico, il resto a suo tempo e non è questo. Pedro e Vecino? Non c’è nessun allarme alla Lazio, fuori e dentro il campo».

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