Milan, senti Rabiot: «Allegri un padre per me, se mi chiama sono sempre pronto» | OneFootball

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Calcionews24

·2 juin 2025

Milan, senti Rabiot: «Allegri un padre per me, se mi chiama sono sempre pronto»

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Le parole di Rabiot a la Gazzetta dello Sport: il francese ha parlato di Massimiliano Allegri, suo ex tecnico alla Juve, possibile ritorno in Serie A?

Adrien Rabiot si candida per il Milan? Il centrocampista francese, in una intervista a la Gazzetta dello Sport ha parlato del suo rapporto con Massimiliano Allegri nei suoi anni alla Juve, lasciando aperta la porta ad un possibile ritorno in Serie A in rossonero. Di seguito le sue parole.

GLI ANNI ALLA JUVE«Sono stati anni fondamentali, perché se oggi posso gestire queste responsabilità lo devo al fatto di aver potuto maturare in un club come la Juve, dove alla fine ero uno dei capitani».


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I SUOI MODELLI«Preferisco dare l’esempio in campo, ma ho sicuramente imparato molto da Ibrahimovic quando ero al Psg e da Buffon e Chiellini poi alla Juventus».

IL RUOLO CAMBIATO«Posso ormai giocare in diverse posizioni, ma tutto è partito dall’esigenza di rispondere a specifiche richieste in particolari momenti della stagione. Ho iniziato in mediana, poi De Zerbi mi ha spostato a destra, quindi a sinistra e alla fine da “10”, ma sempre dandomi le giuste indicazioni. De Zerbi è un allenatore attento al dettaglio e mi ha aiutato a sentirmi sempre a mio agio».

L’ADDIO ALLA JUVE«C’era un interesse perché si continuasse insieme. Anche Thiago Motta mi aveva chiamato, ma Giuntoli non ha fatto il necessario per convincermi. E non ho avuto la sensazione che volesse costruire qualcosa di importante. Vista la loro stagione caotica, forse ho avuto ragione. Già da qualche anno non erano stati fatti acquisti all’altezza della Juve e questo mi frustrava perché avevo l’impressione che in campo fossimo in pochi a fare il necessario. Non volevo continuare in quelle condizioni così ho preferito rimettermi in gioco altrove e ho scelto il Marsiglia».

IL PROGETTO JUVE«Non conosco i dettagli, e anche se nel calcio non c’è mai tempo e alla Juve c’è l’esigenza del risultato, è incomprensibile andare a prendere un ottimo allenatore come Motta per poi mandarlo via subito. Dicevano che era l’anno zero, alla fine è bastato qualche risultato negativo per azzerare tutto di nuovo. Ma Thiago ha un grande futuro davanti».

L’EREDITÀ BIANCONERA«Ho amato giocare alla Juve e vivere a Torino, in Italia: è stata una svolta in termini di mentalità e professionalità. Ho ricevuto tantissimo affetto da tutti, nel club e dai tifosi, e ne sono riconoscente. Per questo è stato difficile lasciare una squadra dove mi sentivo importante. Portare la fascia di capitano alla Juventus non è una cosa da niente».

IL RITORNO DI ALLEGRI«Scegliere Marsiglia senza la Champions non era scontato. Adesso che ci siamo qualificati, sarebbe importante poterla giocare in quello stadio e in quell’ambiente. Con Allegri in realtà ci parlo spesso. Giovanni Rossi, il consigliere di De Zerbi, lavora anche con lui e quando lo chiama mi dice: vieni che ti passo tuo papà. Con Allegri posso parlare di tutto e non solo di calcio. Lo apprezzo molto come persona. Ha una mentalità vincente. Ed è chiaro, se mi chiama io sarò sempre disponibile a parlarci».

THURAM E IL FUTURO BIANCONERO«Ha grande potenziale. Alla Juve si cresce lavorando con umiltà e lui ha tutto per imporsi. Ma serve pure alzargli il livello intorno».

LA FINALE DI CHAMPIONS«Non c’è stata partita. Tutti qui ci siamo chiesti dove fosse l’Inter che ha eliminato il Barcellona. Forse Lautaro non era al top e solo Thuram si è salvato. Poi il Psg ha fatto una grande partita che premia una grande stagione. Ma perdere 5-0 è umiliante: l’Inter non ha giocato la sua finale».

IL PALLONE D’ORO«Per me se lo merita Dembélé che ha vinto la Champions, con un ruolo sempre decisivo in campo».

VERSO LA NATIONS LEAGUE«Perdemmo in semifinale, ma quella Spagna era davvero più forte. Anche se la competizione è diversa e nel frattempo la Francia ha cambiato volto con nuovi giocatori di talento, cercheremo la rivincita e puntiamo alla finale».

LA SFIDA CON YAMAL«È un giocatore molto forte, soprattutto considerata la sua età. Ma in termini di collettivo e talento penso che Francia e Spagna si equivalgano. Sarà una bella partita».

L’OBIETTIVO MONDIALE«La sconfitta del 2022 ci ha feriti e tutti abbiamo voglia di provare ad andare di nuovo fino in fondo, con una nuova generazione. Mi preparo ogni giorno per questo».

IL CALCIO E IL RISPETTO«È assurdo tifare con insulti e violenza, oppure festeggiare una Champions League spaccando tutto e cercando lo scontro con la polizia. Si può vincere o perdere, nella rivalità. Ma è importante che il calcio torni a essere un gioco e una passione condivisi pacificamente da tutti».

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