DirettaCalcioMercato
·27 janvier 2025
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Le parole in conferenza stampa di Kyle Walker, neo acquisto del Milan da venerdì sera.
Il Milan ha ufficialmente dato il benvenuto a Kyle Walker, un rinforzo di grande esperienza per la difesa rossonera. L’inglese, annunciato nella serata di venerdì 24 gennaio, arriva in prestito con diritto di riscatto dal Manchester City, un colpo che ha suscitato molte aspettative tra i tifosi. Walker, con la sua solida esperienza in Premier League e a livello internazionale con la Nazionale inglese, porta qualità e leadership in un reparto che il Milan sta cercando di rinforzare ulteriormente.
Queste le parole:
Che impressione hai sempre avuto del Milan? “Giocare in questo club è una cosa bellissima. Ho grande ambizione qui. C’è questa possibilità ed è eccellente”.
Hai parlato con qualcuno del Milan? “Ovviamente ho parlato con Ibrahimovic. Lui mi ha chiarito molte cose, mi ha detto delle grandissime cose a cui si punta qui. Si è parlato della Supercoppa che è stato un buon inizio. A livello di campionato non si sta andando alla grande, ma in Champions c’è chance. Spero di contribuire con la mia esperienza e leadership, affinché il Milan possa tornare a prendersi ciò che vuole”.
Ti hanno parlato del calcio italiano? “Ci sono grandissime squadre, come Milan, Juve e Inter. Squadre che vogliono trionfare. La mia avventura in Premier è stata positiva, ora approdo in una grandissima squadra. Ho parlato già con diversi giocatori. Bello per me competere in Serie A”.
Che idea ti sei fatto ieri del Milan? “L’atteggiamento finale è necessario per tutti i 90 minuti. Serve quell’atteggiamento per vincere la Champions, per esempio. Da 0 a 45 e da 45 a 90 ho notato una grande differenza a livello di entusiasmo, carica ed energia. C’è bisogno di leader sul campo. C’è bisogno di quell’atteggiamento da parte dell’allenatore per essere squadra”.
Cosa ti ha convinto? “La storia del Milan”.
Di che cosa ha bisogno in questo momento il Milan? “Penso, in base a ciò che ho visto, la passione, la voglia di vincere, la pressione che dobbiamo mettere su noi stessi per vincere le partite. Poi ovviamente c’è la Champions, dove si gioca contro grandi squadre senza mancare di rispetto al Parma C’è stata una grande differenza tra il primo ed il secondo tempo. Serve entusiasmo, leadership in campo. Zlatan ha parlato di cosa è successo tra Calabria e Conceiçao ieri, ed hanno dimostrato che ci tengono”.
Cosa ti ha portato a scegliere il Milan? “La storia della società ed anche il progetto che Zlatan mi ha proposto”.
Sul bonus per la vittoria in Champions con il Milan “Chiaramente sarebbe un sogno che si avversa vincerla. Ho avuto già la fortuna di vincerla e perderla con il City. Ho vissuto entrambe le situazioni. Vi assicuro che è molto meglio essere applauditi che applaudire gli avversari, ma se ne parlerà più avanti, perché dipenderà dal nostro percorso in Champions. Bonus economico? No, gioco a calcio non per i soldi ma per la passione. Col City le cose non stavano andando bene, ed è questo uno dei motivi per il quale sono venuto qua, giocare di più e vincere tanti trofei. Quando ho firmato con il City ho vinto 17 trofei, ma non mi fermo qui, anche se ho 34 anni. Preferisco vincere. Ve lo garantisco”.
Al vantaggio del Parma hai pensato “Ma chi me l’ha fatto fare?” “No, è calcio. Succedono delle cose durante le partite, ma al fischio finale abbiamo ottenuto la vittoria che volevamo, che serviva, e siccome che mercoledì abbiamo una partita importnate e domenica il erby, è stato un passo imporante per far sì che questa settimana cominciasse nel migliore dei modi”.
Sei pronto ad interpretare il ruolo da leader dentro e fuori dal campo? Walker: “È ciò che devo fare. Con la mia età, con la mia esperienza posso passare questo messaggio ai più giovani, ma non posso farlo da solo. Ci sono anche altri leader, ma forse c’è una mancanza di fiducia. Ci vuole costanza di risultato, è cambiato l’allenatore, ma credo che Conceiçao abbia delle buone idee, buone basi sulle quali costruire la squadra. A volte ci vuole disciplina, quel fuoco dentro che deve essere trasmesso agli altri e che forse ultimamente è un po’ mancato. Spero che Rubs (Loftus-Cheek, ndr), Fik (Tomori, ndr) e Tammy (Abraham, ndr) possano avere fiducia in me. Spero che i miei compagni possano seguirmi in campo. Ho vinto tanto in carriera, ma vengo qui con l’auspicio di vincere tanti altri trofei con il Milan”.
Cosa temi di questa Inter? “Ho già giocato contro l’Inter quest’anno contro il City in Champions. Sarà una partita diversa, perché a Manchester fu una partita a scacchi, avremmo potuto fare meglio ma giocammo bene quella sera. In base a ciò che ho sentito sarà una partita diversa, sarà una partita entusiasmante, ma l’ultima sfida nel derby abbiamo vinto in Supercoppa, loro cercheranno la rivincita. Ma è una questione di mentalità, dobbiamo cercare di dare il massimo per quella partita, non solo per noi stessi, per la classifica, ma anche per i nostri tifosi”.
Cosa ti ha detto Guardiola sul Milan? “Quando ho parlato con Pep non è stata una conversazione semplice, a causa del rispetto reciproco che ci lega. Spero che lui sappia cosa posso offrire ad uno spogliatoio, l’atmosfera che posso creare. Il City era la mia famiglia, dal giardiniere, al cuoco. Credo di essere stato apprezzato, e spero di fare altrettanto qui. Voglio imparare la lingua italiana, ho tanta fame, fuoco dentro per raggiungere i miei obiettivi. Non voglio vincere trofei in un unico paese, ma anche all’estero”.
Credi nel destino? “Spero di sì. Non credo propriamente nel destino, ma credo nel lavoro sodo. Si raccoglie ciò che si semina, e non è che riuscirà a fare tante cose grazie al mio compleanno (ride, ndr). Ci vuole un pizzico di fortuna, ma servono anche le prestazioni”.
Che categoria è Leao? “Rafa credo che la qualità parli da sola. Ciò che ho visto in allenamento, anche in Champions quando ero a Manchester, ma anche ciò che sentivo da Dias e Silva al City. Lui ha tutte le qualità del Mondo, ora sta a lui essere uno dei migliori al mondo. Questa squadra ha della qualità, tutti i giocatori la hanno, sennò non giocherebbero. Ci vuole un minimo di presunzione, non arroganza. Non è che io sono il più forte, scendo in campo e segno una tripletta. Bisogna lavorare sodo”.
Su Theo Walker: “Contro Theo ci ho giocato con la Nazionale. È un top player, le statistiche parlano da sole. Questo dovrebbe essere l’inizio, ha 26 anni. Io sono arrivato al City quando ne avevo 27. Io credo che questo sia il periodo più importante per un difensore, l’apice della carriera, perché siusa molto di più la testa, sia in fase offensiva che difensiva. Se lui avrà bisogno di consigli a disposizione, ma spero di essere complementare con Theo. L’importante è la squadra, non i singoli. I singoli si metteranno in mostra quando staranno bene”.
Sul primo incontro con mister Conceiçao “Lui è contento che sia qui ed io devo dimostrare di essere un buon calciatore. Lui ed il suo staff tecnico si sono messi a ddisposizione, così come la società, che mi ha accolto a braccia aperte. Devo ringranziarla per l’accoglienza e per aver fatto sì che sia tutto semplice. Ora tocca a me rispondere sul campo”.
Walker al Milan come Hamilton alla Ferrari? È una sfida contro se stessi? Conclude Walker: “Grazie delle parole spese. Come ho appena detto, potevo restare a Manchester, avevo ancora un contratto che avrei rispettato. A volte la vita è fatta di sfide. Ci si trova in una situazione dove uno vuole provare qualcosa di diverso. Ho parlato con altri calciatori che non hanno giocato fuori dalla Premier, e ti dicono che con il senno di poi l’avrebbero fatto. Ma quando cè un club come il Milan che si interessano a te, ci sono società alle quali non puoi dire no, e questa è una di quelle. Mi ha rassicurato che il Milan volesse prendermi per davvero, e sentivo fosse la decisione giusta. Spero di terminare bene la stagione, sia a livello personale che di squadra”.