Panathinaikos Fiorentina: le tre cose che non hai notato del match di Conference League | OneFootball

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·6 mars 2025

Panathinaikos Fiorentina: le tre cose che non hai notato del match di Conference League

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Tre curiosità sulla sfida Panathinaikos Fiorentina: partita valida per l’andata degli ottavi di finale di Conference League 2024-2025.

Panathinaikos-Fiorentina è stata una gara piena di gol (3-2) e di cose. Qui ne elenchiamo tre, meno importanti, ma utili a capire la partita.

  • La prova generale. Le reti del primo tempo viola sono tutte nate da lanci di Mandragora che hanno trovato Gosens puntuale come un treno tedesco (modo di dire, eh, nessuna polemica politica sullo stato dei nostri trasporti). Poi, cross o suggerimento e Beltran prima e Fagioli poi hanno colpito rimediando a un inizio sciagurato che aveva portato la squadra sotto di 2 reti. Ebbene, in questa capacità di rimonta c’è esattamente la strategia, quel che si usa dire il “piano gara”. Perché già sull’1-0 si era visto un cross di Gosens e Kean andare su coraggiosamente – tenendo conto che gioca incerottato per la terrificante botta di 10 giorni fa -, senza riuscire a fare molto di più che toccare il pallone. Come dire: prima le prove generali, poi la recita vera e propria. Con lo stesso protagonista, in grado di mandare a rete i compagni, bravi quanto lui nel farsi trovare pronti.
  • Metà tempo. Ogni tanto quando si incontra un esterofilo nel calcio scatta un sussulto di reazione. Per dire che insomma, non tutto ciò che succede fuori pè meglio di quel che capita da noi. Semmai, vedendo la velocità nel gioco e nelle intenzioni di entrambe le squadre, il vero spunto di riflessione è che bisognerebbe vivere ogni partita come se fosse una gara a eliminazione diretta. Perché quando lo è davvero, è tutto decisamente più avvincente. Anche in un match di Conference League, alquanto piacevole, dinamico e – soprattutto – immune da astruserie e imbarazzi psicologici. Sul 2-0 la Fiorentina ha giocato con determinazione, credendo fortemente alle sue possibilità di rimonta. E sul 2-2 si è rivisto immediatamente davanti, come se non fosse successo assolutamente nulla.
  • L’attaccante di una volta. Beltran segna di testa, ma davanti non gioca, nel senso che idealmente fa la seconda punta, in concreto si sbatte un sacco per tornare indietro. Ma questo poco importa. Perché l’argentino anche molto lontano dalla porta è un attaccante vero. Lo si vede da come riesce a proteggere palla e prendere falli a molti metri dall’area avversaria. Ha proprio la postura di chi una volta lo faceva quel mestiere che oggi non ha più, anche se gli dicono che non lo è.
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