Calcio Femminile Italiano
·24 mai 2025
Sara Gama: “Juve? Mi ha fatto realizzare sogni che non pensavo di avere, il Club giusto per me”

Calcio Femminile Italiano
·24 mai 2025
Ritiro dal calcio, sì, ma non dalla vita nel mondo del calcio. Sara Gama è stata ospite del podcast targato Juventus nell’episodio 3, quel numero che ha segnato la sua carriera e che l’ha portata a tagliare traguardi importanti.
«Mi sento benissimo, è una decisione che ho preso a suo tempo, già prima dell’infortunio, per me era solo il fatto di “dirlo al mondo”; il momento difficile è stato maturare questa scelta negli scorsi anni. Quando una decisione è presa, dopo è un sollievo poterne parlare rapidamente», ha dichiarato a proposito del ritiro, una decisione che ha lasciato l’intero movimento calcistico femminile con il magone, consapevole dell’importanza che ha avuto questa calciatrice nella storia dello sport.
“T” come Trieste e Torino, le due città che hanno segnato la vita di Sara Gama dentro e fuori dal calcio giocato. A Trieste, poi, Gama ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo del calcio, la sua più grande passione: «Il numero di ore passate a giocare a calcio era infinito. Quando avevo sette anni ho cominciato ad allenarmi con una squadra, ma era per strada che giocavi tantissimo, ore che non si quantificano.»
«Le critiche costruttive le prendo sempre bene. Tante cose nella vita abbiamo saputo ignorarle per portare avanti questo sport, ma a volte ci si sofferma su delle critiche distruttive e non sulle cose belle. La percezione e la visibilità sono un po’ cambiate, si è allargata la base del nostro pubblico, c’è gente che inizia a conoscere il sistema», ha poi affermato a proposito dell’evoluzione del calcio femminile in Italia. Con la diffusione del movimento, di pari passo si sono diffuse anche le critiche negative, soprattutto attraverso i social, alle calciatrici e al loro lavoro, ragion per cui all’inizio è stato difficile, per le ragazze, affrontare la situazione senza risentirne.
A proposito della differenza tra “Capitano” e “Capitana”, Gama ha espresso il proprio pensiero, quello di una calciatrice del movimento femminile che spera, un giorno, di vedere una certa uniformità del linguaggio e che questo contempli anche la declinazione al femminile di certi termini come, appunto “Capitana”: «Il linguaggio plasma la realtà, è una questione d’abitudine, declinare al femminile è dare il nome giusto alle cose. Se sento che i tifosi mi chiamano “Capitano” per rispetto sono contenta, ma è anche vero che abituarsi a utilizzare la declinazione giusta cambia le cose, perché non è uguale, va fatto nel tempo.»
La giocatrice ha poi ripercorso la propria vita calcistica dagli inizi, quando è approdata alla prima squadra femminile della sua carriera, la Polisportiva San Marco, con i campi che davano sul mare, per poi parlare degli Stati Uniti, dove la parola “Soccer” viene ricondotta alle calciatrici e non ai calciatori: «Il calcio femminile negli States arriva da grandi investimenti degli anni ’70 con una legge per cui hanno deciso di dare fondi alle università, e hanno scelto di investire sul calcio femminile, per questo è cresciuto così tanto. C’è sempre una decisione strategica a monte, destinare delle risorse per vedere i risultati.»
Per lei, la Juventus «è un Club che ti permette anche di realizzare i sogni che non pensavi di avere. Non avrei mai pensato di vedere, nel mio paese, il calcio femminile svilupparsi fino a questo status. L’entrata della Juventus nel 2017 ha creato un’onda importante dal punto di vista dell’attenzione e ha cominciato a trasformare il panorama nostrano in maniera incredibile. Significa anche tradizione con l’innovazione, perché con noi hanno innovato, poi è arrivata la Next Gen dopo di noi, e noi oggi vediamo nascere anche seconde squadre per gli altri Club italiani. Poi è anche voglia di vincere.»
Sempre a proposito di Juventus, Gama ha affermato che la voglia di vincere è una costante nella sua vita fin dagli inizi e che è, al contempo, un’arma a doppio taglio: «Ho sempre avuto fame di vincere e di competere, ho trovato il Club giusto per me. Se vai sempre al massimo, non c’è un momento in cui cali e hai sempre un livello alto e lo fai nel tempo, è chiaro che è uno standard importante e la stessa cosa si comincia a chiedere agli altri, perché non puoi chiedere qualcosa che tu non fai» ha dichiarato in quella che, secondo lei, è una definizione di “Leader”, ovvero una calciatrice che riesce a tenere sempre alto il livello e che, di riflesso, porta anche le compagne di squadra a muoversi allo stesso modo.
Carlo Pastore ha poi chiesto alla Capitana bianconera di nominare i cinque momenti più belli nella sua carriera vestendo la maglia della Juventus: «Al quinto posto metto il gol che ho segnato quando abbiamo vinto la Coppa Italia, al quarto, anche se non lo merita, metto i nostri occhi al primo giorno che siamo arrivate qua io e le mie compagne, avevamo degli sguardi timidi, della serie “Sta accadendo veramente”. Al terzo metto lo Scudetto di quest’anno, dopo due anni e per chi è qui da tanto è una grande soddisfazione. Al secondo metto i 40mila all’Allianz Stadium prima del mondiale, non si può spiegare l’emozione. Al primo metto il primo Scudetto, perché non si può spiegare: era una scommessa, era tutto nuovo e abbiamo vinto contro il Brescia ai rigori, titanico.»
In chiusura, qualche parola sul futuro di Sara Gama che, per il momento, sembra ancora strettamente vincolato al calcio e a tutti i suoi impegni che riguardano il movimento: «Continuo con la vicepresidenza di Asso Calciatori, sono rientrata nel Consiglio Federale, sono degli impegni che negli anni sono cresciuti.»