Bologna, Villalta: «Loro per tradizione sono favoriti, ma nella gara secca… Orsolini il mio preferito, merita l’azzurro! Finale? Io le preparavo così» | OneFootball

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·14 Mei 2025

Bologna, Villalta: «Loro per tradizione sono favoriti, ma nella gara secca… Orsolini il mio preferito, merita l’azzurro! Finale? Io le preparavo così»

Gambar artikel:Bologna, Villalta: «Loro per tradizione sono favoriti, ma nella gara secca… Orsolini il mio preferito, merita l’azzurro! Finale? Io le preparavo così»

Bologna, le parole di Renato Villalta, icona della Virtus Bologna, in vista della finale di Coppa Italia di questa sera

Se da una parte a tifare il Milan ci sarà una leggenda dello sport come Paolo Bertolucci, il Bologna non è da meno: atteso sugli spalti dell’Olimpico c’è Renato Villalta, ala grande ed icona della Virtus Bologna. Di seguito le sue parole a Tuttosport.

COME SI PREPARA UNA FINALE«Con la consapevolezza di essere pronti a dare tutto quello che si ha. Bisogna tenere conto che c’è una città intera a fare da traino. Il Milan ha forse più storia del Bologna, è una squadra più navigata. Ma nelle partite secche può davvero succedere di tutto, e non è un luogo comune. La cosa più importante comunque è rimanere sereni e tranquilli».


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MEGLIO PENSARCI SEMPRE O STACCARE«Dipende. C’è gente che si concentra al meglio se rimane focalizzata sull’evento come unico pensiero. È come un esame all’università. Ci sono coloro che non dormono le notti precedenti; altri che invece si presentano davanti al professore pensando a tutt’altro finché non vengono chiamati».

COME FACEVA LUI«Io ci pensavo durante tutta la settimana prima di una finale. Soprattutto il primo pensiero era convincermi di averla preparata bene. Forse questa è la chiave».

SULLA SCONFITTA IN CAMPIONATO DEL BOLOGNA«Posto che io le previsioni le sbaglio tutte, dico che è sempre meglio affrontarne una per volta. E che vincerne due di fila non è certo un’impresa facile per nessuno. Forse per questo motivo l’approccio del Bologna può essere più sereno di quello del Milan».

SUL PERCORSO DEL BOLOGNA«A Bologna è impossibile non seguirla. L’amico Fenucci mi invita allo stadio; qualche volta sono andato. Ma ho raggiunto un’età dove vincono le comodità… Sono entrambi ottimi allenatori. Quando è arrivato Italiano, dopo quel grande risultato dell’anno scorso ha impiegato un po’ di tempo per rodarsi. Poi ha trovato il modo di toccare le leve giuste ed è stato eccezionale. Anche perché è un attimo ritrovarsi dalle stelle alle stalle. Da non tecnico mi sembrano entrambi molto bravi».

EUROPA OLTRE LA CHAMPIONS«Sarebbe un brutto peccato non tornare a giocare in Europa. Non penso che col Milan venga attanagliato dalla paura di perdere, quanto invece abbia la consapevolezza di poterla vincere. Se pensi “Oddio, cosa perdo”, automaticamente ti viene il braccino corto. È più una condizione della società che dei giocatori. Mi spiego: un calciatore ha sempre la possibilità di cambiare. Per un club andare in Europa, qualunque essa sia, significa anche un sacco di entrate economiche».

IL SUO GIOCATORE PREFERITO«Orsolini. È la sintesi di questa realtà. Io lo vedo assolutamente da Nazionale. Poi è vero che ogni commissario tecnico ha i suoi pallini, come Pozzecco nel basket che proprio non vuole Della Valle. D’altronde è questione di filosofia e di scelte, che possono anche essere ingrate. In cuor mio tuttavia Orso lo vedo senz’altro da maglia azzurra».

VOGLIA DI CAMPO«Faccio ginnastica con un preparatore due volte alla settimana, poi nel week-end cammino sui colli altre due volte o vado in bici quando sono al mare. Ho corso in passato anche la Maratona (venne premiato a New York come il più alto finisher, 2.04, n.d.r.), che è lo sport più onesto di tutti. A basket riprovai qualche anno fa, ma la schiena e le anche cigolanti mi hanno fatto recedere in fretta…».

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