Calcionews24
·10 April 2025
Como, Gabrielloni: «Giochiamo bene, ci divertiamo e ci sono tante stelle che brillano. Fabregas lo avevo visto solo in TV»

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·10 April 2025
Nel corso di una lunga intervista per La Stampa Alessandro Gabrielloni, attaccante del Como dalla Serie D alla Serie A, ha ripercorso la sua carriera in azzurro. Di seguito alcune dichiarazioni.
MEGLIO VEDERE KEIRA KNIGHTLEY CELEBRARE UN SUO GOL O ALLENARSI CON FABREGAS – «La prima volta che Cesc è entrato nel nostro spogliatoio, c’era imbarazzo: sembrava assurdo, io l’avevo visto solo in TV. Ma lui è stato fondamentale per abbattere quel muro e farci capire che tutto era davvero possibile».
EFFETTO HOLLYWOOD SUL CAMPO – «Stiamo giocando bene, ci divertiamo e ci sono tante stelle che brillano. Nico Paz è il talento per definizione e Fabregas è un tecnico meticoloso. Il progetto del Como è impressionante grazie alla visione dei fratelli Hartono, che stanno facendo davvero la differenza».
COME È STATO PASSATO DALLA SERIE D ALLA SERIE A – «È stato un percorso lungo e impegnativo. Senza il Como non sarei mai arrivato dove sono ora. Ho visto tante difficoltà, anche mancati pagamenti, ma alla fine sono riuscito a raggiungere il mio sogno».
QUAL È STATA LA SUA FORZA – «Non ho mai mollato anche quando sembrava tutto più difficile. Ho sempre lottato mentalmente, e forse per questo sono stato sempre sostenuto dal Como. Ogni volta che sono stato vicino a lasciare, ho sentito che l’amore per questo club non poteva finire».
GOL ALLA ROMA, CHE EMOZIONE RICORDA – «L’emozione è stata unica e forte. È stato un gol importante, soprattutto in un periodo complicato. Però guardo avanti: voglio continuare a segnare e dimostrare che sono un giocatore da Serie A».
PERCHÉ LA SUA STORIA È UNICA – «Le differenze tra le categorie ci sono, ma in provincia ci sono anche tanti talenti nascosti. Spesso si vuole tutto e subito, ma non è facile arrivare in alto senza il supporto giusto dal club. La mia è una rarità, ma sono riuscito a farcela».
GIOCARE CON REINA, ALI E SERGI ROBERTO È UN SOGNO – «A volte non mi sembra vero, ma hanno avuto grande umiltà nel calarsi in una realtà diversa, portando esperienza. Ora è diventato normale, e qualche volta è anche divertente “prendersi gioco” di chi ha giocato in Champions».
COME È CAMBIATO IL COMO – «Tutto è cambiato. Prima non avevamo nemmeno il campo per allenarci, ma ora c’è un senso di appartenenza più forte e la città sta crescendo. La proprietà vuole creare un brand con il Como e ci sta riuscendo».
SEGRETO DEL COMO – «Non è un fondo estero che mette i soldi e basta, ma è una società con figure storiche come il ds Ludi. Le cose sono fatte con intelligenza e investimenti a lungo termine. Lo stesso Fabregas ha un progetto a lungo termine qui».
LA SALVEZZA – «Sì, domenica contro il Torino possiamo chiudere il discorso. Vogliamo anche riscattare la sconfitta dell’andata, quando Milinkovic-Savic ha parato di tutto».
LAUREATO – «Ho fatto la tesi sul modello Como durante il lockdown, nel 2020. Ero chiuso in casa e ho discusso la tesi davanti al PC. Non mi aspettavo che la laurea potesse portarmi tanto bene. Ora vedremo come evolverà il futuro, ma il calcio resta la mia priorità. Sono orgoglioso della laurea, ma non so ancora cosa farò dopo. Potrei restare al Como, ma per ora il mio obiettivo è segnare altri gol».