Cagliarinews24
·12 Mei 2025
Copparoni: «Nessun processo al Cagliari e Nicola, il gruppo è unito. Molte critiche le trovo ingiuste»

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·12 Mei 2025
L’ex portiere rossoblù Renato Copparoni, ospite a Videolina Sport, ha commentato la situazione del Cagliari, dopo la sconfitta contro il Como, a due giornate dalla fine del campionato di Serie A. L’ex numero uno isolano ha fatto il punto sulla lotta salvezza, le pressioni che gravano sulla squadra e sul ruolo dei tifosi in un momento tanto delicato.
NESSUN PROCESSO – «Non processo il Cagliari e Nicola. A due domeniche dalla fine abbiamo cinque punti di vantaggio dalla terzultima, l’anno scorso avevamo solo un punto di vantaggio a questo punto del campionato. Ci siamo salvati con un punto nello scorso campionato. Ci sono due partite, fondamentale quella con il Venezia. Basta non perdere, non bisogna per forza vincere. Non si scende in campo per pareggiare ovviamente».
CALO – «C’è un po’ di sfiducia da parte della squadra, c’è stato un calo contro il Como. Queste critiche eccessive dopo la vittoria contro il Verona, con la squadra che sembrava già salva e tutti che si aspettavano di festeggiare la salvezza con l’Udinese, hanno poi influenzato in negativo l’ambiente, quando invece non deve essere così. Siamo razionali: il Cagliari parte sempre per salvarsi. Se raggiunge l’obiettivo, allora lo accetti. I tifosi devono stare vicini a squadra e giocatori, lasciando stare le critiche superficiali e ingiuste (perché molte critiche sono ingiuste) non servono all’ambiente»
SPERANZE – «Le concorrenti? Pensi che l’Inter non speri che il Napoli non faccia bene o viceversa? Nelle ultime partite, tutte le squadre che sono in lotta per qualcosa sperano in un capitombolo di una rivale. Il Parma è una candidata a restare in Serie A. Delle squadre pericolanti, quella che potrebbe essere salva è l’Empoli, vincendo contro il Monza alla prossima e non perdendo l’ultima in casa. Il Lecce? Giocherà contro la Juventus, e la Juventus non regala nulla a nessuno. Il Lecce può battere il Torino, ma per me non arriva a più di 31 punti.Questi sono i conti, non si può pensare che le concorrenti vincano sempre e noi perdiamo sempre.»
GRUPPO – «Come ha detto Deiola, sono convinto che il gruppo è unito. Ci sono situazioni in cui il compagno può essere rimproverato, ma questo non significa mancanza di coesione. Il gruppo c’è»
MARADONA – «Il rigore parato a Maradona? È una storia vecchia e bella. L’avevo visto due settimane prima contro il Verona e il portiere Giuliani si era mosso in anticipo, quindi mi sono detto “resto fermo fino alla fine”, ed era difficile perché mi tremavano le gambe e volevo muovermi.L’unica cosa che mi è dispiaciuta dopo è stata di non aver potuto incontrare Diego Maradona e di poterne parlare perché fu il primo rigore che sbagliò in Europa. Da poco ho parlato con il massaggiatore storico del Napoli, che era come un padre per Diego, e mi disse che Diego era un po’ triste, ma comunque sbagliò sul 3-1 per loro. Non avevo realizzato di aver parato il rigore a Maradona perché ero arrabbiato, eravamo sotto 3-1»
ESORDIO – «Il mio esordio in Serie A è stato il 13 maggio del 1973, avevo vent’anni. Eravamo a Napoli e facevo il secondo di Albertosi. A fine partita, in aeroporto, parlando con Ricky del più e del meno, mi guarda e dice che domenica gioco io contro il Torino. Era la penultima partita di campionato. Ricky si presenta poi al campo con il braccio gessato, si mette di fronte al mister e dice che aveva dolori. Gli hanno dato 10 giorni di riposo e io ho giocato»
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