Calcionews24
·21 Desember 2024
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·21 Desember 2024
Davide Nicola, allenatore del Cagliari, interviene in conferenza stampa per presentare la partita contro il Venezia, valida per la 17a giornata di Serie A. CagliariNews24 segue in diretta le dichiarazioni del tecnico rossoblù riportandole testualmente in tempo reale.
LE PAROLE DI MISTER NICOLA
INFORTUNI E VENEZIA – «Solo Luvumbo out non sarà della partita. Non abbiamo parlato della partita di due anni fa, mi interessa relativamente delle passate gestioni. Mancano 3 gare alla fine del girone d’andata, dobbiamo fare il nostro meglio»
RITIRO – «Questa squadra non ha da dimostrare l’attaccamento alla maglia e alla piazza, è stata una decisione unanime, c’era l’esigenza di allenarci. Abbiamo dormito una sera in più insieme. E’ stata una scelta libera dei ragazzi che mi piace, ci tengono tanto»
GIRONE D’ANDATA – «Conta la prossima gara, conta che non sappiamo quanto otterremo da ogni gara, stiamo giocando in un certo modo e ci stiamo divertendo ma sappiamo di dover migliorare senza accontentarci, vivere ogni settimana come se fosse l’ultima. Il campionato non finisce domani, ogni gara ti da l’opportunità di fare un passo avanti»
EMOZIONI – «Non mi faccio film in testa, guardo che arriviamo a Venezia con la consapevolezza che se giochiamo in un certo modo siamo competitivi e abili, ad oggi dobbiamo migliorare la concretizzazione di quello che costruiamo. Il percorso è questo, credo in questi ragazzi e sono convinto che abbiano i mezzi per lottare verso l’obiettivo che dura ancora tanto tempo e non finisce domani»
CAGLIARI – «Non ci si adatta mai all’avversario, ognuno fa il proprio gioco a prescindere dal modulo. Dipende dallo sviluppo del gioco avversario, tutte le squadre modificano la costruzione del gioco usando 2o 3 centrali, o alzando il centrale scambiandolo con un mediano. Bisogna avere la giusta qualità e i tempi di gioco nelle rotazioni, c’è il rischio che possa avere giocatori in ruoli non abituali, è una questione di sorprendere l’avversario non adattamento»
GARA – «le squadre quando giocano male a lungo andare perdono, giocare male significa non sfruttare quello che crei. Puoi limitare solo gli altri o esprimere te stesso, io sono per la seconda. Sviluppare il gioco lo facciamo bene ma dobbiamo alzare precisione e qualità, questo avviene con il tempo e ripetendo le cose. Tutto questo processo ti porta ad esprimerti al meglio, chi gioca male non vince. Ci sono momenti in cui le squadre giocano bene e non concretizzano, quella che si chiama fortuna e solo inabilità. Pensiamo a noi e scegliere di essere propositivi porta alla crescita anche dei singoli»
ZONA RETROCESSIONE – «La classifica in questo momento lascia il tempo che trova, tutte potevano avere almeno 3 punti in più e significa essere addirittura decimi. 3 punti avanti o indietro ora è relativo, bisogna analizzare come fare punti per salvarsi. Si cerca di migliorare in fase di costruzione e di limitare gli avversari. Il Venezia ha qualità e abilità, anche se ha punti in meno non è inferiore agli altri, per la prima volta negli ultimi 7 anni è uno dei campionati più competitivi. Se fossi decimo in classifica il campionato non sarebbe più facile»
AGGRESSIVITA’ – «Anche la metodologia del lavoro va in questa direzione, si allenano i giocatori a riconoscere le situazioni di gioco in entrambe le fasi. Le regole sono cambiate, la velocità del gioco è cambiata, determinata anche dalle decisioni arbitrali. Si deve allenare lo stato emotivo, se non viene riconosciuto un fallo ci si può incendiare, credo che il Cagliari sia aggressivo. Alcuni giocatori hanno più dimestichezza fisica, altri scaricano prima la palla. Il Venezia è aggressivo come noi e fa densità per ripartire, la differenza la fa la capacità con cui si resta in partita senza dare peso all’aspetto emotivo. Le partite variano ogni quarto d’ora per valori emotivi e in questo dobbiamo essere riflettivi senza perdere l’aggressività»
JUVENTUS – «Ci portiamo dietro, aldilà di competizioni differenti, la personalità mi è piaciuta molto nel primo tempo rispetto al campionato. Siamo partiti con il piglio di fare la partita per trovare l’episodio, fare gol subito avrebbe spostato gli equilibri psicologici ma c’è stata la bravura dell’avversario a non subire il gol dopo 40 secondi. Dal 2-0 in poi ci serve a capire che gare del genere non devi farle scappare, ho chiesto io di esagerare per creare presupposti che avrebbero cambiato la gara, andava trovata qualità in più prendendoci dei rischi. Allo stesso tempo è importante che prendano la mentalità che ogni partita non è finita al 60esimo, dobbiamo capire che non si molla mai e non possiamo non riconoscere che la perdita di equilibri regala qualcosa all’avversario»