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Calcio e Finanza

·4 Februari 2025

Decreto Crescita, il calcio unito per reintrodurlo: apertura anche dall’Assocalciatori

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Il calcio italiano fa fronte comune per la reintroduzione del Decreto Crescita, la misura fiscale non confermata dall’attuale governo Meloni, che permetteva ai club calcistici di poter dimezzare l’esborso lordo sull’ingaggio di calciatori provenienti dall’estero.

Come riporta l’edizione odierna di Tuttosport, la rielezione di Gabriele Gravina alla presidenza della FIGC ha l’obiettivo di consentire un rinnovato dialogo fra le componenti federali, dopo più di uno scontro nel recente passato. E proprio in occasione della conferma del numero uno della Federcalcio, sul tema del Decreto Crescita, è arrivata una importante apertura di Umberto Calcagno, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori (AIC), che è sempre stato contrario all’applicazione di tale decreto.


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La posizione su cui Calcagno è disposto a concedere il proprio benestare riguarda solamente calciatori considerati di prima fascia, insomma chi non influenzerebbe in nessun modo la formazione di calciatori italiani. Ovviamente bisognerà passare dal governo che dovrebbe reintrodurre una misura, appositamente formulata, a tempo di record visto che i club di Serie A vogliono i vantaggi fiscali già a partire dalla prossima finestra di mercato estiva, che inizierà il 1° luglio 2025.

Detto del Decreto Crescita, la nuova governance del calcio italiano, a tutti i livelli, sembra essere pronta a lavorare insieme con un accordo di massima anche su altri temi: una taxcredit sugli investimenti strutturali, a partire da quelli sui settori giovanili, molto caro a tutte le leghe professionistiche. Per quanto riguarda l’intricata situazione stadi sembra essere totale anche l’appoggio del governo.

Su questo punto il presidente della Lega Serie A, Ezio Maria Simonelli, ha auspicato la nomina di un commissario unico. Mentre Gravina ha dichiarato: «Ci siamo allontanati troppo dagli standard internazionali, quello che frena l’entusiasmo è l’ostacolo burocratico». Lo stesso presidente FIGC ha poi condiviso l’idea di un commissario unico.

Tra gli obiettivi c’è quello di rendere psicuri quelli attuali, anche attribuendo al quarto uomo la qualifica di pubblico ufficiale: «È una proposta condivisa con i ministri Piantedosi e Abodi – ha dichiarato il presidente federale – aiuterebbe a combattere certi atti di violenza».

Resta sempre presente, anche se più sullo sfondo, la riforma dei campionati: non se ne parla da tempo ma, nel clima di grandissima sintonia, è una di quelle sfide dove riuscire a lavorare insieme, anche all’interno delle stesse leghe, basti pensare alla A dove le big vedrebbero bene la riduzione del numero di squadre. Ma ogni discorso è stato posticipato: «Ci sono una serie di blocchi, c’è un diritto d’intesa che si può rimuovere sul dialogo. Ci dobbiamo richiamare al senso di responsabilità», ha ricordato Gravina.

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