Milannews24
·24 Desember 2024
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Ospite a Cronache di Spogliatoio, Giuseppe Pastore ha commentato così le dichiarazioni di Furlani, CEO del Milan:
PAROLE – «Sono dichiarazioni uscite ieri ma risalenti a qualche mese fa, ad aprile o a settembre, insomma prima che la stagione precipitasse che vede un Milan ottavo, anche se oggi (ieri, ndr) la sconfitta della Fiorentina dà morale a Milan e Juve perché vede avvicinare di molto la zona Champions League. Due cose mi colpiscono: il fatto che la frase più chiacchierata e commentata di questo paper, il riferimento all’Inter, un po’ inelegante, per la serie “Bisogna vincere con intelligenza sennò poi si finisce in bancarotta come l’Inter”, a parte che l’Inter non è andata in bancarotta, semmai è un discorso che riguarda il suo ex proprietario. Ma come ha spiegato Marotta, anche lui come una punta di ineleganza, nel riferirsi alla seconda stella, perché non è quello il discorso, ma vabbè, vuol dire non capire il punto della questione a livello culturale. Perché insomma è chiaro che il Milan ha rimesso a posto il bilancio, tutti glielo stiamo riconoscendo da anni. È una squadra che ha fatto due esercizi in attivo grazie anche ai risultati sportivi di Maldini, Massara e Pioli, ma non puoi semplicemente rivolgerti al tuo pubblico, alla tua clientela, raccontando questo. Perché la realtà dice che l’anno dopo lo scudetto l’Inter è a 11 punti sul Milan a metà campionato, quindi altro che bancarotta ecco. Poi c’è il passaggio su Maldini, che è stato anch’esso commentato, in cui è stato spiegato che la visione del calcio e dell’imprenditoria sportiva di Cardinale non prevedeva evidentemente Maldini. Io permetto umilmente di ribattere che Maldini è uno dei motivi per cui il Milan ha migliorato i suoi conti negli ultimi 4 anni, grazie al fatto che ha vinto uno scudetto e soprattutto una semifinale di Champions League che ha portato tanti soldi, ha riportato San Siro tutto esaurito dopo anni di gelo. Il gelo che, basterebbe mettere piede a San Siro o anche nel settore ospiti di Verona venerdì sera, sta tornando negli ultimi mesi. Terza cosa, che mi ha molto divertito, che il CEO Giorgio Furlani è un dirigente che non si è mai occupato di sport e non ha mai ricoperto questa carica, fosse che tutti quelli che parlavano di Furlani lo ritenevano uno che deve ancora formarsi, cioè deve ancora imparare a gestire le risorse umane, deve ancora imparare ad occuparsi di sport e a completare la curva di apprendimento. Difatti a capo del Milan in questo momento c’è un CEO che per bocca e parola dei suoi stessi compagni d’avventura non è ancora del tutto pronto a fare ancora il CEO».