Kickest
·18 Februari 2025
La qualità silenziosa di Arthur Atta
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Kickest
·18 Februari 2025
“Nell’Udinese ci sono giocatori di cui sentiremo parlare”, diceva Antonio Conte, dopo l’ottima prestazione dei friulani e il pari imposto al Maradona. Già in quell’occasione, il classe 2003 Arthur Atta aveva fatto vedere diversi spunti interessanti. Riconfermato titolare nella gara con l’Empoli, ha dato un saggio delle sue qualità, esaltate dal nuovo modulo con cui l’Udinese sembra girare a meraviglia: dopo la terza partita dal passaggio al 4-4-2, infatti, il bilancio è di 7 punti, ottenuti con un gioco propositivo e 7 reti complessive.
Il nuovo 442 di Kosta Runjaic sta esaltando particolarmente le qualità di due giocatori: gli esterni di centrocampo, in una posizione ibrida tra la corsia e la mezz’ala, liberi di svariare, di accentrarsi e di inserirsi, si stanno rivelando un’arma tecnico-tattica di difficile lettura per le formazioni avversarie. A fare la parte del leone è ovviamente Ekkelenkamp (3 reti nelle ultime 2), ma il nostro occhio è quindi caduto sulla qualità più “silenziosa” di Arthur Atta, classe ‘03 alla seconda consecutiva da titolare.
Un po’ mezz’ala, un po’ esterno, un po’ trequartista: rinchiuderlo in un ruolo preciso significherebbe penalizzare la sua duttilità, perché Arthur riesce a conciliare tutte queste funzioni grazie ad un’ottima tecnica di base e soprattutto a una gamba che gli permette di coprire agevolmente grandi porzioni di campo. I suoi 189 cm descrivono una fisicità agile: longilineo ma elastico, abile nello stretto, associativo e a suo agio palla al piede, con ottimi tempi di inserimento.
La sua anarchia funzionale nell’interpretazione del ruolo laterale sta portando grande imprevedibilità alla fase offensiva dell’Udinese e solidità in fase di non possesso. E la sensazione è che il ragazzo abbia più di qualche colpo in canna.