Calcionews24
·7 November 2024
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Questa sera la Lazio cerca la sua quarta vittoria consecutiva in Europa League contro il Porto. A la Gazzetta dello Sport, l’ex biancoceleste Massimo Oddo ha parlato della partita, cominciando da un precedente del 2003. Di seguito le sue parole.
RICORDO – «Quella del 2003 (24 aprile, ndr), ritorno delle semifinali di Coppa Uefa. Era la Lazio di Roberto Mancini. All’andata avevamo perso per 4-1. Di quel giorno resta indimenticabile l’atmosfera dell’Olimpico: erano in 70 mila. Il Porto di Mourinho seppe difendersi bene. Noi non sfruttammo un rigore con Lopez. Finì 0-0 ma giocammo una gran partita, ci mancò solo il gol. Eravamo una bella squadra. In difesa, davanti a Marchegiani, con me c’erano Fernando Couto, Mihajlovic e Cesar».
CHE PARTITA SARA’ – «Il Porto è una formazione esperta a livello internazionale. Per tradizione, ha sempre avuto giocatori di talento. É cambiato l’allenatore con l’addio di Sérgio Conceição, ma l’impronta è rimasta con la difesa a quattro. Sono sempre ben disposti al palleggio: bisogna evitare di concedere spazi. La Lazio è attesa da una sfida di alto livello. In campo internazionale cambia tanto rispetto al campionato. Questa gara può contribuire a far crescere ancora la squadra di Baroni. In Coppa è sempre il collettivo a trainare tutto, pur se il singolo può fare la differenza. La Lazio sta attraversando un periodo felice con tanto entusiasmo. Gli attaccanti sono in forma. In questa sfida Pedro può dare molto anche comeesperienza».
LA MANO DI BARONI – «Sono convinto che gli allenatori italiani siano tra i migliori al mondo. Pur se all’estero ci sono tecnici top, come Guardiola. Noi però sul piano tattico non siamo secondi a nessuno. Ora sta cambiando anche la mentalità in chiave offensiva. Baroni sta dimostrando tutta la sua preparazione pure in una grande piazza. Certo i risultati alla lunga dipendono dalla qualità del gruppo. E occorre mantenere un certo equilibrio nel valutare la squadra. Ci sono giovani in grado di dare soddisfazioni. Si, questa Lazio può continuare a far bene anche in Europa».
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