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Calcio e Finanza

·19 Maret 2025

Lotito: «Calcio indebitato? Io produco risorse. Ora voglio realizzare il Flaminio»

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Ospite sul battello di Piero Chiambretti in “Fin che la barca va su Rai 3”, il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha toccato diversi temi, a cominciare dal suo rapporto con i tifosi della Roma: «Io faccio i fatti e non le parole, io non vendo sogni, ma solide realtà. I romanisti mi amano perché vorrebbero avere un presidente più presente. I tifosi della Roma vorrebbero un presidente presente con cui sfogare le frustrazioni. Io ho il coraggio di assumermi le mie responsabilità, anche con la piazza contraria. Quest’estate contestavano la squadra, Baroni, ho avuto diecimila persone contro, ma si sono dovuti ricredere davanti ai fatti».

Però la Lazio ha appena preso una “manita” dal Bologna, e a questo proposito, viene chiesto a Lotito, che è anche senatore di Forza Italia, fanno più male i 5 gol subìti o i 5 Stelle: «Quello che conta è arrivare al traguardo, deve essere di monito per far capire agli addetti ai lavori gli obiettivi. Elezioni o campionato? Sono due mondi diversi, nel calcio ci sono fattori diversi. Dipende dalla capacità di dimostrare attraverso il voto che sei la persona giusta».


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Il presidente della Lazio ha risposto anche alla domanda sul perché debba ancora girare con la scorta: «Più che i miei nemici direi, chi sono i miei amici? Ci sono stati fatti gravi che hanno minato l’incolumità mia e della mia famiglia. Nemici? Sono pseudo tifosi, tifoso significa appassionato, che non scade in comportamenti che nulla hanno a che fare con il calcio e il rispetto delle regole. Qualcuno di questi è morto, altri sono stati arrestati, avevano un comportamento non all’insegna dei valori del calcio».

Un passaggio poi sui temi economici legati al calcio e sul perché il mondo del pallone sia così indebitato: «Chiedete a chi li produce, questi debiti: io produco risorse e ho abbinato risultati sportivi a quelli economici, sono il più vincente dopo la Juve nei miei anni. Il calcio può produrre, ma bisogna trasformare le risorse liberate in fatti. E adesso spero di realizzare lo stadio Flaminio».

E ancora: «Voglio essere ricordato come una persona che ha lavorato nell’interesse esclusivo della collettività e che sarà ricordata per il bene che ha fatto. Segreti? Non ne ho, assolutamente. Non devo nascondere nulla e la mia forza è questa. Quando sei cosciente dei tuoi mezzi e delle tue capacità, sai anche dove spingerti».

Inevitabile, in chiusura, la domanda su come sia finita con il falconiere Juan Bernabè: «Sta ancora a Formello, l’aquila invece purtroppo non c’è e non so dove l’abbia portata. Lui sta occupando abusivamente e senza titolo una stanza, e abbiamo fatto le procedure per potersi riappropriare della proprietà, in termini giudiziari. Dopo quello che ha fatto. Su questo direi che sono stato apprezzato, non c’è giustificazione. Io credo nel calcio didascalico e moralizzatore e mandavo lui nelle scuole con l’aquila e poi mi fa quegli atti in luogo pubblico».

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