Calcio e Finanza
·12 November 2024
Calcio e Finanza
·12 November 2024
La lotta alla pirateria coinvolge tutti i maggiori campionati europei e non solo. È di pochi giorni fa l’iniziativa della Serie A contro i giganti del web come Google e Cloudfare e il loro comportamento reticente nell’intervenire contro chi viola la legge, oggi dall’Inghilterra arriva una notizia direttamente dalla Premier League.
Come si legge nella nota apparsa sul sito ufficiale del massimo campionato inglese, una persona è stata condannata quest’oggi per aver caricato servizi di streaming illegali su dispositivi chiamati “Firestick” a tre anni e quattro mesi di prigione. La condanna include una pena aggiuntiva di due anni e tre mesi per aver a sua volta utilizzato e visionato i contenuti.
Jonathan Edge, questo il nome dell’arrestato, ha 29 anni ed è di Liverpool. Edge ha ammesso la sua colpevolezza per tre reati previsti dal Fraud Act ed è stato trattenuto in custodia alla fine di ottobre. La sentenza è stata pronunciata oggi presso la Liverpool Crown Court. L’azione legale è stata intrapresa dalla Premier League, con il supporto di diverse organizzazioni, tra cui FACT e la polizia del Merseyside.
Edge pubblicizzava il suo servizio su Facebook e tramite passaparola, offrendo servizi illegali su dispositivi Firestick in cambio di pagamenti in contanti a casa sua. Anche l’uso personale di questo servizio non autorizzato è stato considerato un reato. Edge ha ignorato diversi avvertimenti di cessare questa attività, un fattore aggravante che il giudice ha considerato nella sentenza. Inoltre è stata riconosciuto che gli abbonati legittimi sono vittime di queste operazioni fraudolente, il cui impatto va oltre i danni subiti dall’industria della trasmissione.
Kevin Plumb, General Counsel della Premier League, ha dichiarato: «La severa condanna inflitta a questa persona sottolinea ancora una volta la gravità delle sue azioni e ringraziamo la polizia del Merseyside per il supporto fornito durante tutto il caso. Continueremo a intraprendere azioni legali contro coloro che forniscono accessi non autorizzati al calcio della Premier League, indipendentemente dalla portata o modalità dell’operazione. Ignorare gli avvertimenti di fermarsi ha solo peggiorato le conseguenze».
«La vendita dei diritti di trasmissione sostiene il contributo economico della Premier League a tutto il sistema calcistico, e siamo soddisfatti che i tribunali abbiano nuovamente riconosciuto l’importanza di proteggere questi diritti con l’esito di questo caso. A prescindere dalla portata, continueremo a proteggere questi diritti indagando e perseguendo gli operatori illegali a tutti i livelli», ha concluso Plumb.
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