San Siro, l’avviso del Comune: «L’area è da bonificare». Nodo costi e responsabilità | OneFootball

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·22 Mei 2025

San Siro, l’avviso del Comune: «L’area è da bonificare». Nodo costi e responsabilità

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Inter e Milan sono al lavoro per presentare il proprio progetto definitivo sul nuovo San Siro, che deve comprendere anche una serie di documenti richiesti dai vari enti che hanno partecipato alla Conferenza dei servizi preliminare, e proprio per questo devono affrontare alcune tematiche molto importanti.

Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere della Sera, uno dei temi più spinosi per i due club, e anche per il Comune di Milano guidato da Giuseppe Sala, è che una parte dell’area in cui sorge lo stadio di San Siro necessita di interventi di bonifica a causa della presenza di metalli pesanti e idrocarburi.


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Attualmente, la responsabilità di questo intervento ricade appunto sul Comune di Milano. Infatti, lo scorso 30 aprile, data in cui terminava il bando pubblico indetto da Palazzo Marino per eventuali proposte alternative a quella di Inter e Milan per il Meazza e le arre limitrofe, il Comune, in qualità di proprietario dell’area, ha trasmesso alla Città Metropolitana una comunicazione obbligatoria ai sensi dell’articolo 242 del decreto legislativo 152/2006. Tale norma prevede la segnalazione nel momento in cui vengono riscontrate contaminazioni pregresse che potrebbero ancora comportare rischi di peggioramento, ossia quando si individuano alterazioni ambientali che rendano necessario avviare un processo di bonifica.

Interpellato nella giornata di ieri, il Comune ha definito come «una coincidenza» il fatto che la comunicazione – probabilmente scaturita dai sondaggi geologici effettuati per conto dei club e autorizzati da Palazzo Marino – sia stata inviata proprio al termine della finestra prevista per raccogliere eventuali proposte alternative o migliorative rispetto a quella presentata da Milan e Inter l’11 marzo, riguardante la costruzione di un nuovo stadio e lo sviluppo dell’area circostante.

Fino a quella data, nell’Avviso pubblico rivolto agli operatori interessati a presentare offerte, non si faceva menzione della necessità di bonificare il terreno. Né tale informazione era stata comunicata all’Agenzia delle Entrate, incaricata di esprimere una valutazione sulla congruità del prezzo di vendita dell’area, fissato in 72 milioni di euro e ritenuto inadeguato da ambientalisti e comitati contrari all’abbattimento dello stadio Meazza.

Secondo la normativa vigente, i costi di una bonifica devono essere sostenuti da chi ha causato l’inquinamento (qualora identificabile), oppure dal proprietario dell’area. Di conseguenza, se Milan e Inter, nel futuro accordo con il Comune, non si dichiarassero disponibili a partecipare in qualche modo alle spese di bonifica, o a farsene interamente carico, tale onere – di entità ancora da definire – resterebbe a carico dell’amministrazione comunale. Questo elemento, inoltre, influenzerà inevitabilmente anche la valutazione sull’adeguatezza del prezzo di vendita fissato, che comprendendo le aree limitrofe l’Agenzia delle Entrate ha stimato in 197 milioni di euro.

Finora, il Comune non ha detto molto ufficialmente sul tema delle possibili bonifiche. Il sindaco Sala aveva escluso che l’amministrazione sostenesse i costi della demolizione dello stadio una volta che l’area fosse passata ai club, ma la questione relativa alla bonifica era rimasta più incerta. «Per quanto riguarda le bonifiche – aveva dichiarato Sala – non conosciamo ancora la situazione. Prima si vede, poi si può trattare. Ci auguriamo che non siano particolarmente rilevanti, visto che non si tratta di una zona con un passato industriale, quindi non sono molto preoccupato».

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