Juventusnews24
·3 Maret 2025
Tiribocchi avvisa: «La sconfitta con l’Empoli rischia di minare il percorso di Thiago Motta. Koopmeiners è un giocatore di qualità e su Douglas Luiz…» – ESCLUSIVA
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·3 Maret 2025
Simone Tiribocchi, ex attaccante e oggi opinionista, è intervenuto in esclusiva a Juventusnews24.com. Ecco le sue dichiarazioni sui principali temi del momento in casa bianconera, passando anche per il calciomercato.
Come spiega la sconfitta della Juventus contro l’Empoli?«È stato detto un po’ tutto, la prestazione a questi livelli e soprattutto in questo periodo ormai è così, ci sono tante squadre organizzate quindi se non la prepari bene, se non sei focalizzato sull’evento, se non fai la prestazione, rischi di fare brutta figura come è successo e poi anche di perdere. Comunque l’Empoli aveva eliminato anche la Fiorentina, devo dire che ha fatto una buonissima partita, la Juventus è partita bene e poi è uscita dalla partita. Secondo me è più uscita mentalmente perché poi ha provato, anche se in maniera confusionale, a rimetterla in piedi però ha avuto tante difficoltà anche a livello tecnico, quindi credo che sia più un aspetto mentale».
Pensa che l’eliminazione dalla Champions e dalla Coppa Italia possa avere ripercussioni a livello mentale per i giocatori?«Sicuramente li mette spalle al muro, quello sicuramente. Tutto l’ambiente, sia i giocatori, il mister, credo che adesso non si possa più sbagliare. Non c’è nemmeno più la seconda competizione quindi si può preparare la settimana per finire il campionato e prendere la Champions League che sembra il vero obiettivo anche se, secondo me, come squadra poteva puntare a qualcosina in più però bisogna poi cercare di capire che quando si cambia e si fa un nuovo progetto, ci sono sempre dei tempi da rispettare che certe volte possono essere due mesi, altri due anni. Bisogna avere pazienza, credere in quello che si fa però sicuramente in questo momento sia giocatori che mister hanno un po’ le spalle al muro e devono assolutamente da qui alla fine, dimostrare di essere una squadra che comunque sta creando qualcosa, un progetto».
La sconfitta contro l’Empoli è il punto più basso della stagione della Juventus? Se si considera anche il fatto che la squadra toscana ha giocato con le seconde linee«Non lo so se è il punto più basso, all’inizio la Juventus è vero che ha perso solamente in campionato col Napoli però non ha fatto delle partite all’altezza e le ha sempre recuperate negli ultimi minuti certe volte. Altre volte ha fatto ottime prestazioni, non ha portato via i tre punti, diciamo che secondo me questo era un obiettivo primario dopo aver perso la Champions ma forse il vero – non dico problema – ma la vera partita sbagliata dove si doveva fare qualcosina in più è col PSV. Secondo me era quella dove veramente la Juventus, insomma, doveva dimostrare di essere Juventus e andare avanti in quella competizione. È normale che poi uscire con l’Empoli fa male però è stato un Empoli anche organizzato, ha fatto una bella partita. Ripeto se non la prepari – che poi non è questione di prepararla bene, è di interpretarla bene – poi diventa tutto più difficile».
Qual è la chiave di volta per ripartire?«Tante volte si dice “bisogna mettere giù la testa, lavorare, essere uniti, fare gruppo”, queste sono le solite frasi però poi bisogna andare dentro al problema. E dentro al problema c’è il solo il mister, i giocatori e chi vede tutti i giorni l’allenamento perché ci sono squadre che fanno degli allenamenti perfetti, pazzeschi e poi non riescono a riportarli in campo. Bisogna capire se è così il momento della Juve, se veramente ci sono delle difficoltà legate a qualche giocatore che non riesce a emergere in questa squadra».
Motta in conferenza stampa post Empoli si è addossato la colpa di non aver fatto capire ai giocatori l’importanza della partita che stavano andando a giocare. Le chiedo dunque se occorra l’allenatore per far capire ai giocatori quanto una partita sia importante«Ma allora, le dichiarazioni di Motta hanno preso un po’ tutto, sia il discorso della preparazione, sia il discorso, forte, contro i giocatori e contro se stesso per la frase che hai detto tu. Quindi sono dichiarazioni importanti specialmente nel mondo Juve però non credo che serva ma tutto serve, nel senso che quando sei un allenatore di un club importante in una competizione – forse l’ultima rimasta dove potevi vincerla – c’era bisogno di dire una cosa? No ma forse sì. Cioè conosce lui la sua squadra e dopo che sei uscito dalla Champions devi sicuramente dire che quella partita vale una stagione perché poteva essere così. Quindi forse non l’ha fatto, forse ha dato per scontato che i giocatori sentissero bene quella partita o forse, come ho detto prima, la settimana è stata così buona, gli allenamenti gli hanno dato delle sensazioni positive che non è andato oltre a caricare la sfida. Non è così facile andare ad incentivare perché poi altrimenti rischi di fare il contrario, di caricarli troppo».
Secondo lei la panchina di Motta inizia a scricchiolare?«Be’ diciamo che sono stati dieci giorni tosti, per l’allenatore e per il mondo Juventus. La Juventus in campionato veniva, se non sbaglio, da quattro vittorie consecutive quindi aveva un po’ rimesso a posto la situazione classifica, poi ci sono state queste due mazzate. Io ero allo stadio, c’era grande entusiasmo prima della partita, c’era tranquillità quindi l’ambiente si era un po’ risollevato malgrado l’uscita più importante che è quella dalla Champions. Quindi questo potrebbe un po’ minare il percorso, è inevitabile che quando sei nelle grandi squadre – l’abbiamo visto anche al Milan – devi fare risultato, se non lo fai sei sempre messo in discussione».
Possiamo dire che Thuram sia uno dei giocatori imprescindibili di questa Juventus?«Sì come tanti altri, io credo che ci sono dei giocatori che anche se un po’ stanchi devono sempre giocare specialmente quando le cose non vanno perché comunque bisogna costruire qualcosa intorno a loro. Le rotazioni servono per far rifiatare però ci sono dei momenti della stagione dove bisogna andare sul sicuro e non inventarsi nulla perché poi il risultato è più importante di una soddisfazione personale».
Koopmeiners e Douglas Luiz fino ad ora sono i grandi flop del mercato bianconero, secondo lei a cosa è dovuto questo scarso rendimento?«Da una conoscenza dell’allenatore, di un’interpretazione del calcio diversa da quella che – soprattutto Koopmeiners – faceva lo scorso anno. Le valutazioni che si danno a certi giocatori sono talmente alte che ci si aspetta venti gol al girone d’andata e 40 al ritorno e quindi questo poi quando non succede, tutto va a cadere. È come un castello di carta, nel senso “tu non mi fai gol, ti ho pagato 60, ti devo fischiare”, in quel caso un giocatore comunque di qualità – perché Koopmeiners è un giocatore di qualità – è al centro del progetto e non rende, viene fischiato. E tutto lì diventa un po’ un problema, naturalmente l’allenatore lo difende facendolo giocare ma tante volte è controproducente. Io credo che lui sia un giocatore forte, che vada messo in una posizione e da lì costruire, e non ogni volta cambiare. Per quanto riguarda Douglas Luiz io lo conoscevo poco però mi sembra veramente che non sia quell’acquisto che sposta gli equilibri invece come è stato Thuram oppure Kolo Muani. Sono quei giocatori che ti fanno veramente la differenza a Torino, al Paris Saint-Germain, ovunque nelle piazze dove c’è veramente da fare la differenza e Douglas Luiz secondo me non lo è».Qual è la squadra favorita secondo lei per la vittoria dello scudetto e quella invece favorita per la corsa al quarto posto?«Il campionato è aperto, il campionato è bello e naturalmente io credo che l’Inter sia la squadra più forte in assoluto. Ha ventidue giocatori di altissimo livello e che ancora non abbia preso il largo è un po’ demerito dell’Inter, un po’ merito anche di questo Napoli che invece ha fatto un percorso straordinario. È il primo anno di Conte, a gennaio ha perso un giocatore importante, forse ha accusato un po’ il colpo e adesso deve rincorrere. Io credo che l’Inter alla fine riesca a vincere questo scudetto perché deve, nel senso che con la squadra che ha, deve. Per il quarto posto sicuramente tornerà il Milan, ci sarà la Juventus e questa Lazio che sta facendo un campionato strepitoso e credo che lotterà fino alla fine. È finalmente un bel campionato sotto tutti i punti di vista, sia per lo scudetto, sia per la Champions, per l’Europa ma anche per la salvezza».
Italia Germania: che partita si aspetta?«La classica partita con la Germania quindi da interpretare alla grande, benissimo perché è una squadra forte, è una squadra che magari dimostra poco quanto è forte ma lo è. Sulla falsa riga con la Francia, dove ti aspetti in casa una partita e la fai alla grande e poi fai un po’ fatica nell’altra. Sono quelle partite equilibrate dove te la giochi però è un avversario temibile, non devi mai mostrare il fianco perché queste nazionali qua hanno un’esperienza incredibile e quando sembra che le stai per vincere ti fanno male. Quindi sicuramente concentrazione novantacinque minuti – Spalletti lo sa benissimo – e mi aspetto una partita bella, bella perché adesso l’Italia gioca e loro sono una buona squadra quindi secondo me sarà una partita che ci dirà qualcosa sul percorso che stiamo facendo dopo l’Europeo».
Si ringrazia Simone Tiribocchi per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.
Langsung